Prologo

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Nella mia stanza risuonava "Best day of my life".

Spuntò dalla porta mio fratello: "Ei Jess". Attirò la mia attenzione, così mi allungai per arrivare al bottone che fece stoppare la canzone. I miei occhi erano fermi sui suoi per chiedere spiegazioni. "Sai..." entrò e chiuse la porta "mi manca mamma, mi mancano le Outer Banks" continuò senza guardarmi. Nostra madre venne uccisa da nostro padre 14 anni fa.

Nostro padre, Luke, era un uomo orrendo, grosso, che giocava d'azzardo ed era dipendente dall'alcool. Un giorno tornò a casa presto, e come sempre ubriaco, non trovando mia madre pronta ad accoglierlo si infuriò. Come era solito fare la andò a cercare per la casa, se così si poteva chiamare; era una baracca che stava su per non so quale forza di Dio. La trovò che mi cambiava il pannolino, avevo solo 8 mesi, la prese per i capelli e la strattonò fino al salotto. Nostra mamma aveva insegnato a JJ, mio fratello, che se un giorno avesse temuto per sé stesso o per me avrebbe dovuto prendere il telefono di casa e chiamare il 911, poi portarmi con sé in camera sua e chiudersi a chiave dentro. Quel giorno capitò. Nostra mamma, Natalie, stava urlando dal dolore che gli schiaffi e i pugni di nostro padre le facevano provare quasi quotidianamente. Finché cessarono. Tutto d'un tratto il silenzio incombé in casa. Le grida si erano fermate. Sentimmo la macchina di nostro padre uscire dal vialetto, e solo allora JJ decise di girare la chiave e andare in salotto, mi lasciò sul suo letto, per paura che Luke fosse ancora in casa e che mi potesse fare del male. Nostra madre era distesa a terra in un lago di sangue. Un vaso di fiori era rotto proprio accanto alla sua testa. JJ provò a svegliarla, urlando e scuotendola, "Mamma! Svegliati!" mi ricordo di averlo sentito gridare. Poi tra le lacrime andò a prendere il telefono e chiamò i soccorsi che arrivarono dopo qualche minuto. Nel mentre JJ tornò da me e mi abbracciò, mi addormentai ma le urla che fece la polizia mi svegliarono. Così aprii gli occhi ed ero in camera mia nella mia culla, mentre mio fratello era di là a raccontare quello che aveva sentito attraverso i muri. Iniziai a piangere. "Chi è?" chiese un poliziotto. "È la mia sorellina, Jessica" rispose JJ, che venne da me, seguito dal poliziotto, e mi prese in braccio. "Questa persona gentile è Nolan, ci è venuto a salvare; fai ciao con la manina" mi incitò mio fratello così mossi lentamente la mia mano in segno di saluto.

Dopo qualche giorno nostro padre venne rintracciato in un casinò e venne arrestato, giustiziato e condannato a 33 anni di prigione per l'omicidio di nostra mamma.

Io e JJ finimmo in affido solo 5 anni dopo, visto che i nostri nonni abitavano lontano da noi e nostro zio non voleva avere l'impegno di accudire due bambini orfani. Ci adottò una coppia felicemente sposata, Oliver ed Ellen. Lui era un neurochirurgo e lei faceva la sua "aiutante".

JJ poggiò la testa sulla mia giacca appesa all'appendino, mentre cercava di nascondere le lacrime. Sapeva quanto soffrivo quando lo vedevo piangere. Mi alzai dal letto e mi diressi verso di lui. Gli buttai le braccia al collo e lo strinsi in un abbraccio. Non serviva dire una parola, solo un abbraccio. Mi strinse a sé e iniziò a piangere molto più forte di prima. Accarezzavo i suoi capelli biondi. Si staccò da me dopo qualche minuto e solo allora notai i suoi occhi azzurri rossi come non mai. Presi un pacco di fazzoletti dal cassetto della scrivania e glieli porsi. "Grazie" singhiozzò. "Visto che Oliver ed Ellen sono via per lavoro, ti va di ordinare un fast food e maratona di Netflix finché non ci addormentiamo?". Gli spuntò un sorriso su quel volto stupendo: "Prendo le chiavi della macchina" esclamò. Annuii mentre mi incamminavo verso la scarpiera, presi le mie solite converse bianche e aspettai il rumore della macchina che mi fece capire che era aperta.

Salii sulla Range Rover nera di mio fratello e ci avviammo verso il fast food più vicino a noi.

Tornati a casa, accesi la Tv mentre JJ andò a prendere tutti i cuscini della casa che trovò e li portò in salotto buttandoli sul divano. Aprii Netflix, "Mmh, che guardiamo?" gli chiesi, scorrendo sui film consigliati, "Ricominciamo a vedere tutti i film della Marvel?" mi rispose, con un altro quesito. Non me lo feci ripetere due volte e premetti il pulsante del telecomando, avviando Iron Man 1. 

***

JJ's pov

Guardai 3 film in tutto, Jessie si era addormentata già al secondo; me ne accorsi solo a metà di Iron Man 2, quando si rannicchiò più stretta a me, quindi la guardai negli occhi e notai che erano chiusi; così, da bravo fratello, la presi in braccio e la portai nella sua camera, le rimboccai le coperte e le stampai un bacio in fronte, lasciando che le parole: "Buonanotte Jess" mi uscissero automaticamente dalla mia bocca. 

Mentre la Tv era in pausa scrissi un bigliettino "Hey Jess, quando leggerai questo bigliettino sarà domani mattina. Se non sono ancora a casa è perchè sono da Mya, quella che ti ho presentato l'altro giorno a scuola, ma non quella bionda, lei è Paige, quella mora con gli occhi verdi. Sì, quella dea. Mi ha appena scritto che ha casa libera, quindi non me lo faccio ripetere due volte. A domani, JJ."

So- Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora