Find me in your dreams

89 9 38
                                    

L'aria in quel locale era calma, pacata e rilassante: le luci soffuse dei lampadari e i colori caldi delle pareti trasmettevano la tranquillità che l'animo di Jimin, stanco dalle troppe ore di studio, cercava.
Si trovava da solo in quel posto tranquillo (agli altri tavolini qualche cliente che si godeva quella pace come lui mentre gustava qualche pasticcino o una fetta di torta), sorseggiava una tisana ai frutti di bosco vicino alla quale erano state portate due paste, rispettivamente una alla marmellata e l'altra al miele. Un libro, che in quegli ultimi giorni aveva attirato la sua attenzione, era aperto a pagina novantasette veniva letto tra un sorso di tè o un morso al pasticcino al miele, il suo preferito; gli auricolari attaccati al telefono trasmettevano musica Jazz a basso volume nelle sue orecchie in modo che potesse rilassarsi abbastanza da percepire la differenza tra la musica che ascoltava e il mondo esterno, non in modo fastidioso ma piuttosto tranquillo.

Tutto sommato era un bel locale, era quasi tutto arredato in legno di ciliegio, il cui colore accompagnava quelli caldi delle pareti, presentava un buon contrasto con le luci giallognole e basse che il locale teneva accese a quell'ora della sera.
Il bancone, anch'esso in legno, si trovava in fondo alla sala, sopra al quale erano poggiati i gomiti delle persone che aspettavano i loro ordini; davanti ad esso c'erano le sedie più alte sulle quali i clienti erano seduti.
La sala era costituita da un pavimento in parquet lucido su cui erano posti ordinatamente i tavolini in legno di ciliegio; ogni tavolino aveva due sedie dello stesso materiale mentre su di esso vi era un contenitore per le bustine di zucchero, quello per i fazzoletti e infine, posto verticalmente, era posizionato il menù del locale dai colori bordeaux e neri. Sulla facciata principale il logo del locale era disegnato orizzontalmente e consisteva nel nome di esso, Red Cafè, scritto con un carattere raffinato in colore oro circondato da una linea del medesimo colore.
Al centro c'era un piccolo palco sempre in legno sul quale era posizionata un'asta, la quale reggeva a sua volta un microfono, una chitarra acustica sul fondo e infine al centro, posizionato elegantemente, c'era un imponente pianoforte a coda di colore bianco lucido, un po' in contrasto con quei colori caldi ma che rendeva il tutto perfetto poiché aveva delle rifiniture ai bordi in oro; davanti ad esso il suo sgabello in pelle bianca con le gambe rivestite d'oro.

Il ragazzo, seduto comodamente sulla sedia, si chiedeva chi lo avrebbe suonato quella sera poiché i pianisti che di solito venivano erano sempre diversi e ognuno più bravo dell'altro.
Chissà perché il proprietario non né prende uno fisso e basta, pensò Jimin mentre finiva di sorseggiare la sua bevanda, sentendola riscaldare tutto il suo torace. Quella era una sensazione che amava sentire ogni volta che beveva un tè o una tisana.

Jimin amava scatenare reazioni nel suo corpo: nulla di esagerato ovviamente, nessuna tortura medioevale veniva inflitta al suo corpo scolpito da anni di danza se non, appunto, quest'ultima.
Semplicemente amava vedere cosa sarebbe successo se avesse bevuto il tè più caldo del solito quella volta, inspirare talmente tanta aria da poter controllare quanta né servisse affinché i suoi polmoni sarebbero stati del tutto pieni o pizzicarsi la pelle sulle mani per vederla arrossare leggermente prima di tornare velocemente al suo colorito naturale.
Cose semplici, strane agli occhi degli altri ma divertenti dal suo punto di vista.
Beh, Jimin era uno studente universitario di medicina quindi era forse normale avere quelle piccole fisse per testare il suo corpo e in quel momento sentire la gola quasi bruciare per il troppo calore gli fece appuntare (come se già non la conoscesse) la reazione che il suo corpo ebbe.

Ad ogni modo, una volta finito anche di mangiare, tolse gli auricolari, li posò nel suo zainetto in pelle e riprese a leggere il suo libro (il quale adesso era a pagina centodue), aspettando che la musica del pianoforte gli carezzasse le orecchie per poi dedicare tutta la sua attenzione al pianista dell'occasione.

Si perse nella lettura del suo libro amando il modo in cui quel protagonista si stava lentamente innamorando della ragazzina che aveva sempre preso in giro.
Un grandissimo cliché, ma proprio per questo a Jimin piaceva: anche lui sognava di trovare la sua metà in quel modo naturale. Era forse innamorato dell'idea dell'amore più che altro: sognava di trovare qualcuno e amare quella persona con tutto sé stesso.

Find Me In Your Dreams -oneshot yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora