Il ricordo della prima volta che avevo preso l'aereo era impresso nitido nella mia mente, l'adrenalina che man mano saliva, il conto alla rovescia che separavano le ruote dal terreno. E poi, finalmente, il distacco da terra. Il senso di vuoto. Il cordone ombelicale che si spezza una volta per tutte.
Non ero pronta, ma al tempo stesso sapevo che non era necessario esserlo, perché nella vita ci sono occasioni che capitano talmente velocemente, che non ti danno il tempo di riflettere se sia giusto o sbagliato coglierle.
Io avevo deciso di coglierla quell'occasione.
Ci sono più cose in cielo e terra, Orazio, di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia.
Molti dubbi mi perseguitavano, braccandomi come un segugio. Dubbi che avevano le fattezze umane e gli occhi di mia madre.
Dire di aver vissuto dentro una bolla, sarebbe come usare un eufemismo, magari non renderebbe nemmeno l'idea. Per diversi motivi, non sono mai stata un'amante dell'ignoto, ma a un certo punto della mia vita ho sentito come una specie di richiamo. Così l'idea di abbandonare tutti e fare domanda per una multinazionale di Lisbona mi sembrava abbastanza folle. Ciò che mi aveva stupita di più, in realtà, era stata la velocità con cui avevo dovuto sistemare tutto ciò che avevo lasciato irrisolto, avvisare gli amici e spiegarlo ai miei genitori. Non era tanto mio padre il problema, lui mi aveva spronata affinché trovassi la mia strada, quanto mia madre. Troppo apprensiva, troppo attaccata al ruolo che ricopriva nella vita, che temeva di veder allontanare sua figlia ma al tempo stesso pretendeva da lei un'indipendenza che non era in grado di offrirle. Il paradosso dell'essere un genitore.
Il colloquio si era concluso in due settimane e l'azienda mi aveva assicurato che nel contratto ci sarebbe stata la possibilità di avere una casa da condividere con altri colleghi, ma non avevo idea della zona in cui sarei finita né chi sarebbero stati i miei coinquilini.
Andare a lavorare come moderatore di contenuti inizialmente non mi aveva entusiasmata, tuttavia, una volta iniziato il training, scoprii che poteva essere divertente (a modo suo). Le prime settimane avrei avuto un orario fisso dal lunedì al venerdì poi, una volta terminato il periodo di training, avrei avuto orari che cambiavano di mese in mese, con la possibilità di lavorare anche di notte. Non mi sarebbe dispiaciuto avere turni notturni, sia perché la paga sarebbe stata molto più alta, sia perché nell'ultimo periodo avevo iniziato a soffrire d'insonnia.
Allora tanto valeva restare sveglia guadagnandoci.
Quando uscii dall'aeroporto di Lisbona c'era una macchina aziendale che era venuta a prendermi e che mi avrebbe portata nella nuova casa. Un uomo alto e ben piazzato mi scrutò da dietro gli occhiali da sole. Notai immediatamente il badge che gli pendeva dal collo che riportava il suo nome e cognome e una foto che non gli rendeva per nulla giustizia.
«Bom dia, sei Martha, giusto?» domando in un accento portoghese.
Mi sforzai di sorridere e annuii. «Buongiorno. Sì, sono io, molto piacere.»
«Io sono Joao e mi occupo di accogliere le new hires. Stiamo aspettando anche un'altra ragazza che era sul tuo stesso volo e appena arriverà andremo subito in ufficio». Il pensiero che non sarei stata l'unica in quel momento mi rincuorò molto, perché con molta probabilità sarebbe potuta diventare la mia coinquilina. Poco dopo, vidi avvicinarsi una donna bassa e formosa, vestita completamente di nero e un enorme valigia al seguito.
«Perfetto, possiamo andare» esordì Joao, appena la ragazza che ci informò chiamarsi Esther ci raggiunse. Durante il tratto di viaggio verso una delle dieci sedi sparse per tutta Lisbona, Joao ci diede qualche dritta sulla vita a Lisbona, intervallando domande sulla nostra vita personale. Continuavo a guardare fuori dal finestrino, cercando di imprimere nella mia mente le immagini dei negozi illuminati dal freddo sole di febbraio, del verde dei parchi.
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Bullet for prisoner
Lãng mạnTrasferitasi da poco nella movimentata Lisbona, Martha Scott pensa che la sua vita sia tutta in salita. È riuscita a fuggire da una famiglia che non la capiva abbastanza, da una relazione tossica e dalla paura della persona che sarebbe potuta divent...