Capitolo 1

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I ricordi possono essere la cosa che più di tutte può privarti dell'ossigeno e della tua sanità mentale e in molti questo lo sanno bene. Il rumore del dolore che ti trafigge il petto per l'ennesima volta, quando hai sperato che questa sarebbe stata diversa è qualcosa che ti priva della vita e della voglia di vivere in questo mondo.

È un pensiero che prende il controllo della tua debole mente ogni volta che ti ritrovi al buio e sola senza la miriade di pensieri che di solito ti affollano la testa. Pernsieri che tu metti uno sull'altro in un'accozzaglia senza senso nel vano tentativo di non ritrovarti mai la mente vuota.

Sono in grado in un attimo di riportarti a quei giorni bui che ti hanno condotto ad essere la persona che sei oggi. Diventi un guscio vuoto che ha paura dei suoi stessi ricordi, quando loro invece dovrebbero essere i tuoi tesori più preziosi. I ricordi dovrebbero salvarti dalla solitudine e non diventare il tuoi peggior nemici.

I sentimenti ti diventano estranei tanto da ritrovarti senza veri legami pur di non soffrire nuovamente, pur di non versare ulteriori lacrime. Loro sono in grado di divorarti dall'interno finchè non impari a racchiuderli fuori dalla tua anima per non soffrire ulteriormente.

Diventi... diventi come me.

Diventi qualcuno che ripudia i legami e gli affetti e che si rifugia in ciò che gli impedisce di pensare e di ritrovarsi in quel mondo di spettri. Io sono una di voi, sono come voi. Sono una persona che non crede più nei sentimenti perchè è stata troppe volte ferita da essi, ferita dalle persone di cui si fidava, troppe volte è stata sotterrata e devastata da questi.

"Sveglia, bambina. Dove sei finita con questa testolina?" dice la voce dell'uomo a cui mi trovo davanti ora.

Sono genoflessa davanti a un uomo molto più grande di me, a cui non avrei dovuto concedere  il potere che ora ha di distorcermi la mente e di plasmarla come meglio crede. È un controllo che mi può distruggere la mente, ma non il cuore, perchè ormai è protetto da una capsula di zero aspettative sul mondo.

Il potere che dai in mano a questo tipo di uomo ti fa allontanare dalla realtà tanto che non vorresti più tornare alla tua vita, proprio come desideravi quando ti sei approcciata a lui.

Alzando gli occhi verso costui, porto avanti il collo cosicchè lui possa accarezzarmi la guancia. "In un luogo dal quale tu mi devi salvare" dico prima di ritrovarmi il suo pollice in bocca, mentre le altre dita scavano nella mia guancia senza remore.

Le sue dita ruvide mi graffiano la pelle sensibile come se fosse carta vetrata. Il suo guardo marrone diventa ancora più scuro mentre mi guarda con un velo di rabbia a solcagli il volto. È un sguardo che è in grado di farti vibrare il sangue nelle vene.

"Devi restare cui con me my doll, non è permesso allontanarsi quando sei qui con me" rispose lui scavando con più rabbia all'interno della mia bocca. A quell'invasione mugugnai appena mentre arpionavo con le dita i pantaloni eleganti che indossava lui.

Non volevo si fermasse anzi, ma l'istinto di liberarmi da quell'invasione era impossibile da non ascoltare. L'istinto di autoconservazione è qualcosa da cui nemmeno i più bravi sono in grado di sottrarsi. Volevo che mi prendesse, mi facesse urlare e dimenare fino allo sfinimento, mentre lui si saziava del mio agonizzante piacere, come più gli aggradava.

"Leva quelle mani dalle mie gambe e smettila di far rumore se non vuoi che in bocca finisca altro, per cui davvero dovrai piangere" disse lui stringendomi le guance con forza. A quella stretta, agli angoli degli occhi si formarono delle perle di lacrime che cercai di non versare perchè mi ero ripromessa di non farle mai più cadere per nessun uomo.

Feci come disse e mi ritrovai a desiderare di più. A desiderare, come amavo, di essere privata della mia stessa volontà e quell'uomo con cui ormai mi vedevo da qualche tempo ne era in grado come non era mai successo prima di allora. Prima di lui non avevo mai scoperto di avere un lato che bramasse essere sottomesso, ma ora che lo sapevo non ero più in grado di farne a meno.

Con lui non servivano sentimenti che potevano privarmi di me stessa com'era successo in passato. Con lui potevo provare solo piacere o dolore esteriore, ma mai interiore e questo mi faceva apprezzare ancora di più quest'uomo che con i suoi modi rudi mi aveva reso la sua dama.

Con uno schiocco ritirò il dito dalla mia bocca e lo fece scendere lungo il mio collo con movimenti lenti. "Apri le gambe bimba e strusciati" gli sentii dire roco prima di ritrovarmi il suo piede, ancora all'interno delle scarpe, sotto di me. A quel tocco sgranai gli occhi perchè sapevo di volerlo anche se mi faceva sentire sporca.

Quella era una delle tante cose che non avevo mai provato e che tante persone nemmeno avrebbero mai fatto, ma io lo feci. Appoggiai le mani a terra e allargai le cosce finchè non riuscii a sentire la sommitta della scarpa sfiorarmi là sotto e da lì non riuscii a far altro che gemere.

Il suo piede iniziò a muoversi con movimenti lenti e circolatori provocandomi piacere, mentre il mio sguardo veniva incatenato nel suo che con approvazione mi faceva capire di essere nel giusto.

Avevo creduto per molto tempo di sbagliare a desiderare ciò, ma grazie a lui e al mondo che mi aveva fatto scoprire compresi che ora strusciarmi da sola sul suo piede non era nulla di cui versognarsi.

"Apri la bocca" ordinò lui strattonandomi i capelli che aveva legato in una treccia e quando lo accontentai mi ritrovai ad essere quasi soffocata da un aggeggio di metallo che lui mi aveva con prepotenza fatto entrare in bocca.

"Lubrificalo. Sarà un gioiellino perfetto tra poco dentro di te" rantolò lui, mentre il suo pene diventava sempre più gonfio davanti la mia faccia. Se non avesse liberato in fretta l'erezione ero più che sicura che la cerniera dei jeans si sarebbe strappata.

"Voi dirmi dov'eri finita prima con quella bella testolina?"chiese nuovamente muovendo più velocemente il piede sotto di me. A quelle parole il mio sguardo divenne cubo, ma continuai a tenere in bocca quel coso senza rispondere, apparte che con un dissenso della testa. "Bambina cattiva, se non vuoi rispondere peggio per te" e con quelle parole mi ritrovai con la bocca libera e il piede allontanato.

A quel cambio repentino con riuscii a fare altro che chiudere la bocca contrariata guardandolo ancora vogliosa e per nulla sazia. Quel uomo era portato per il privarti del piacere come nessun altro e questo mi dava un fastidio indescrivibile.

Lo guardai girare per la stanza con passo felpato nel suo completo da lavoro. "Scegli" disse facendo un cenno verso la parete in cui erano disposte corde, cinture e tanto altro. Scrutai la parete e capii che voleva usare una di quelle cose per legarmi. "Nastro di raso" dissi piano abbassando lo sguardo a terra per non guardarlo in volto.

Mi aveva insegnato quando potevo o meno guardarlo e dall'odio che provavo all'inizio per non poterlo guardare ora era diventata la normalità. "Ottima scelta" concordò con me tornando ad avvicinarsi mentre io portavo le mani dietro la schiena così che potesse immobilizzarle.

Lo fece, lengandomi stretti i polsi così da impedirmi di toccarlo quando sarebbe arrivato il dopo. Un dopo che bramavo da quando ero entrata in questa stanza.

"Sei una visione stupenda" disse roco iniziandosi a sbottonare i pantaloni e toccandosi l'erezione da sopra gli slip. "Sarai brava?" chiese luo accarezzandomi la testa.

"Sì, sempre" risposi prima di strattonargli l'elastico degli slip con i denti. "Bimba impaziente" ridacchiò aiutandomi e in un attimo mi ritrovai il suo pene in bocca a privarmi del respiro. A quell'invasione strinsi i pugni dietro la schiena e tentai di liberarmi, ma la costrizione mi fece sentire completamente alla sua mercè.

Era quello che volevo e nessuno mi avrebbe mai fatto cambiare idea. La sua mano mi accompagnava nei movimenti con intensità che più voleva e io glielo lasciavo fare perchè ormai non ero più sulla terra, ma in quel mondo dove solo loro erano in grado di portarti.

Ecco il mio nuovo libro! Spero vi piaccia e che mi seguirete in questo nuovo viaggio.

Privata dei sentimenti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora