Attack on Titan

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I said

Il mare innalzò le onde, alte e trasparenti, che andavano a scontrarsi contro le imbarcazioni del porto. Era una bella giornata, e il sole splendeva alto nel cielo illuminando tutti i cittadini della grande città di Marley.

<Porko!> chiamò la ragazza dai lunghi e disordinati capelli corvini, il sorriso stanco ma ugualmente gioioso che le illuminava il volto. <Cosa fai?> chiese, osservando il ragazzo dai capelli color cenere inserire un pezzo di carta, leggermente ingiallito, all'interno di una busta bianca ma rovinata col tempo, con sopra un particolare stemma raffigurante una regina.

<Consegno una lettera.> rispose il ragazzo, richiudendo la busta, dandola tra le mani del pescaiolo che stava ritirando la rete per pescare. <Non conosci il destinatario.> si affrettò ad aggiungere, probabilmente, per evitare qualsiasi domanda per lui scomoda o riservata.

<Va bene.> annuì la ragazza comprensiva. <E' meglio se raggiungiamo Reiner e i bambini.> riprese a dire, cambiando discorso, e indicando le persone nominate, distinguibili dalla massa a causa della fascia rossa, del maggiore, come quella che portavano costantemente loro sull'avambraccio, e gialla, per i quattro bambini.

Porko alzò lo sguardo, rivolto all'uomo dai capelli biondi. Inconsapevolmente, Reiner conosceva il destinatario della sua lettera, meglio di quanto lo conoscesse lui. Infatti, indirettamente, era stato proprio l'amico a presentarglielo e, di conseguenza, a spingerlo ad inviare quel foglio di carta che, se fosse stato intercettato dall'esercito marleano, sarebbe stata la sua stessa condanna, probabilmente.

Hello

Ciao Demone,
o forse Satana.

La ragazza sorrise al soprannome, era da tanto che qualcuno non la chiamava in quel modo. Non le mancava, certo, ma forse, nel suo piccolo, provava una certa nostalgia.

Reiner mi ha raccontato di te, ti definisce una persona sadica, come tutti i tuoi compagni. I demoni dell'isola, coloro che si sono impossessati del colossale e del femmina. Non so cosa sia successo sull'isola, ma, per come dice Reiner, siete una minaccia. Una grossa minaccia.
Nonostante ciò, Braun ha parlato molto di te e della tua amicizia con Annie. Incredibile, un demone che riesce a legare con quella ragazza tanto apatica quanto isolata.
Sarò chiaro con te, non voglio fare amicizia. Reiner si fida di te, si capisce da come ne parla, ma io non mi fido delle sue parole. Quindi, arriverò subito al dunque...

Satan

La Winters continuò a leggere la lettera, piena di odio, curiosità e sarcasmo. Probabilmente, la stava provocando, per qualche odio represso da tempo. Il suo astio si poteva notare a chilometri di distanza.

Ghignò soddisfatta. Quel ragazzo, aveva un odio nei confronti dei così detti demoni e, nel particolare, verso di lei, tanto malsano quanto, in un certo verso, attraente. Tutte queste emozioni scritte su un semplice pezzo di carta ingiallito era una cosa così ironica, e in qualche modo era una così grande cafonaggine che non se la riusciva a spiegare.

Ma chi era lei, se non un demone, per tradire le aspettative di un eldiano onorario? Ampliò il suo sorriso e ripiegò su se stesso il foglio, per poi inserirlo nel taschino della sua giacca. Era ora di mettersi all'opera.

~~

<Forster!> esordì la ragazza, avvicinandosi verso la porta d'uscita della mensa, per raggiungere il ragazzo.

<Winters.> rispose lui, girandosi, ed mostrando un sorriso da ebete sul volto. <Come posso aiutarti?> chiese ghignando.

Quel ragazzo era spavaldo, esageratamente spavaldo. Credeva che ogni sua decisione fosse la migliore, ogni suo pensiero dovesse esser rispettato. Era la vera e propria personificazione di Narciso, aggiungendo un misto di egocentrismo e stupidaggine. <Ho bisogno di un favore.> esordì, avvicinandosi ulteriormente, per non esser sentita dai compagni dei vari distretti.

Ciao, Demone di Paradis [AOT OC- 4 SEASON ARC]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora