Capitolo 1

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Kyun Chung-Hee osservò con un'espressione disgustata il vecchio edificio fatiscente che aveva di fronte. L'odore di cavolo fermentato andato a male arrivava fin in strada, dandogli un forte senso di nausea.

Il suo compagno di cella era stato chiaro nel dargli le indicazioni, quella era la strada e quello il palazzo dove avrebbe dovuto recarsi per riuscire ad avere la sua nuova identità.

Non appena era uscito dalle mura di cinta della prigione, si era diretto lì, nella periferia di Seoul. Secondo le istruzioni ricevute avrebbe dovuto bussare alla porta della donna che abitava al primo piano, e aspettare che un certo Mr Bong lo ricevesse.

E così fece.

Cercando di lottare contro il forte senso di nausea che lo opprimeva, Kyun Chung-Hee si diresse verso l'unica porta del primo piano, bussò e attese.

Una signora piuttosto anziana aprì la porta e lo squadrò con fare sospetto poi, dopo aver tirato una lunga boccata dalla sigaretta che aveva in mano, gli chiese con voce cavernosa: "Cosa vuoi?"

"Sono venuto a trovare Mr. Bong." Rispose, senza lasciarsi scomporre dall'apparente ostilità che la donna mostrava nei suoi confronti.

"Chi saresti tu?"

"Chi sono non ha nessuna importanza. Sono qui per chiedere a Mr. Bong di costruire una nuova identità per me."

"Sei forse della polizia?" Chiese ancora la vecchia, serrando gli occhi sospettosi.

"No, sono appena stato rilasciato dal carcere, e non ho alcuna intenzione di avere ancora a che fare con le forze dell'ordine." Ribattè Kyun Chung-Hee

"Sei un carcerato?"

"Lo ero. Sono stato rilasciato oggi."

"E cosa avresti combinato per finire dietro le sbarre?"

"Secondo le accuse sono colpevole di omicidio colposo." Affermò con tono annoiato.

La donna lo squadrò incredula, non appena sentì la condanna per la quale era stato in prigione.

"Sono innocente. Mi hanno incastrato."

"Sì certo, dicono tutti così. E chi ti avrebbe dato questo indirizzo?"

"Lee Dong-Min, il mio compagno di cella."

Al sentire quel nome la donna tolse finalmente il catenaccio dalla porta e aprì un po' di più l'uscio, rivelando che nella mano non visibile era armata di un coltello per disossare.

"Aspetta un momento." Detto questo la donna, estrasse un cellulare dal cardigan che aveva indosso e schiacciò sullo schermo. Pochi istanti dopo la sentì comunicare la sua presenza a qualcuno.

La conversazione fu breve e, subito dopo aver riattaccato, la donna si fece avanti e lo guardò con uno sguardo bieco.

"Sali le scale e vai al nono piano. Troverai una persona ad attenderti."

Kyun Chung-Hee storse per un attimo il naso, sentendo quell'odore di tabacco stantio che usciva dalla bocca della donna, ma cercò di non darlo a vedere.

Guardò nella direzione che la donna indicava con la lunga e fine lama e procedette verso le scale.

Salì adagio gradino per gradino, guardandosi attorno al minimo accenno di rumore. Tutto l'edificio era in uno stato di degrado mai visto prima, e la scarsa illuminazione interna oltre alla natura poco piacevole dei suoi inquilini, gli fecero temere di cadere vittima di qualche agguato da parte di qualche sadico abitante dell'edificio.

Dopo una lunga e faticosa salita finalmente giunse al piano indicato, aprì la porta che portava al corridoio principale e quasi urlò per lo spavento.

Aldilà della porta trovò ad attenderlo un enorme uomo dal sorriso sinistro che faceva roteare un bastone da hockey.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 25, 2023 ⏰

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