Fuga Notturna

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-Hey, ragazza nuova!

Eleonora sollevò il naso dal libro che stava leggendo, una fanciulla aggrappata alla finestra del dormitorio le faceva cenno di seguirla.

-No, ti ringrazio, sto bene dove sono.

-Dai, non fare la noiosa. La direttrice sa che scappiamo il finesettimana, non ha mai detto niente!

Eleonora posò il libro, si lisciò la vestaglia e si affacciò.

La signorina appesa al davanzale stava cavalcioni sulle spalle di un'altra ragazza, che pareva reggersi in piedi a stento.

-Dove vorreste andare di grazia?

-Andiamo ad ascoltare giusto un po' di musica, poi torniamo.

-Non saprei, sono arrivata giusto oggi al collegio, non vorrei certo essere espulsa...

-Gaia, dovresti mangiare un po' meno dolcetti.

-Zitta Cristiana! Dai ragazza nuova, sbrigati che questa si spacca la schiena a tenermi su.

Eleonora sospirò, e con l'aiuto delle compagne si calò dalla finestra.

Le tre ragazze in camicia da notte sgattaiolarono fuori dal convitto di via Manno e attraversarono la grande discesa, fino ad arrivare ad un club elegante con la porta nera.

Gaia bussò tre volte. Un uomo sulla trentina con dei bei baffoni cerati aprì la porta, e Gaia gli saltò tra le braccia infilandogli la lingua in bocca.

Eleonora diventò paonazza, avrebbe voluto rimproverarla, dirle che era una c- c- cosa inaudita, per carità, un po' di d-d-decoro.

-Devi entrare o resti qui? - Chiese Cristiana, ma Gaia scacciò lei ed Eleonora con un gesto.

Cristiana prese Eleonora per il polso e la trascinò dentro.

Il fumo dei narghilè rendeva difficile vederli, ma la stanza era gremìta di uomini in giacca d'abito istupiditi dall'oppio. Eleonora e Cristiana dovettero scavalcarne due per arrivare alla porta che conduceva al cortile sul retro.

Non appena furono all'aria aperta, Eleonora fu investita dall'odore pungente di sudore misto a profumi da donna.

I gridolini delle signore nella folla stordivano Eleonora più del fumo-

Al centro del cortile, in un'arena, due uomini dai petti sudati e muscolosi.

Cristiana tirò fuori tre monete d'oro dalle calze

-Tre callaresiti su quello con la barba woo!

L'uomo nell'arena le fece un inchino, e si prese un destro sulla mandibola per la distrazione.

-Mi deludi Peppe!

-Ha, mi sto solo scaldando, vedremo se sarai deluso quando ti avrò fatto inghiottire i denti.

-Giuseppe Maria, Se vinci stasera do il tuo nome a una via. Anzi, ti dedico un'intera piazza!

L'uomo barbuto sputò a terra, e sorrise.

Una donna con un grosso cappello si mise proprio davanti ad Eleonora, e la separò da Cristiana.

Eleonora si lasciò alle spalle gli orrendi suoni umidi e i grugniti del combattimento, non aveva nessun interesse per quel tipo di brutalità.

Trovò un angolino tranquillo e si sedette a terra. Aveva i piedi rossi dal gelo ormai non sentiva più le dita.

Chissà che ora era, non era troppo lontana dal collegio, forse sarebbe potuta tornare senza quelle due buone a nulla.

-Che ore sono?

Una signorina si era avvicinata senza che Eleonora se ne accorgesse. Era avvolta in un mantello troppo grande per lei, e aveva i capelli raccolti in due crocchie ai lati della testa.

-Non... non saprei.

-Vorresti scoprirlo?

La signorina sorrise maliziosa.

Con un gesto sinuoso si levò il mantello e lo posò aperto davanti a sé rivelando una piccola collezione di oggetti d'ottone scintillanti.

-Con questo potrai leggere l'ora ovunque tu vada! Non è un semplice orologio da taschino! Ha una bussola incorporata, un apribottiglie, un coltellino e anche un pettine in guscio di tartaruga! Il tutto supportato da un comodo braccialetto di velluto sorretto da uno scheletro d'ottone! E pesa giusto un chiletto e mezzo!

-No grazie signorina, non ho bisogno di nie-

-Ah capisco, magari qualcosa per alleviare la noia. Ti hanno abbandonata in questo postaccio eh? Perché non farti una bella spremuta di arance con questo spremiagrumi?

-Ma dove le trovo le arance?

La signorina la ignorò.

-Non lasciarti ingannare dalle apparenze, questo spremiagrumi è multiuso! Ci puoi spremere le arance, ci puoi lavorare la ceramica, puoi lavarci i panni.

-Sono sicura che-

-e la base è di vero mogano scolpito a mano! L'ho fatto io con le mie mani!-

-Oh... Hai inventato tu tutti questi... marchingegni?

-Assolutamente sì mia cara! Io sono l'inventore più geniale di Cagliari! Ho inventato il crocifisso a cucù, il rossetto meccanico, le launeddas idrauliche, le cesoie a vapore per stirare la lana mentre tosi le pecore (quello va a ruba), la macchina fotogra-

-E questo invece cos'è?

Eleonora sollevò una scatoletta di legno di ciliegio lunga circa 20 centimetri. Quando la aprì trovò un elegante oggetto d'ottone adagiato in un telo di velluto rosso. la misteriosa invenzione aveva una forma allungata, era un cilindro liscio poco più corto della scatola, con delle cupole da entrambi i lati, come una pallottola simmetrica.

-Ah sì, devi essere un'appassionata di pasticceria! Quello è la mia ultima invenzione! Ispirata da antichi manufatti egizi: il battiuova a vapore! Se sviti quella parte... Ecco quella esatto, e ci metti del bianco d'uovo lo monta a neve! Certo, ci mette qualche ora, e un po' si scalda quindi a volte l'uovo cuoce, ma è a prova d'acqua e soprattutto non si scarica mai! Basta infilare un fiammifero in questo buco...

La signorina prese il battiuova dalle mani di Eleonora, svitò una delle cupole, rivelando una miccia che si andava a nascondere in un dedalo di ingranaggi.

La signorina sfilò un fiammifero da una delle crocchie, che senza quella forcina improvvisata si ammosciò.

Accese il fiammifero, diede fuoco alla miccia, e richiuse il battiuova.

Il cilindro cominciò a vibrare, dapprima impercettibilmente, poi sempre più forte, fino a produrre un ronzio simile a quello delle api.

-Devi solo stare attenta a non tenerlo troppo stretto, o ti si addormenteranno le mani.

Eleonora prese il battiuova il cui calore era piacevole sulle dita congelate.

-Quanto... Quanto viene questo?

-Eleonora! Ho vinto un sacco di soldi!

Cristiana era tornata e aveva le calze rigonfie e tentennanti.

-Però ecco, ora c'è questo tipo molto arrabbiato con me e... Cosa stai facendo?

Eleonora la guardò da sotto in su col battiuova vibrante ancora tra le mani.

-Lascia stare queste diavolerie, dobbiamo svignarcela.

Cristiana prese Eleonora per mano e la trascinò via verso la sala interna, mentre un energumeno investiva il mantello della signorina e tutte le sue invenzioni.

Fuga NotturnaWhere stories live. Discover now