capitolo 1-il cambiamento

44 5 8
                                    

Mi chiamo Nova, ho 20 anni e una vita terribile, ma l’idea che in futuro la mia vita si sistemerà mi aiuta a tirare avanti, il mio nome lo ha scelto mia madre, mi ha sempre detto “sei una stella e nessuno deve spegnerti”, senza sapere però che dopo la sua morte mi sarei spenta molto in fretta.

Ho paura di molte cose, di tutto praticamente, di attraversare la strada, cosa tra l’altro improbabile dato che esco solo per andare a lavorare; delle persone, strano vero? Non so bene come spiegarlo, so solo che quando cammino per strada e qualcuno mi passa vicino io tengo lo sguardo basso e mi sale l’ansia, non per la paura che mi possano fare qualcosa, credo, non so bene il perché, ma probabilmente è per il semplice fatto che non mi fido o perché c’è qualcosa in me che non va’; ho il terrore delle cavallette e dei clown; di parlare con gli sconosciuti; delle cinture e delle collane che si stringono al collo, non so se avete presente tipo quelle che avevano tutte le ragazzine nel 2016, mi fanno mancare l’aria;  di restare da sola, di non avere nessun appiglio a qui aggrapparmi quando crollo, forse è anche per questo che sono così; detesto i bambini ma ho anche paura di non avere; non ho paura della morte, la trovo intrigante, pacifica, come un trofeo per chi vive, non fraintendetemi non vogli morire, penso solo che la morte tranquilla e per vie naturali sia una ricompensa per chi vive la vita come meglio può.

“ciò che resta della mia famiglia non è un granché, mio padre beve per non pensare a mia madre e con il resto della famiglia non ho un granché di rapporti.

Le uniche persone con qui ho un buon rapporto sono i miei nonni materni, non li vedo spesso ma li sento almeno 3 volte alla settimana, sono l’unico motivo per cui ho un telefono, dentro ci sono solo i loro contatti, la musica e le app di sistema, la tecnologia non mi piace molto o forse semplicemente ho altro da fare, spesso mi chiedono di trasferirmi da loro ma vivono dall’altra parte dello stato e per me è davvero un cambiamento troppo importante ,certo non ci perdo niente ma non posso neanche lasciare mio padre da solo.”;

ripenso a queste parole scritte poco più di un mese fa sul mio diario, mentre faccio la valigia per andarmene, mio padre è fuggito non so dove, non si è neanche sprecato di lasciarmi un biglietto, però non posso incolparlo, ha perso la cosa più importante per lui, spero solo che sia felice qualunque cosa voglia fare.

Mentre finisco di mettere gli ultimi vestiti nella valigia ripenso a tutto ciò che ho vissuto fino ad ora, non molto certo ma comunque qualcosa, come darmi torto, più si cresce più il tempo passa veloce, perché quando si ha sei anni il tempo si basa sulla vita vissuta a quel momento quindi non molto, ma quando si è più grandi, venti, trenta, quaranta, sessanta cento anni, il tempo passa molto più velocemente perché la nostra percezione di tempo cambia; non ho mai avuto un ragazzo, di conseguenza mai dato un bacio, mai avuta una prima volta, ma mi va bene così, non trovo il problema, e non credo di essere in difetto se a vent’anni sono ancora pura, ho sempre pensato di non essere mai abbastanza per qualcuno; mia madre mi ha amata moltissimo e mi avrebbe dato anche la luna se avesse potuto, dopo la sua morte mio padre è diventato un alcolizzato e io sono caduta in depressione.
Chiudo la porta e mi avvio al taxi, la mia nuova vita stava per cominciare, ho avuto una seconda chance e non me la farò scappare, lei non avrebbe voluto.

Con me porto poche cose, la maggior parte sono libri;
per me i libri sono qualcosa di intimo e profondo, non li presto a nessuno, di molti sottolineo le parti in cui mi rivedevo;

ma se mi viene chiesto il mio libro preferito?
come si fa a scegliere un libro ‘‘preferito’’?

se il “libro preferito” per essere tale deve rappresentare sé stessi, le proprie emozioni, se deve far piangere al solo pensiero del titolo, se deve essere il salvagente per non sprofondare nell’abisso più buio ,se è quello che mi fa capire che non sono l’unica , che c’è qualcuno che mi comprende, che comprende il mio grigio, il mio grigio scuro, opaco, fitto e spaventoso, i miei colori , le mie paure, i miei problemi, che comprende il mio essere pioggia fitta e grigia; beh allora quel libro preferito per me esiste, c’è, è lì, sempre in aguato dietro uno dei tanti angoli della mia testa,

save me from my grey || Stephen James || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora