Non molto quello che potevo scrutare dalla vista Nord, una amalgama brutalmente banale, piatta e uniforme di argilla e calcare, sudore, sangue e acciaio, al di là di quella solo altri osservatori, come me. Condividiamo un comune destino noi e gli uccelli, sapete? Nasciamo spiumati, poi quando ci crescono le piume impariamo a fuggire, e fuggendo piano piano perdiamo le piume.
Vista Sud: il muro ha la superbia di esibire un poster di un Tetrao Urogallus (comunemente chiamato Fagiano di monte) nell'atto di bere una pinta di birra, è importante non confonderlo con il comune Tacchino americano, gaffe che ho commesso il mio primo giorno, data la loro somiglianza. A settembre inoltrato ho avuto la fortuna di ammirare uno spettacolo senza precedenti; una famiglia di Lipaugus unirufus, padre madre e figlioletto, è rimasta a pernottare sulla finestra della mia vista Est, sono uccelli passeriformi che si trovano solitamente in America centrale e meridionale, in particolare in Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, ma è molto comune anche qui a Panama. Un esemplare adulto è lungo circa 16 cm. Ha un piumaggio verde smeraldo sul dorso e sulle ali, che possono raggiungere una apertura alare di 20cm, mentre la testa, la gola e il petto dovrebbero essere di un rosso-arancio intenso. Papà sembra aver perso quella tonalità di verde che conferisce brillantezza alle sue ali, mamma invece è carente di rosso, tanto che da vivace scarlatto il suo petto è diventato di un rosa pallido. I pulcini della specie sono grigi, come tante persone aspettano gli anni della maturità per esibire i propri colori, per poi perderli, inevitabilmente.
Chissà cosa pensa il piccolo del pellegrinaggio che lo attende, quali sono le sue aspettative? si sentirà come un fuggitivo forse? braccato dal freddo invernale lui sa che solo il tepore tiepido della speranza gli offrirà conforto nel suo interminabile volo verso un clima migliore, ma perché fuggire?
Non la morte ma la vita lo fermerà, ha appena imparato a volare, può disegnare nuvole con le sue ali abbracciando l'orizzonte, lo scirocco lo culla dolcemente e le correnti ascensionali gli conferiscono forza. Come può egli immaginare che la vita che insegue è la stessa vita da cui fugge? Come potrei io spiegargli che a nulla serve volare se non fai altro che fuggire? A quale scopo? Ormai è troppo tardi, Il passero è già partito. Oggi il calendario ha deciso che io devo smettere di inseguire la vita, nulla ha potuto colmare il vuoto della mia prigionia, non i libri, non la noia, non la lenta e insofferente agonia della mia colpa. Nulla, nulla di nulla. Oggi ho visto per la prima volta un esemplare a me ignoto, le sue ali di un blu indefinito sfioravano le sbarre alla finestra e il cielo, che lo guardava incuriosito volteggiare con la grazia di un ballerino, risaltava l'eleganza del suo piumaggio, un manto scuro e misterioso, che quel sottile rivestimento di mare lo rendeva il più raro tra gli zaffiri. Il suo becco curvo e affilato è un'arma mortale, il bagliore dei suoi occhi indica che è pronto a colpire. Chissà forse l'ho solo immaginato...probabilmente era il foulard della moglie del secondino, lui non le dava abbastanza attenzioni e lei magari ha pensato che assistere all'esecuzione di un condannato a morte potesse restituire quella flemma di un tempo...
L'interruttore è azionato, quello che segue è pura oscurità.
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Vista con mare di piume
Short StoryBreve racconto poco più lungo di questa descrizione.