1° CAPITOLO

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Sento sotto le mie mani una sensazione familiare, una sensazione che mi rilassa. una sensazione che mi rende felice, libero. Quella sensazione che riesce a calmare l'uragano che ho dentro. Quel materiale freddo e leggero. Quel pallone da pallavolo, che riesce solo per un momento a farmi dimenticare i problemi del mondo.

Ero in palestra, a fare due palleggi contro il muro, giusto per allenarmi nel mio tempo libero, intanto, mi immergo nei miei pensieri. Sono Alessia Adams, ho 18 anni e frequento l'ultimo anno di scuola superiore, mi ritengo una ragazza molto sportiva, una ragazza che preferisce un paio di converse, che delle scomodissime scarpe col tacco. Ho i capelli rosso fuoco, che ricadono con delle marcate onde, sulle spalle, ho gli occhi verde smeraldo e numerose lentiggini sul viso. Ho un corpo normale e sono abbastanza alta. Non sono la più popolare della scuola, e non ci tengo a diventare una Barbie rifatta che apre le gambe a tutti. Amo la pallavolo e la pratico da quando avevo sei anni, e faccio parte della squadra di pallavolo della scuola, dal primo anno ormai.

Vengo risvegliata dai miei pensieri da alcune risate provenienti dal corridoio che porta all'entrata della palestra, mi volto per scoprire la fonte di queste risate e me ne pento subito.

I ragazzi della squadra di Basket. I soliti fighi, corpi scolpiti, come delle statue greche, alti, occhi belli da morire, ma senza un briciolo di cervello. Tra loro c'è anche Logan Wilson, il mio acerrimo nemico, il solito puttaniere dannatamente bello. Poi qualcuno parla, ed è una voce fin troppo familiare, la sua voce.

"Hei Adams, secondo me il muro è più forte." Disse per poi scoppiare in una fragorosa risata, seguito a catena dai suoi amici senza cervello.

"Almeno io riesco a far entrare una palla nel canestro, Wilson." Risposi a tono. Certamente non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, tanto meno da un figlio di papà, come lui. Si sentì un coro di "Uuuuhhhh" del gruppetto di ragazzi e vidi il volto di Logan farsi serio, e mi uscì spontaneo un sorriso, beffandolo.

"Allora la Adams ha la lingua, pensavo l'avessi persa." Scoppiò a ridere.
"Tranquillo, caro. Ma se non chiudi la bocca, te la faccio perdere io." Dissi minacciandolo. Si avvicinò Logan, eravamo a pochissimi centimetri di distanza, riuscivo a sentire il suo bellissimo, ehm volevo dire il suo odore.

"Adams tu non comandi niente e nessuno, anzi facciamo una sfida. Se riesci a prendere la palla, allora andremo via, altrimenti resteremo con te ancora per un ." Disse con un ghigno stampato il faccia. Ovviamente accettai, amavo le sfide, ma di più amavo battere Logan Wilson.
Iniziammo e in un momento di distrazione gli presi la palla, sorrisi vittoriosa e lui mi guardò con uno sguardo omicida, se gli sguardi potessero uccidere, io sarei già nella tomba.

Si avvicinò.

"Adams ricordati che io non perdo mai, e tu sarai una delle mie sfide, anche tu cadrai ai miei piedi, come tutte le altre puttane, tanto siete tutte uguali." Disse andando via con i suoi cagnolini al seguito.

"Convinto Wilson, convinto." Dissi in modo che mi potesse sentire.

SOLITO STRONZO. Pensai tra me e me.

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Ciao Ragazzi/e questa è la mia prima storia, se vi piace lasciate una stellina :) e scusate per gli errori, ma li correggerò presto. E visto che tra una settimana finirà la scuola, pubblicherò molto spesso. Baci

~Reby

Nel mio cuore...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora