Introduzione

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L'aria gelida entrava nella tenda, lo sferzare del vento faceva sbattere i lembi del tessuto l'uno sull'altro, creando un rumore simile ad uno schiocco. Un respiro affannato e dei suoni metallici fecero da risveglio a Willow, suo padre stava inserendo freneticamente in una sacca tutto ciò che gli capitava sottomano, mentre di tanto in tanto lanciava un'occhiata a lei e all'entrata della tenda spalancata.

«Ti sei svegliata finalmente» le disse lui lanciandole addosso uno zainetto vuoto, intanto la giovane ragazza si era leggermente alzata per vedere cosa c'era fuori di tanto speciale da metterlo in quello stato di agitazione. I suoi occhi incrociarono quelli di Atgaria, il drago di luce, ambra dorata che brillava tra le prime luci dell'alba.

«Che succede? Perché sei qui con Atgaria?» chiese un po' confusa Willow.

«Dobbiamo andare via da qui, ho trovato il posto giusto per noi e ho convinto anche Atgaria a venire» disse lui nel pieno dell'adrenalina. Gli occhi neri come la pece luccicavano, emozionati, mentre uno strano sorriso non riusciva a staccarsi dal suo volto.

«Papà di cosa stai parlando?» domandò ancora più confusa la ragazza, allora Anita, suo padre, si fermò per un attimo sedendosi accanto a lei.

«È da un po' che sto cercando un'alternativa alla vita che stiamo facendo, so perfettamente che anche per te è un peso dover stare qui, non poter visitare in lungo e in largo tutta Eglé» ed era vero, Willow era nata come figlia di un custode dei draghi e come tale sarebbe stata la prossima a rispondere a quell'appellativo.

Il custode dei draghi aveva il compito di badare alle nove creature che si diceva avessero donato la magia a quella terra. Questi doveri però la tenevano occupata tutto il giorno e non c'era possibilità di fuga, al contrario lei avrebbe voluto avere il tempo di girare il mondo, in fondo aveva sempre sentito dire che Eglé è un continente ricco e splendente, pieno di paesaggi mozzafiato e cittadine tranquille, che si estende sulla terraferma, nel cielo e nell'acqua, che è una terra infinita e meravigliosa ed è difficile dire di averne visto ogni singolo anfratto.

«Ma papà abbiamo dei doveri nei confronti del regno, dei draghi...»

«Abbiamo dei doveri che ci hanno imposto Willow, sai quanto è difficile e pesante il pensiero di dover fare il custode dei draghi per tutta la vita?» iniziò ad agitarsi lui, «Sei solo all'inizio e sei già stanca, sai perfettamente che ho ragione».

«Cosa pensi di fare quindi?» cercò di autoconvincersi che suo padre avesse realmente escogitato un piano fattibile.

«Da quando sono diventato il custode dei draghi, Atgaria continua a dirmi che io... che noi abbiamo la possibilità di porre fine a questo legame, liberando sia noi dai nostri doveri che i draghi dalla permanenza sul monte, bisogna solo trovare il modo»

«I draghi non vogliono più stare sul monte? Perché? Perché io non so tutto questo?»

«Perché dovevo saperlo solo io, era un segreto tra me e loro, i draghi vogliono la libertà, ma dicono che esistono delle leggi non scritte tra custodi e draghi, che con il passare dei secoli li hanno costretti a vivere quassù»

«E quale sarebbe il modo che hai trovato per liberarli?»

«Ti sembrerò pazzo adesso, ma giuro che sono lucido, per liberarli basterà che io diventi il sovrano di Eglé»

«Papà non prendermi in giro» ridacchiò Willow divertita, «Come pensi di poter diventare il sovrano?»

«Se Sean ed Echo non ascolteranno le mie ragioni dichiarerò loro guerra» disse con tono deciso e volto serio. Gli occhi neri cercavano di percepire la reazione della ragazza, che alla parola "guerra" aveva smesso di sorridere e aveva iniziato a riordinare tutte le informazioni che le aveva dato.

La Terra di EgléDove le storie prendono vita. Scoprilo ora