La volta in cui Manuel spera che sia un sì -

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Quest'ultima volta e basta.

Z e F vi salutano con affetto, tutto ciò è stato un parto

e ho pianto.

C.










Mercoledì sera.

Altra serata, altro giro, altra paga.

Anche se era cambiato il posto, le regole e certi modi di fare, sicuramente il Phoenix aperto da pochi mesi e situato nella zona di Ostiense di Roma, sapeva ben difendersi.
Di certo, a prima vista il suo aspetto e spazio, - che contava in tutto due sale - e i suoi colori tra cui tra il blu e il rosato potevano ricordare qualcosa di molto familiare. Dei faretti circolari che diffondevano una luce soffusa dal soffitto, rimaneva qualche lampadario a minimale a goccia, sgabelli dello stesso stile, un lungo bancone nero decentrato e ciò che vi era dietro, ovvero la grande parete a vista provvista di alcolici si collocavano in uno spazio lungo e ristretto, ne modificavano sicuramente un immaginario. Sopra la grande parete a vista, in spazi alterni, comparivano micro lavagna con sopra riportati i nomi dei cocktail ma non gli ingredienti con cui erano composti, per quello, bisognava rivolgersi agli esperti che lavoravano dietro al banco. Inoltre, all'interno dello spazio notturno, veniva abbracciata e diffusa musica di un po' tutti i generi: dagli anni 80' alle canzoni più recenti.
Non accoglieva spogliarellisti, né iconiche donne semi-vestite e spettacolini osè, ma i tre baristi che ne erano al comando - e due di loro i proprietari anche -, sapevano colmare la mancanza di quell'elemento, con esibizioni notturne che prevedevano tutt'altro tipo di movenze che riguardavano le mani, le braccia e un accurato equilibrio da giocolieri: con bicchieri, shaker e bottiglie d'alcool. Manuel era entrato nel giro di affari - che vantava una collaborazione con altri due locali come fornitori della zona - con Gerry, senza però poche difficoltà. Il suo apprendistato di barista era iniziato in contemporanea alla sua ripresa degli studi per ottenere il diploma di liceo.

Durante quello stesso periodo, ricordava lo sfianco per abituarsi alla nuova ma fortunata routine "studio-locale-casa" ma in tutto quello a dargli un ulteriore sostegno oltre che il suo amico nonché partner di lavoro, c'era anche Simone. Da almeno tre mesi, Manuel aveva deciso di aggiungere a quello anche la palestra: almeno due tre a settimana avrebbe dedicato il suo corpo a una cura salutistica (cosa che Simone aveva imparato da poco, se non si contavano i weekend e le occasioni speciali dedicati a sfornare dolci).
Manuel, quel mercoledì avrebbe saltato il suo appuntamento settimanale con l'allenamento e sarebbe stato felice di sapere il suo ragazzo ad aspettarlo a casa, come ogni giorno tornato dalla facoltà universitaria, ma quel mercoledì sera - che era diventato quasi un giorno mistico per via dell'introduzione di nuovi cocktail fuori menù su idea di Manuel stesso - Simone aveva deciso di tenergli compagnia al Phoenix, (portando con sé libri che non gli sarebbero stati utili) la cui insegna era riportata fuori con tanto di icona a neon che imitava il classico cocktail Martini.

Il Phoenix - la cui simbologia del nome risiedeva in un grande desiderio di rinascita - era provvisto anche di una televisione al plasma fissata in alto, non tanto grande ma nemmeno tanto piccola, in modo che tutti potessero guardarla e potessero commentare i programmi settimanali o le partite. Quella era stata una spesa dell'ultimo mese, su consiglio di Sara, l'ultima arrivata.
Alla tv, stavano trasmettendo sicuramente una replica di qualche reality show comico ed anche se il volume era stato abbassato di molto - i partecipanti erano ben visibili. Simone lo stava proprio guardando attento, - non calcolando affatto il libro di fisica accanto - seduto allo sgabello centrale, con un drink in mano e giocherellando con la cannuccia blu all'interno del bicchiere.

Manuel finì di servire due gin tonic e un moscow mule con annesse patatine a due ragazzi e spiò con evidente curiosità e tenerezza, l'attenzione del suo ragazzo rivolta tutta allo schermo della tv e alla sua bocca, stretta attorno al suo drink e gli occhi rivolti alla tv.

I do, I do, I doDove le storie prendono vita. Scoprilo ora