Messaggi dal cuore

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Undici e ventuno, undici e ventidue, undici e ventitre, niente da fare il sonno non voleva venire. Un uragano di parole tormentava la mia mente:
"solitudine, domani, notte, piaci ,storia impegnativa ,bacio..." Mille parole e un solo mittente.
Come era possibile che una persona potesse causarmi tanta insicurezza e tanta confusione?

Erano le 11.25 ed ero sdraiata sul mio letto, in casa tutti dormivano, un velo nero avvolgeva la mia stanza, solo una piccola e quasi inesistente luce mi permetteva di guardare l'orologio appeso sopra il mio letto.
Ero troppo confusa per addormentarmi non c'era nessuno che mi poteva rassicurare, nessuno che mi poteva far addormentare abbracciandomi forte creando un unico organismo, la solitudine si propagava nel vuoto e in quella notte di aprile, rimanevo solo io con i miei problemi di cuore.
La mia presunta storia d'amore non era da manuale, non era nemmeno un favola o una poesia, in realtà non ero nemmeno sicura che esistesse veramente, ma di una cosa ero sicura: LUI, la persona che tanto ho odiato, ma che adesso vive nel mio cuore e nei miei pensieri, il ragazzo tanto forte quanto insicuro ed il ragazzo che adesso non mi permetteva di dormire.
In questo momento niente mi poteva far stare bene quanto un suo messaggio, un suo sorriso o un suo sguardo...! Uno sguardo sicuro, forte, ma con una lieve sfumatura di incertezza e di solitudine a cui solo io potevo rimediare.
Tutta quella confusione mi stava snervando, mi stava isolando, ad ogni pensiero diminuiva la mia fermezza e decisione, e fu per questo che alle 11.30 decisi di ricominciare da capo e di riordinare i miei pensieri, allietando così l'uragano vivo nella mia mente.
LUI è piombato nella mia vita tutto d'un tratto... All'inizio non sapevo chi fosse e sinceramente non volevo nemmeno saperlo, mi sembrava uno di quelli che facevano tanto i montati e che l'unica relazione fissa che potevano avere era quella con la nicotina... I mesi passavano e il mio odio nei suoi confronti aumentava a dismisura fino a quando tutto quel odio si sgonfiò in un istante...
Era una delle solite noiose ore di matematica, la noia mi uccideva, la mia compagna di banco era concentrata in uno di quei giochini inutili che a lei piacciono tanto, il prof non la smetteva di urlare e di parlare mentre interrogava i due poveretti che erano finiti nelle sue grinfie... In classe c'era il caos ognuno faceva ciò che voleva, il ricciolino era preso a disegnare su un quaderno, la biondina chiacchiera con il suo compagno di banco, continuavo ad osservare il delirio che cresceva in classe, fino a quando buttai l'occhio su di LUI.... con una penna scriveva su una pagina del diario, era totalmente assente, tutta la sua concentrazione era posata su quel foglio; la curiosità mi assaliva volevo sapere che cos'era! E fu per questo che durante l 'intervallo, mentre lui era andato fuori, ero sgattaiolata nel suo banco e lessi il foglio.
la sfortuna volle, però, che mentre ero immersa nelle parole quei versi, lui entrò e mi vide con il suo prezioso foglio tra le mani, con un brusco gesto me lo strappò dalle mani e se ne andò.
Mentre tornavo a casa mi accorsi che c'era qualcosa in me che non andava, ero strana e tutto a causa di quel foglio... Chi avrebbe mai detto che una persona che hai miei occhi pareva così superficiale, potesse scrivere parole così profonde e incisive.. Le parole di quel foglio rimbombavano nella mia testa senza pausa... Il giorno seguente mentre andai a scuola lo incontrai sul tram... I nostri sguardi si incrociarono per un paio di volte, fino a quando mi decisi, presi con me tutto il coraggio che mi restava e gli andrai in contro.
Vedendomi avvicinare si tolse un auricolare, presi un grande respiro e gli dissi :" Ehi .... Scusami per ieri Non volevo intromettermi.." lui alzò lo sguardo e mi disse " niente tranquilla", il tram si fermò e scendemmo, lui si fiondò dai suoi amici, nel suo cerchio di protezione. Solo uno stupido "niente tranquilla".. Ero basita, io ero andata da lui tremolante e se prima ciò che ci divideva era un mare adesso era un oceano!
Passarono i giorni, le settimane e quelle parole mi tormentavano.... Fino a quando un pomeriggio mi arrivò un messaggio con scritto "Hei ciao come stai? mi passeresti i compiti di fisica?!? Grazie mille ciao" era di LUI gli allegai una foto dei compiti e gli scrissi "bene dai tu?" .
Niente, il nulla, non mi aveva risposto... Come una macchinetta ogni minuto controllavo le notifiche di Whatsapp, pensando che fosse colpa della connessione la disattivai e la riattivai più volte...ma niente, passai il Pomeriggio a controllare e a farmi stupide paranoie sul perché non mi avesse ancora risposto.... Alle 11 di sera il telefono vibrò.. Era LUI che mi scrisse "bene, che mi racconti?" In quel secondo mille le pensieri scalpitavano nella mia testa... Come mai mi scriveva? Allora non mi odiava così tanto! Perché mi interessa così tanto un suo messaggio? Proprio non capivo... E nell'incertezza gli risposi, dà lì iniziammo cento svariate discussioni, era diverso da come si approcciava a scuola, sembrava più umano, più simpatico e anche un po' più dolce.... Da quel giorno ogni sera ci scrivemmo ed a scuola i monosillabi diventarono parole, le parole diventarono frasi... Finalmente eravamo amici. Ogni minuto con LUI mi sembrava un'eternità, un suo sorriso mi illuminava la giornata! Un giorno mi invitò a casa sua con la scusa di studiare, in realtà lo studio occupo solo una piccola parte di quel pomeriggio infinito. Appena entrai nella sua camera realizzai di essere entrata nella tana del leone, del re della savana... mi sentivo sicura, mi sentivo a casa.
Ci sedemmo sul letto, mi pose un auricolare, lo infilai nell'orecchio, mi fece sentire una delle sue solite canzoni...
Appena uscita da casa sua mi arrivò un sms " un po' mi piaci!"
I giorni successivi riservavano un certo gusto di mistero, lui era sempre gentile e stupido, ma il suo sguardo mascherava un lato tenebroso inaspettato.

Passarono le settimane, io ad ogni suo sguardo perdevo la testa, sentivo crescere in me una certa emozione , per non parlare dei brividi che mi percorrevano la schiena quando i nostri sguardi si intersecavano l'un con l'altro.
Spesso notavo che un lieve arrossamento dipingeva il suo Giovane viso.
Sentivo che il mio cuore batteva sempre di più per quel ragazzo, che senza rispetto mi aveva rubato il cuore.
*aprii gli occhi, buttai lo sguardo sul l'orologio, erano le undici e quaranta, quel viaggio nella mia mente era durato molto più di quel che mi aspettavo, ma ero felice, tutto mi sembrava più chiaro, come il sereno dopo una tempesta.
Finalmente avevo sistemato ogni pensiero su di lui e avevo capito, lo amavo.
A quel punto però, altri mille pensieri si fecero strada nella mia povera mente e nel mio fragile cuore da ragazza.
Chissà se anche lui provava ciò che provavo io, chissà se per lui ero una ragazza come le altre, o LA ragazza.
chissà se ero veramente io la ragazza che poteva guarire quella sua giovane solitudine, chissà se potevo rendere il suo cuore meno freddo.... sciocchezze io per lui non ero nessuno, ne ero sicura, mai mi aveva detto che ero speciale.
Per lui l'amore non esisteva, esisteva solo l'odio e il freddo.
Rassegnata chiusi gli occhi, non potevo farcela , desideravo sempre di più affondare nelle tenebre della notte, cercando di scordarmi di tutto, di tutti, ma specialmente di lui;
Il ragazzo che tanto ho odiato, che tanto ho sognato, che mi ha rubato il cuore e con nessuna preoccupazione l'aveva rotto in tanti pezzettini.
Chiusi gli occhi, rimasi così per circa dieci minuti non pensavo a nulla.
Alle 11.59 il cellulare vibrò, una luce giallastra colorò la stanza, mi precipitai su di esso.
aprii Whatsapp c'era un messaggio con scritto "ti amo ♡" andai a letto, niente e nessuno poteva farmi stare male, lo amavo, lui mi amava. chiusi gli occhi, finalmente potevo essere e amare chi volevo senza la preoccupazione delle ripercussioni sul mio vulnerabile cuore.

*pov lui*
Era quasi mezzanotte, avevo appena lasciato i miei amici, e mi dirigevo verso casa.
Ero solo io nella solitudine della notte, avrei voluto averla qui con me, lei la ragazza che mi aveva creato tanti sospiri, la amavo, ma il coraggio non era una delle mie migliori qualità.
Girai l'angolo della piccola strada che portava a casa mia.
Ero stanco, volevo mettere un punto a questa solitudine, inconsciamente presi il cellulare e guidato dal mio cuore le scrissi "ti amo♡" dopo pochi secondi mi arrivò un suo messaggio Con scritto "anch'io!".

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