Capitolo 14 - Di nuovo a casa -

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La sessione estiva era agli sgoccioli.
Le ragazze cominciarono a fare la valigia per le tanto sospirate vacanze estive.
Le ultime a partire furono Sara e Viola, che avrebbero volentieri passato l'intera estate a Roma.
Viola sentiva che la sua vita era lì ormai, compresi amici e interessi. Tornava per riabbracciare i suoi e per godersi il meritato riposo post sessione, ma si sarebbe stancata in fretta: già sapeva che, tempo un paio di settimane, avrebbe iniziato a contare i giorni che la separavano dal ritorno a Roma.
Inoltre c'era Michele: non sopportava l'idea di non vederlo per tutto quel tempo.
I pensieri di Sara erano simili, tranne per il fatto che lei non desiderava riabbracciare proprio nessuno.
La sera prima della partenza era calda e leggermente afosa, con un cielo meraviglioso punteggiato di stelle.
Stelle su San Lorenzo.
A un certo punto si udì una voce e un fischio.
Sara si affacciò subito alla finestra guardando in basso, verso la strada.
_"Qui si chiede di te..."
Viola alzò gli occhi dalla valigia che tentava disperatamente di chiudere. Si mise a sedere guardando l'amica con aria interrogativa.
C'era qualcuno laggiù che la voleva salutare prima che partisse l'indomani.
Era Michele.
Non si erano visti che di sfuggita dalla sera del saccottino. Il concerto era saltato, i suoi non le avevano dato il permesso. Pensava che Michele ci fosse rimasto male, e in effetti un po' aveva ragione: la delusione c'era stata.
Vedendo il suo smarrimento, Sara la incalzò.
_"Dai su, datti una sistemata e scendi!"
Viola annuì, un po' in tensione.
Era in abbigliamento da camera e le ci volevano dieci minuti buoni per essere presentabile.
_"Digli di aspettare un attimo, scendo subito."
Si precipitò in bagno infilando alla svelta top e gonna. Una sistemata ai capelli e via.
Michele era sul marciapiede davanti al collegio femminile e aspettava pazientemente senza battere ciglio. Aveva un paio di pantaloni blu lunghi e una camicia bianca. Andava su e giù con passo indolente e aveva la mano destra affondata nella tasca del pantalone. Sembrava appena tornato dall'università.
È bellissimo pensò Viola, guardandolo con aria sognante.
Si trovava a pochi metri da lui quando finalmente alzò lo sguardo e le rivolse uno dei suoi sorrisi memorabili.
_"Ehi..."
_"Volevi dirmi qualcosa di particolare?"
_"No, solo vederti."
_"Ah, bene...scusa per il concerto."
Come sempre le cose tra loro si facevano strane e imbarazzanti.
Viola continuò ad osservarlo, questa volta un po' perplessa dal suo modo di fare misterioso.
_"Nessun problema. Qualcuno mi ha detto che parti."
_"Si, domani mattina viene mio padre a prendermi. Tu non vai via per le vacanze...tornerai a casa?"
_"Si, mi trattengo un'altra settimana e poi scendo. Ho ancora qualcosa da fare qui. E poi c'è il festival di musica rock alle terme di Caracalla, non voglio perdermelo!"
_"Oh wow, sarebbe piaciuto molto anche a me!"
_"Perché non vieni allora??"
_"Eh come faccio, domani parto, ormai è tutto deciso...mio padre si è preso un giorno di permesso per venire a prendermi..."
Michele annuì rassegnato e lei si sentì terribilmente piccola e provinciale. Una sensazione di disagio che spesso avvertiva in sua presenza...lui era sempre così sicuro di sé, si muoveva senza difficoltà, sembrava adattarsi a meraviglia ovunque andasse.
_"Magari quest'estate mi trovo a passare da te, ti chiamo."
_"Certo, quando vuoi...tanto io..."
Stava per dire che non sarebbe andata da nessuna parte ma si trattenne.
_"...tanto non dovrei partire prima di metà agosto."
Non era vero, ma suonava meglio della triste, banale verità.
_"Ah ok, dove vai di bello?"
Ebbe un attimo di esitazione: non credeva di dover approfondire l'argomento.
Dannazione, ora cosa gli dico? Perché mi metto in queste situazioni!?Rimaniamo sul generico...
_"Non lo so con precisione, forse Francia o Inghilterra..."
_"In Francia dovrei esserci anch'io!"
_"Ah davvero?"
_"Si, parto con mio fratello, vogliamo fare un giretto qua e là in Europa."
Questa volta Viola non trovò altro da replicare. Sentiva Michele distante anni luce. Avevano esistenze troppo diverse perché potessero coincidere.
Un senso di tristezza infinita la pervase e adesso non vedeva l'ora di rientrare.
Michele sembrò accorgersi del disagio di Viola e le prese la mano.
_"Hai tanta fretta?"
_"No, non credo..."
_"Sembri così triste."
_"Mi dispiace lasciare Roma."
In realtà la sua testa pensava altro.
Mi dispiace lasciare te ed avere una vita misera e noiosa in confronto alla tua...come fai a non capirlo!?
_"Ma torneremo!"
_"Lo so, ma sento già la nostalgia. Da me non c'è molto da fare."
_"Puoi andare al mare!"
_"Oh certo...ci andrò..."
Non voleva sottolineare che il problema non erano i luoghi ma le persone. A casa sua era sola. Tanto sola.
Si guardarono intensamente. Ora anche Michele sembrava triste. Aveva percepito un non so che di poco felice nelle parole di Viola. Le avrebbe voluto proporre di vedersi, ma temeva di metterla in difficoltà. Quindi si limitò a sorriderle, cercando di essere incoraggiante.
_"Dai, passa una buona estate. Male che vada, ci rivedremo a settembre!"
_"Si, buona estate anche a te."
Frasi fatte. Non era quello che le serviva per stare meglio.
Michele avanzò forse con l'intento di abbracciarla, ma Viola fece retromarcia, ponendo improvvisamente una distanza significativa tra loro. Era stato un movimento inconscio, quasi a non voler stabilire contatti che la potessero turbare ulteriormente. Era come se quella conversazione avesse alzato tra lei e Michele un muro invisibile. Non c'era più nulla da dire.
Bene, sono proprio un disastro, ora si sentirà respinto...meglio andare via, che figura!
Si era resa conto di essere arrossita violentemente. Si vergognava troppo del suo comportamento impacciato e voleva solo sprofondare.
_"Torno su che la valigia aveva qualche difficoltà a chiudersi..."
_"Va bene, purtroppo le suore non mi fanno salire, ti avrei aiutata volentieri!"
A Viola scappò un risolino sarcastico. Aveva ritrovato un po' di controllo.
_"No, figurati...un uomo nel collegio, orrore!"
_"Immagino...allora ciao..."
Michele sembrava aspettarsi ancora qualcosa: Viola lo percepì ma finse di non accorgersene e si limitò a rispondere con un
_"Ciao, buona estate!" fintamente allegro.
Percorse alcuni passi all'indietro, salutandolo con la mano, poi gli voltò le spalle. Lui rimase a guardarla con un'espressione confusa in volto. Sentivano entrambi di aver forse tralasciato qualcosa di importante.

First love hurtsWhere stories live. Discover now