Dalila. Se qualcuno glielo chiedesse, il suo nome è Dalila. Nessuno deve sapere che in realtà si chiama Camille, o che è francese.
Dalila è una ragazza francese di buona famiglia, ha diciannove anni. Ha un grande interesse per la fotografia e per la Storia. Ha avuto un paio di storie poco importanti, nel passato, ma ormai sono troppo lontane per farle ancora del male. Tutti ragazzi dal cuore di ghiaccio che non hanno esitato a prendersi gioco di lei... o almeno questo racconta a se stessa.Una persona che perde un braccio continuerà a sentire prurito al braccio mancante: questo fenomeno si chiama prurito fantasma.
Un ragazzo che scompare dalla tua vita, che sparisce dai social, che non ti dà neanche la soddisfazione di dirti la verità, o di dargli dello stronzo, lascia un dolore simile: anche se lui manca, continui a sentirlo. Ti guardi intorno, per strada, e lo vedi. Sei al cinema, e ti sembra di sentire la sua risata tra quella degli altri spettatori.
Come sia possibile lasciare Dalila - e ve lo dico in qualità di narratore, anche se non molto imparziale... e presto capirete perché - è un mistero. Certo, Dalila ha degli interessi davvero poco comuni: non va spesso a ballare, non ama lo shopping. Dalila affronta volentieri numerose ore di studio, e si lascia trasportare dai mille e mille libri che legge in ogni momento libero. Come dicevo, Dalila ama la Storia, e la fotografia.
Ma lasciando un attimo da parte gli interessi di Dalila, è bella da mozzare il fiato, nonostante faccia di tutto per non mettersi in mostra: Dalila è fin troppo pudica. E lo sa, e vorrebbe cambiare... ma non riesce. Come la si può biasimare?Dalila ha le labbra rosse, e due occhi verdi da intimorire qualunque ragazzo dopo un contatto visivo prolungato. Ha ciglia lunghe, senza bisogno del rimmel. Ma si nasconde dietro occhiali da vista dozzinali e non più di moda, tanto che ormai sono quasi vintage.
Dalila ha capelli neri e ricci, ricci molto fitti che si arrotolano dalla testa alle spalle.Adesso Dalila sta camminando sulla spiaggia, ed è scalza. Odia le infradito, le si rompono tutte. Cammina verso un bar che si chiama "La Spelonca" o qualcosa del genere.
È da un po' passato mezzogiorno. Nel bar sulla spiaggia - una passerella, dal bancone si allunga fino a fuori del locale, e si interrompe giusto prima della battigia, dove a volte le onde arrivano, e accarezzano il suo legno - non è rimasto quasi nessuno. Sono quasi tutti a casa: chi per pranzo, chi per lavoro.
«Ciao sono Ca... Dalila, mi chiamo Dalila» e sorride. Si toglie gli occhiali, sperando di ammaliare il ragazzo al bancone e non farlo riflettere sul proprio errore. Magari non l'aveva neanche notato che stava per rivelargli il suo nome. E per Dalila è fondamentale non far sapere chi è, dove si trova, e... e tante altre cose.
«Ciao... e piacere... Dalila» dice il ragazzo e si asciuga il sudore dalla fronte. È una giornata molto, molto calda «desideri qualcosa da bere?»
Dalila tira un sospiro di sollievo. Nessun sospetto.
«Una limonata, grazie...» e non fa in tempo a finire, che il barman si volta indietro, si abbassa, e sparisce. Un tintinnio di vetro lo segue.
«Anche se... non sarei venuta qui per bere, in realtà...»
Dalila si trova in Toscana. Sono anni che ci viene con la sua famiglia, davvero tanto tempo. Ormai per lei la Toscana è una seconda casa, e l'italiano una seconda lingua. Quasi quasi non si sente la sua lieve inflessione francese. A meno di non avere un orecchio particolarmente sensibile.
Il barman si rialza tenendo una bottiglietta di limonata per il collo.
«E... come mai sei qui?»
Il barman è davvero carino, tra l'altro. Ma deve essere piccolo. Come diceva Rebecca, la sua amica italiana? CBCR, Camille. Si dice CBCR in questi casi e sorride nella tenera ombra di quel ricordo, senza nemmeno accorgersene.
Dalila torna al presente, e si mette a frugare nella borsa di tela che portava alla spalla sinistra.
«Sto cercando un lavoro, a dire il vero» e sventola in faccia al barman carino il suo CV, il Curriculum Vitæ.
Ovviamente, nulla di quello che c'è scritto è vero. Tutto sfacciatamente falso, foto a parte.La nonna di Camille era appassionata di drink, e ne sapeva fare di molto buoni. La nonna Amelie, la mamma di sua mamma. Era stata lei a insegnarle tutti i trucchi del mestiere. Ma sul curriculum ha segnato tutte referenze fasulle. Tutti i nomi dei posti in cui Dalila dichiara di aver lavorato hanno chiuso almeno tre anni prima. Ma il suo datore di lavoro non deve necessariamente saperlo.
Il barman dà un'occhiata al foglio e sorride.
«Va bene, vieni con me» ed esce da dietro al bancone, raggiungendo Dalila «ti porto dal boss»
Dalila sorride e lo segue. Ha bisogno di questo lavoro, perché Dalila non può tornare indietro. Non potrà essere Camille per un po' di tempo ancora. Si slega i capelli, mette in borsa gli occhiali e tira fuori il sorriso più dolce di cui è capace.Se sei donna, e sai come esserlo, il mondo è ai tuoi piedi, immagino.
Ma Camille, o Dalila che sia, imparerà presto che il suo dolce sorriso non incanta proprio tutti. E no, non parlo di me.

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Estate, la sua pelle (toi et moi)
RomanceDalila è una dicannovenne che conduce una doppia esistenza: in realtà si chiama Camille, è francese. Non può rivelare il suo vero nome. In vacanza sulla costa toscana, cerca un significato alla sua esistenza: le sue passioni, il mare, un nuovo lavor...