Cause I can't love you more than this

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«Harry, sono a casa!» annunciai, mentre col telefono fra la spalla e l'orecchio chiusi la porta di casa.

«Sì, sì Eleanor, quello che vuoi tu. - dissi scocciato, buttando le chiavi sul tavolo e stendendomi sul divano stremato dalla stanchezza - Invita chi ti pare al matrimonio, non è problema, ora mi lasci fare una doccia?» chiesi ironicamente, già pronto a porre fine a quella telefonata.

Dopo cinque buoni minuti riuscii nel mio intento e finalmente ebbi modo di concentrarmi un po' sull'irreale silenzio che regnava nella casa; una stretta attanagliò il mio stomaco e una stranza sensazione cominciò ad irradiarsi nel mio corpo.

«Harry?» lo chiamai a voce alta sperando di avere una risposta, ma niente.

Harry era il mio migliore amico e vivevamo insieme, ancora per poco visto che di qui a qualche mese mi sarei sposato e trasferito con la mia futura moglie. Ero appena riuscito a sconfiggere la depressione, grazie in gran modo al sostegno del riccio al quale ero davvero tanto grato, quando la conobbi e quale momento sembrò il più adatto, mi era stata donata una chance per ricominciare.

Mi diressi nella sua stanza ancora con quella strana sensazione allo stomaco e un nodo, che non voleva saperne di sciogliersi, alla gola. Aprii lentamente lentamente la porta e no. Quello che avrei visto da lì a poco non sono ancora pronto a superarlo. Entrai lentamente e lo vidi, sembrava dormire; il viso pallido disteso in un accennato sorriso, un'espressione serena di quelle che non gli vedevo da tempo, i capelli ricci sparsi sul cuscino. Il flaconcino di pillole sul comodino, che avvistai non appena distolsi lo sguardo da quella meraviglia, mi suggerì che stava facendo tutto ma fuorchè dormire in quel momento. Immobile dallo shock, non riuscivo a fare niente se non passare lo sguardo da Harry e il flaconcino fino a che non ebbi modo di realizzare l'accaduto, cacciando un urlo disumano, spaventato a morte.

Mi diressi in lacrime verso il letto ed iniziai a scuotere il suo corpo inerme, chiamandolo innumerevoli volte senza che lui però si muovesse. Chiamai subito l'ambulanza, parlando a scatti ancora sotto shock e con gli occhi inondati di lacrime.

Piangevo ancora quando quindici minuti dopo arrivò l'ambulanza, i medici mi trovarono accoccolato al corpo inerme di Harry che continuavo a sussurrare il suo nome nella speranza che si svegliasse, cosa che ovviamente non successe.

Fu quando lo caricarono sulla barella che notai un foglio sul cuscino, lo presi e lo lessi.


Caro Louis,

finalmente sei libero Louis.

Non so per quanto ho atteso questo momento; la tua risata, il tuo sorriso... Quanto mi erano mancati amore mio.

Finalmente ti sei rialzato e, proprio come fa una fenice dalle sue ceneri, sei risorto; ora brilli di una luce nuova e sei più bello che mai.

Penso tu abbia già capito dove vuole arrivare questa lettera, visto che quando la leggerai forse io non ci sarò più. Forse sarò in un posto più bello, dove potrò risorgere anch'io... Ma non credo mi sarà permesso.

Perchè Louis? Semplicemente perchè non sto combattendo.

Non ne ho mai avuta voglia e non sono nemmeno motivato ma, anche se volessi, da solo non ne sono in grado.

Sono fiero di te, sono fiero di ciò stai diventando e di ciò che diventerai.

Lo ammetto, un po' sono fiero anche di me; ti ho aiutato, ti ho teso la mano, te l'ho stretta nei momenti più difficili e ti ho tirato su mentre inevitabilmente io cadevo.

Ho preso le tue difficoltà, le tue insicurezze ed inconscientemente le ho fatte mie, non rendendomi conto che sommate a quelle che già gravavano sulle mie spalle non avrei retto il peso, ma va bene così.

Di solito, in un rapporto, entrambe le persone riescono a rialzarsi perchè vi è uno scambio equo; uno cade e l'altro lo aiuta, ma se cade anche chi ha aiutato, l'altro è pronto a tendere la mano.

Mi rendo conto che, in questo caso, mi sono spinto troppo giù e, come previsto, nessuno mi sta tendendo la mano, ma va bene così.

Non sentirti in colpa Louis, a me va bene così.

Tu vali molto più di me, va bene così.

Non ti incolpo di nulla, mi assumo tutta la responsabilità dell'azione che sto compiendo. Solo... Non posso negarlo, un po' deluso lo sono; non mi sono mai fatto false speranze - perché sapevo sarebbe finita in questo modo - ma, forse una piccola parte di me, sognava e sperava che tu aprissi gli occhi e no, non ti sto chiedendo di amarmi come ti ho amato io, ma almeno di amarmi come amico... Ma va bene così. L'importante sei tu, tu che puoi fare molto e lo sai. Non buttarti mai via, non rendere vano tutto ciò che ho fatto e che sto facendo, ti prego.

Non volevo finisse così, ma questa vita mi pesa troppo: la mattina desidero non alzarmi mai, ma poi penso a te e trovo la forza necessaria. Non mi guardo ad uno specchio da nemmeno io so quando, ma so di essere dimagrito molto e ciò mi fa schifo. Ho provato ad essere bello per te ma ho fallito, non sono Superman, non posso riuscire in tutto quindi perdonami.

Perdonami perchè sto mollando.

Perdonami per non essere stato abbastanza per te e per un noi che forse si sarebbe potuto creare.

Perdonami, ma sappi che io non mi pento nulla; rifarei tutto di nuovo pur di vederti felice, non mi importa che poi hai scelto lei che ti ha lasciato nel momento del bisogno e non me che sempre accanto ti sono stato, va bene così.

Va tutto bene Louis, non smettere mai di sorridere e di essere felice, ti prego.

Non ti ho mai chiesto nulla, questa volta ascoltami.

Ti amo e tu no, ma va bene così.


Addio Amore.



E fu dopo il suo ennesimo singhiozzo che i medici gli annunciarono che ormai era troppo tardi e non potevano salvarlo in alcun modo.

E Louis credette di impazzire quando, ormai abbandonato ad un pianto straziante, sentì le sue mani accarezzargli le spalle e la sua voce sussurargli "Va bene così Louis, va bene così".






Per chi magari vorrebbe dirmi qualcosa, o non so, su twitter sono @amnesiahar.


Mi scuso per gli eventuali errori/orrori grammaticali. Nel caso ne troviate qualcuno, per favore segnalatemelo, così provvederò nel correggerlo.

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