"PAPÀ" Urlò la giovane Ricci entrando in casa allarmata e in lacrime.
"Che succies pccrè" Si avvicinò preoccupato suo padre, Don Salvatore.
"Allor è ver?"
"C cos?"
"Nun fa fint e nient papà, o saij tropp buon che succies" Continuò a piangere, le mancava quasi il respiro.
"I Di Salvo ann accis a Ciro, è accussì?" Aggiunse
Il padre abbassò lo sguardo, non sapeva se dirle la verità o fingere facendola stare tranquilla.
"Rispunn"
"Si Rò ann accis a Ciro, però nun t preoccupà ca mo veg ij"
Sofia annuì e senza aggiungere altro raggiunse la sua stanza buttandosi sul letto a piangere come se non ci fosse un domani per il resto della giornata.
Si fidava del padre, ma lei non poteva rimanere ferma con le mani in mano perciò la mattina seguente avrebbe trovato un modo per vendicarsi della morte di suo fratello, la persona più importante per lei.Il mattino seguente.
Sofia si alzò a causa della fastidiosa sveglia che suonava ormai 10 minuti continui.
Oggi era il grande giorno, avrebbe fatto qualcosa per vendicarsi.
Si alzò dal letto ancora assonnata e non fece neanche colazione, perciò si preparò e portò lo zaino svuotandolo e inserendoci una pistola all'interno.
Scese al piano inferiore salutando il padre e uscì di casa fingendo di dover andare a scuola, invece andò verso la piazza dei Di Salvo.
Appena arrivò venne strattonata via da qualcuno, si girò e vide Wanda Di Salvo.
S: LASSM
W: Oe statt zitt e vien ca.
La maglia le andava sulla gola e perciò tossiva perché senza aria, ma dopo vari tentativi riuscì a liberarsi.
S: C cazz vuo cess
Si alzò puntandole la pistola.
W: Abbass sta pistol, se ti avessi voluto fare qualcosa già saresti morta.
S: Ricm c cazz vuo
W: Ch c fai ca pccrè?
S: At accis a fratm.
W: Embè? So meritav.
S: Ij a vostro figlio l'accir, vo giur n'gopp all'anm e fratm ciro che saprete cosa vuol dire a perdr nu figl.
W: Si sicur nennè?
Dopo quest'ultima domanda la donna fischiò e apparsero dietro di loro due uomini, lei si spostò lasciandomi la visuale libera facendomi vedere Pietro, l'altro mio fratello, tra le loro braccia ormai morto.
S: PIETRO! NO!
La ragazzina si inginocchiò per terra affianco a suo fratello, gli avevano tolto anche lui.
Allora senza neanche pensarci due volte sparò alle sue "guardie" facendole morire all'istante e dopodiché si rigirò verso la donna.
S: Sta granda cess m fai schif!
Disse sputandole in faccia, ma la sua furia venne interrotta da una sirena della polizia, non scappò perché il suo obiettivo era proprio andare all'IPM e farsi rinchiudere il più tempo possibile per una sola cosa, la vendetta.Dalla macchina scese un polizziotto e a Sofia venne l'istinto di alzare le mani, così l'uomo si mise dietro di lei mettendole le manette e facendola entrare nella sua macchina sotto lo sguardo di tutti.
Si sentiva però un po' in soggezione, lei voleva entrare nell'IPM ma quelle due persone le ha uccise per rabbia e non era giusto, magari quelli non sapevano neanche cosa succedeva tra le due famiglie.Polizziotto: Pccrè m sient?
S: C vuo?
Pollizziotto: Piccolì modera i termini.
S: Nun m chiammà "piccolì" o alla centrale t facc passà nu guaij.Il Polizziotto si zittì e non disse più nulla per il resto del viaggio finché non arrivarono in centrale.
Polizziotti: Piccolì scendi.
Disse aprendole la porta.
La ragazza lo guardò con uno sguardo omicida. Ma che cazzo voleva da lei?S: Comm t chiamm?
Polizziotto: Giuseppe pccrè.
S: Bene giusè io te lo dico una volta per tutte, furnescl o t facc fa a stessa fin e chill doij.
Polizziotto: Cammin va.Arrivarono in centrale e le comunicarono che sarebbe dovuta rimanere per cinque anni all'Istituto Penale Minorile di Napoli, ma lei sapeva come rimanerci di più.
Dopodiché il suo pomeriggio lo trascorse in un furgoncino mentre aspettava che arrivasse all'IPM.
Passarono minuti e minuti per lei interminabili ma finalmente arrivò.
Appena scese dei fischi da parte dei ragazzi presero sopravvento e a lui si avvicinò un ragazzo, Edoardo Conte, era come un altro fratello per lei.E: Amò!
S: Ammor mij!Si abbracciarono calorosamente.
X: Crè o poet ten a uaglion?
Si diresse verso di loro un ragazzo dai capelli rossi, doveva chiamarsi Totò.
S: C piacess.
Rise.
S: Piacere Sofia Ricci, sorella di Ciro Ricci, sicuramente lo conoscerai.
T: Come se non lo conosco, m dispiac pccrè.
Disse mettendo una mano sulla spalla della ragazza come segno di conforto e lei abbassò il capo mentre qualche lacrima le scendeva, così suo "fratello" Edoardo non ci penso due volte ad abbracciarla.
A interrompere quel momento fu una guarda delle ragazze, Liz.L: Oe! Cre tutt sta confidenz!
La guardia la portò via e mentre Sofia camminava per seguirla si accorse di una persona, Carmine Di Salvo.
Lo guardò malissimo, tra poco le diventavano gli occhi rossi per la rabbia.-----------------------------------------------------------
La Direttrice le aveva detto le solite cose che le avevano spiegato in centrale.
Andò in cella, le ragazze erano in cortile e tra un po' sarebbe scesa anche lei.
Infatti così accadde, si sistemò il letto, i vestiti, si cambiò e dopodiché scese in cortile per raggiungere le ragazze.
Mentre stava camminando si sentì strattonata via, proprio nello stesso modo in cui è stata strattonata la mattina stessa e venne portata in un angolino.C: Cre t si pers Ricci?
S: C cazz vuò Di Salvo?
C: M dispiac.Disse sull'orlo di piangere.
S: Ti dispiace aver ucciso mio fratello piecr?
Lui annuì.
S: E alla tua famiglia dispiace di avermi ucciso entrambi? mh?
C: In che senso Sofia.
S: Mi hanno ucciso tutti e due, o capisc o no?Il ragazzo si mise a piangere silenziosamente appoggiando la testa al muro.
La ragazza fece una risata finta.S: MO SI TU CHILL C CHIAGN? EH?
TU E TUTT A FAMIGLIA TOIJ M FACIT SCHIF, AT MURÌ TUTT QUANT E O PRIMM IN LISTA SI TU!Sofia se ne andò più incazzata che mai andando verso il campo dei ragazzi e sedendosi vicino Edoardo.
S: Edoà.
E: Ric.
S: Chill deve fa na brutta fin.Disse indicando con lo sguardo il ragazzo con la quale aveva parlato fino a qualche minuto fa.
E: Nun t preoccupà, mo veg ij.
S: Agg fa tutt cos ij, lasc fa a me.
E: Ma si pazz? Se o sap patt chill m'accir.
S: Con papà ci parlo io non avere paura.Si alzò subito dopo andando vero il campo delle ragazze e sedendosi sola, doveva schiarirsi le idee dopo aver visto uno dei Di Salvo, vederlo non le aveva fatto per niente bene.
Neanche dieci minuti dopo sentì una presenza affianco a lei, si girò e vide una ragazza con i capelli ricci, rossi e lunghi e vestita come una zingara.X: Sei nuova?
S: Saresti?
X: Naditza, piacere.La ragazza le porse la mano.
S: Piacere tutto tuo.
Sofia sorrise falsamente e ritornò ai suoi pensieri.
N: Vabbè se hai bisogno di qualcosa chiamami...
Sentì il tono della ragazza dispiaciuto e dentro di lei sentì un grande vuoto che le fece diventare gli occhi lucidi fino a farla piangere.
Tutti quei pensieri la stavano uccidendo lentamente.
Il rombo del suo pianto stava diventando troppo rumoroso perciò decise di andarsene in cella sotto lo sguardo di alcune persone, compreso anche lui.
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Un amore impossibile
FanfictionSofia Ricci. Sorella di Ciro Ricci, il ragazzo più temuto dell'IPM, e figlia di Don Salvatore, l'uomo più temuto di tutta Napoli. Sofia ha 17 anni ed é obbligata a seguire le regole del sistema. Ora è obbligata anche ad entrare nell'Istituto Penale...