Era una calda giornata d'estate, Anastasia una piccola bimba di cinque anni, dai ricci e neri capelli e dai lucenti occhietti blu, giocherellava ai margini del suo giardino, dove da li a pochi passi si ergeva un'immensa foresta. Nessuno si sarebbe mai aspettato che in quella giornata, simile a tante altre,sarebbe accaduto un fatto, che avrebbe segnato per sempre la vita della piccola.
<< Anastasia vieni dentro che mangiamo >> gridò sua madre dall'uscio della porta sul retro.
Elein era una donna dall'aspetto molto gentile e pacato,aveva dei lunghi capelli biondi, che teneva sempre raccolti in uno chignon alto, la frangia, che teneva sempre ferma con una graziosa spilla ricoperta di piccole pietre ambrate e dei grandi e rassicuranti occhi nocciola.
<< arrivo mammina >> rispose Anastasia con la sua dolce vocina.
La piccola cominciò ad avviarsi verso casa, ma venne attirata da un rumore proveniente dal sottobosco.
La bambina si avvicinò con piccoli passi al margine della foresta, guardandosi attentamente attorno, per capire cosa avesse provocato quello stano suono, o per megio dire quelo strano verso.
Per la prima volta, Anastasia si rese conto di quanto fosse piccola, rispetto agli imponenti alberi della foresta davanti a se. I suoi occhi cominciarono a brillare come due zaffiri, aprendosi in contemporanea con la bocca, dando vita sul suo volto ad un espressione di stupore ed euforia fuse assieme, per via della bellezza della foresta.Tutto il sottobosco era in penombra, perché coperto dalle fitte chiome degli alberi, che solo i più forti raggi del sole riuscivano a penetrare, illuminando il loro fogliame e il terreno ricoperto di morbidissima erba. Gli uccellini cinguettavano e una leggera brezza di vento soffiava muovendo le imponenti chiome.
Tutti i suoni e tutti gli odori della foresta si mescolavano alla perfezione, creando un atmosfera unica, mai creatasi prima in quella foresta.
Ad un tratto da dietro un cespuglio si mosse qualcosa, attirando l'attenzione della bambina, qualsiasi cosa fosse però era poco più grande di un pallone.
Anastasia fece un passo in avanti verso l'animale, che cominciò subito a ringhiare da dietro il cespuglio.
La bimba non scappò tutta spaventata come avrebbe fatto qualsiasi bambino di cinque anni, al contrario avanzò ancora piu decisa e curiosa, con un gigantesco sorriso stampato in viso. Anastasia si avvicinò al cespuglio, fermandosi a qualche passo dalla creatura.
Sì, creatura, perché era impossibile che quella cosa fosse un normalissimo animale della foresta.
A prima vista poteva sembrare un cucciolo di drago,ma osservata meglio si capiva che non lo era.
Aveva due piccole protuberanze di avorio che le spuntavano dalle estremità della mandibola e alte due a mo di piccole corna vicino alle orecchie da felino, dalle punte delle orecchie spuntavano piccoli ciuffi di pelo, una lunga pelliccia nero opaco e piccoli denti aguzzi e unghie di un bianco brillante e immacolato,che teneva in bella vista per intimorire la piccola. Inoltre aveva piccole ali che teneva chiuse e appoggiate sulla groppa, una lunga coda che finiva nell'appiattirsi a forma di foglia e dei giganteschi occhi giallo vivo, con le pupille allungate come quelle dei felini.
Incantata dalla sua bellezza, la bambina si avvicinò ancora di più alla creatura, allungando la mano verso essa.
La creatura inizialmente indietreggiò, ringiando ancora più ferocemente, mostrando completamente la sua minacciosa ma splendida dentatura. In seguito però, intravide qualcosa nella bambina che la calmò, e fu la creatura stessa ad avvicinare il muso alla mano della piccola, fino a toccarla.
Appena le due si toccarono un'esplosione di calda e confortevole luce le pervase, creando un legame unico tra loro.
La mano della piccola, cominciò a riscaldarsi sempre di più, delle strane rune le stavano comparendo sul palmo della mano sinistra, espandendosi per tutto l'avambraccio, fino all'altezza del gomito,dove si fermarono. Le rune non erano molto grandi e circondavano in modo ellittico l'avambraccio della bambina, brillando di uno splendido azzurro ghiaccio. Mentre la calda luce che le avvolgeva si affievoliva sempredi più le due non smettevano di guardarsi.
In lontananza si senti una voce che gridava.
<< Anastasia, cosa stai facendo laggiù, vieni dentro >>
Era Elein, tornata sulla soglia di casa per richiamare la figlia.
La bambina si voltò verso la madre e cominciò a gridare tutta raggiante.
<< mamma, mamma ho trovato un animaletto possiamo tenerlo? >>
In seguito, la bimba fece un faccino tenero, al quale nessuno avrebbe potuto resistere, allorché tutta incuriosita, la madre cominciò ad avvicinarsi.
Elein rimase perplessa non vedendo nulla vicino alla figlia.
<< tesoro ma dov'è questo animaletto? io non lo vedo da nessuna parte >>
Anastasia un po confusa,girò la testa verso la creatura, che la guardava strofinando il muso contro il palmo della sua mano.
<< mamma,ma è qui guarda! >>
Ritrasse la mano a contatto con la creatura e la allungò verso la madre, toccando le rune con l'altra mano.
<< mammina tu sai cosa sono questi disegni? >>
La madre la guardò ancora piu perplessa.
<< ma quali disegni tesoro >>
Prese il braccio della piccola per esaminarlo, ma non trovò niente di anormale.
Il luccichio delle rune, che a quanto pare solo la piccola Anastasia poteva vedere, cominciò ad affievolirsi sempre di più, fino a sparire del tutto, lasciandole del loro colore originale, un bronzo opaco.
Elein prese la figlia per mano, parlandole con voce gentile.
<< ora torniamo dentro tesoro>>
si girò vetso casa e cominciò a camminare.Mentre andavano verso casa, Anastasia si voltò per l'ultima volta verso la foresta, intravedendo la creatura scomparire tra la fitta vegetazione.
Quella fu l'ultima volta che la piccola vide quella strana ma affascinante creatura.
questa è la prima volta che provo a scrivere qulcosa. Spero che questa storia vi piaccia, ma soprattutto spero di non essere stata troppo noiosa.
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The girl with out limits
FantasyEra una calda giornata d'estate, Anastasia una piccola bimba di cinque anni, dai ricci e neri capelli e dai lucenti occhietti blu, giocherellava ai margini del suo giardino, dove da li a pochi passi si ergeva un'immensa foresta. Nessuno si sarebbe m...