Capitolo 2 - Passo maledetto

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Regola numero 1 del manuale sull'avere una crush: mai parlare di lui o lei menzionando il suo vero nome. 

Taylor era una vera e propria esperta in questo; coniava nomi in codice con la stessa facilità con cui recitava l'alfabeto e in quasi vent'anni di vita aveva raggiunto una collezione di appellativi encomiabile. Ognuno dei ragazzi che le erano piaciuti aveva il nome di un colore partendo dalla sua crush alle elementari, Rosso, poi Arancione, Giallo,  Verde e per finire, Fabian West, anche conosciuto come Blu.

Ma quando, appoggiata ad un pilastro all'ingresso della caffetteria, vide uno degli amici di Blu passarle accanto alla velocità della luce percorrendo i viali illuminati da piccole fiaccole elettriche, prese atto che la sua ingente collezione non aveva ancora avuto il piacere di ospitare i nickname da attribuire a quella combriccola. 

Ovvero i due amici di Blu.

Taylor seguì con lo sguardo il ragazzo dai capelli biondi corti e la fronte spessa che si precipitò, con le mani in tasca e lo sguardo basso, oltre la fontana del cortile varcando i cancelli che delimitavano il perimetro del campus. C'era una leggera brezzolina quella sera di marzo, erano all'incirca le sette e mezza e il sole era ormai tramontato da un pezzo. Nonostante si avvicinasse la primavera il freddo per poco non le staccava le dita. 

"Dove sei?" digitò al cellulare per poi mandare il messaggio alla sua amica Lizzy. Taylor si strinse nel giaccone di pelle di una taglia più grossa del dovuto, pentendosi di non aver indossato qualcosa di più caldo quella sera. 

Se solo fosse stato quello il più oneroso dei suoi rimpianti quella sera...

Con le mani si aggiustò la frangetta bionda che ricadeva leggera sulla fronte fino a incorniciarle gli zigomi dopodiché infilò in fretta la mano in tasca alla ricerca di un po' di calore. 

"Penso che farò un po' tardi, puoi cominciare a mangiare senza di me." lesse per poi alzare gli occhi al cielo. Stava per rispondere a quel messaggio quando una folata di vento le scompigliò ancora una volta la frangetta. Un altro ragazzo le era passato accanto quasi correndo, arrotolandosi la sciarpa attorno al collo e guardandosi appena attorno mentre si dirigeva anch'egli verso l'uscita dell'università. 

Lo riconobbe. 

Riconobbe i riccioli lunghi fino alla mascella che incorniciavano un viso scarno e aguzzo, il piercing al naso affilato e le sopracciglia folte. Seppur ebbe modo di vederlo soltanto per un istante, il suo occhio da falco non la tradì. Quello era indubbiamente uno degli amici di Blu.

Chi altri nel 2023 indossava stivaletti bassi e skinny jeans. Rifletté tra sé arricciando il naso.

Indugiò per un istante sulla sua figura alta e longilinea che spariva rapidamente in lontananza.

Strano. 

Puntò nuovamente lo sguardo sul cellulare cercando di comporre una risposta per Lizzy, ma per la terza volta i suoi capelli presero vita propria scompigliandosi a più non posso, tanto che non rimase nulla della sua bella frangia bionda a coprirle la fronte.

"Maledizione" borbottò aggiustandosela una buona volta con la mano e lo sguardo puntato sul display spento del cellulare, retto a mo' di specchio. 

Per poco non lo fece cadere a terra. Taylor si immobilizzò con una mano a mezz'aria e l'altra tesa di fronte a sé, gli occhi azzurri puntati sull'ennesima figura che era piombata irrequieta fuori dalla caffetteria. 

Fabian West.

Lo riconobbe immediatamente, non le occorse neppure guardarlo in faccia per capire che era lui. Tutto, dalla sua andatura, ai suoi capelli e alle sue jordan rosse gridava il suo nome. Per poco non si era messo a correre e nel mentre si infilò il giubbino in fretta e furia. 

Taylor serrò le labbra e assottigliò appena gli occhi. 

Senza posare lo sguardo in basso digitò alla svelta qualcosa e ripose il cellulare in tasca. Il suo fatidico ghigno, dall'angolo della bocca all'insù, comparve quando ormai aveva già cominciato a camminare in direzione di quel ragazzo, dall'alone di mistero ad offuscargli la sagoma.

[...]

Le regole del pedinamento non sono così facili da mettere in pratica. Sono un gioco di misura, un po' come la chimica. Era necessario mantenersi a distanza, ma non a troppa distanza o c'era il rischio di perdere l'obiettivo. Taylor lo paragonò al gioco in cui bisogna tener d'occhio il movimento di una serie di bicchieri tra i quali vi si celava una pallina. Adorava quel gioco. 

Il passo zelante del moro non accennò ad attenuarsi, il ché costrinse la ragazza ad affannarsi pur di non perderlo tra le strade trafficate e caotiche di New York. Una qualsiasi persona l'avrebbe perso ormai da un pezzo, tant'è che si sorprese di quanto abile fosse diventata nello stalking. Ma fu proprio in quell'istante di autocelebrazione interiore che il ragazzo per poco non svanì come ingoiato dalla terra. Se non fosse stato per il luccichio dei suoi orecchini non l'avrebbe notato svoltare per un vicolo. 

Naturalmente Taylor non tentennò, si gettò a capofitto in quell'inseguimento e fu dopo parecchi isolati che si accorse di essere in una zona di New York che non conosceva. Aggrottò le sopracciglia quando si accorse di trovarsi nei pressi di una chiesa. 

Una chiesa.

Circondata da un prato ben tosato con tanto di cartello 'vietato ai cani' che tuttavia veniva sfacciatamente ignorato. 

"Che diavolo ci viene a fare uno come lui in chiesa a quest'ora?" borbottò ad alta voce non riuscendo ad impedirsi di aggrottare la fronte. Si tenne prudentemente a distanza, nascosta da un'auto parcheggiata nei dintorni, mentre Fabian si gettò un'occhiata superficiale attorno prima di entrare nell'edificio.

Una chiesa. 

Ancora le suonava strano. Si raddrizzò e attraversò la strada fino a ritrovarsi al margine del prato.

Se questa storia si potesse riavvolgere come un nastro, Taylor avrebbe scelto quel momento per tornare indietro e cancellare tutto, riscrivere tutto. Quell'attimo di ingenua titubanza era l'ultima possibilità che il destino le offriva per salvarsi la pelle.

La rifiutò.

Forse se fosse indietreggiata allora tutto quanto si sarebbe potuto evitare, forse tutta quella sofferenza le sarebbe stata risparmiata. Chi lo sa.

Avanzò verso l'ingresso.

(Si gettò nel baratro)

In futuro avrebbe maledetto a lungo quel semplice passo.




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