LUCI GIALLE

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Odio questa vita, sento di essere in un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire. In particolare oggi odio Bottoni, quel leccaculo ha le mie stesse vendite a lavoro, ma si lavora il capo da mesi, se non faccio qualcosa posso scordarmi la posizione scoperta. Ma cosa dovrei fare?

"La verità è che lo desideri troppo" dice spesso lui, con quel sorriso falso come pochi.

Lo detesto.

E detesto questa schifosissima metropolitana, popolata solo da gente di merda, con volti ormai distorti da espressioni aggressive, vuote e disperate, per estraniarsi e difendersi dal mondo esterno. Mi è difficile vederli chiaramente, sembrano disegnati apposta per essere impossibili da riconoscere. Le loro voci sono coperte dal frastuono e lo stridio delle ruote sulle rotaie, unendosi in una terrificante sinfonia.

Sono tutti talmente assorti nei propri pensieri da non accorgersi di nulla. Ormai anche il mendicante della quarta fermata sembra aver perso le speranze, se ne sta in piedi, curvo su se stesso a guardare il vuoto.

Sceso dalla metropolitana, devo fare un lungo tragitto a piedi. Il mio quartiere è buio e ha l'asfalto pieno di buche, che in questa stagione si riempiono d'acqua, diventando enormi e profonde pozzanghere.

La vita, in questa zona, costa poco, ma per uno come me, arrivare a fine mese è sempre una scommessa. Ho il terrore di perdere la casa, o di non poter pagare la luce o il mio cellulare, fin troppo vecchio e lento.

Per mia fortuna un appartamento al piano terra, in questo quartiere, costa poco e il wifi è condominiale.

Intorno a me ci sono solo case popolari con le loro luci gialle smunte a illuminare questa notte, anche la luna si rifiuta di illuminare questa disgustosissima parte della città. Non come il centro, illuminato da luci argentate e costellata da grattacieli.

Qui c'è aria di odio, mista al fetore e ai fumi che emanano le fabbriche fin troppo vicine alle abitazioni. Nessuno vorrebbe mai vivere davvero qui.

Arrivo a casa, so già che dovrò scaldare gli avanzi di ieri sera, ma ho mangiato abbastanza alla mensa del mio ufficio, quindi andrà bene.

Controllo la posta, mi terrorizza l'idea di beccare qualche avviso di sfratto o di pagamenti non andati a buon fine.

Bolletta.

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E poi...un piccolo pacco, non più grande di una busta da lettere.

"Cosa può essere? Una nuova chiave del portone dell'edificio?" Mi chiedo.

Dopotutto quella porta è sempre stata difettosa, si apre da sola ed è difficile richiuderla.

Entro in casa, è un appartamento piccolo, bilocale. La fortuna di vivere dove vivo è che nessuno verrebbe mai a rubare.

Vorrei poterlo tenere pulito il giusto ma lavorando quasi tutti i giorni, tutto il giorno, non trovo il tempo per occuparmene.

Sembra più un magazzino che una casa, ci sono scatoloni ovunque e vestiti sparsi dappertutto.

La cucina è spoglia, non ho mai voglia di cucinare e lavare i piatti, quindi ne consumo solo due a settimana che sciacquo e riutilizzo sempre.

Ceno con i noodles avanzati. Hanno ancora un buon sapore, se così possiamo definirlo.

Decido di aprire il pacchetto, quasi me ne dimenticavo, e dentro trovo una chiavetta USB, nera e priva di qualsiasi scritta o di un biglietto.

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