LUCI SOFFUSE

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Al mio risveglio la telecamera era sparita. Inutile credere che non possano entrare in casa mia senza farsi sentire o vedere. Potrebbero farmi di tutto, ne sono certo.

Sento ormai di essere impazzito.

Ora mi sta bene? Ho semplicemente accettato queste condizioni?

Forse ho la sindrome di Stoccolma.

Perché è tutto così confuso?

Ho così tanti soldi, ora, che potrei tranquillamente lasciare il lavoro che ho tanto sudato per avere.

Cos'altro possono darmi ora?

Attendo un loro nuovo messaggio. Mi sento come un bambino che aspetta la mamma all'uscita della scuola. Provo tensione e angoscia, ma mai abbastanza da farmi perdere lucidità...spero.

Dalle mie serrande filtra una fioca luce soffusa. Il mattino non ha mai fatto per me, ma non riesco a dormire come prima.

Non so che fare...mi sento più solo che mai, anche se so che ci sono chissà quanti occhi a controllarmi.

Mi tremano le mani, ormai ho consumato e rovinato ogni unghia.

Forse dovrei andare a lavoro, almeno lì mi sento al sicuro.

Anche se sono ancora a riposo vorrei potermi rilassare un attimo. Qui è impossibile.

Prendo l'auto e guido fino al mio posto di lavoro, per quanto mi sia sentito seguito e osservato, non posso vivere con questa continua paranoia.

Entro in ufficio e subito incontro Cavicchia, sempre vestito di tutto punto, questa volta con un farfallino verde con vari pallini colorati come coriandoli.

"Bergman! Credevo ti fossi ammalato."

"Oh no...sono solo molto stanco, è un periodo complicato"

"E' per quello che è successo a Bottoni?" Chiede lui inarcando il sopracciglio destro.

"Cosa?...Lui è...m-" Balbetto io.

"E' ricercato! Hanno trovato la sua famiglia massacrata e lui è sparito!" Mi sussurra con fare teatrale.

Io spalanco gli occhi e la bocca.

"Ne hanno parlato al telegiornale, sono due giorni che lo cercano" Aggiunge lui guardandosi intorno come fanno nei cartoni animati.

Per un attimo perdo l'equilibrio, per poi riprenderlo subito.

Cosa cazzo ho fatto?

E' colpa mia.

Loro hanno fatto questo?

No...io l'ho fatto, cosa cazzo sarà successo a Cifani allora?

Mi viene da piangere, ma la prima reazione che ho è di correre al bagno a vomitare, lasciando Cavicchia da solo.

"Non ti prenderai le tue responsabilità vero?" Dice qualcuno nel bagno accanto al mio.

"Co-Cosa?" Chiedo io sputacchiando i rimasugli di vomito che ho in bocca.

"Non riuscirai a vivere a lungo così" Dice la voce a me familiare.

"Tu che ne sai?" Chiedo io alzandomi dal pavimento del cesso.

"Tu disprezzi tutti, ti senti superiore, ma quando devi prendere una decisione che svolti la tua vita, ti ritiri come una schifosissima chiocciola nel suo guscio. Cosa ti distingue dagli altri che ti circondano?" Dice lui mentre mi avvicino alla porta del suo bagno.

"Sei più patetico di quanto credi, Bergman, sei un ratto"

"Cosa cazzo vuoi da me?" Grido io d'istinto.

LOOK AT THE SILVER LIGHTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora