Capitolo 20

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POV: THEO

Era buio. Si sentiva in trappola. C'era freddo. Spinse le braccia in alto,e trovò uno sportello. Con tutta la forza in corpo riuscì ad aprirlo.
E si ritrovo in una stanza, con dei tavoli di ferro. Una luce soffusa nell'angolo. Una porta con i vetri,si poteva vedere attraverso. Un sospiro in lontananza. Passi che strisciavano a terra. Come quando strofini un palloncino.
E la voce. Sussurrava. Un nome che conosceva così bene,ma che avrebbe preferito non ricordare. Aprì la porta. Corse all'esterno. C'erano due corsie. A sinistra. Altre strade. A destra. Un ascensore. Quanto avrebbe voluto correrci incontro. Ma i passi erano sempre più vicini. Se fosse andato a sinistra. Sarebbe rimasto ma bloccato. Come sempre. Non aveva molte alternative. Si incamminò lentamente verso le porte che un tempo gli ricordavano sicurezza. Sperando che fosse così. Ricordava bene come si sentì sollevato quando riuscì a salvare il beta. Oh il beta. Sapesse quante volte ha ripensato a quel giorno. A quello scambio di sguardi. In cui sperava di fossero detti tutto. E invece non si erano detti niente. Quanto avrebbe voluto che fosse lì. Che stavolta fosse lui ad apparire da quelle porte. In modo che sarebbe finalmente uscito da quell'incubo.
Ma era un incubo. Non accadevano cose belle negli incubi. Mentre pensava questo sentiva la voce farsi sempre più pesante. Inquietante. Il respiro affannoso. Gocce cadevano a terra. Sapeva che era sangue. Sapeva che era il sangue di sua sorella. Sapeva che era colpa sua se colava ai suoi piedi. E sapeva. Che meritava ciò che sarebbe accaduto. Si girò. E la vide. Camminava a 4 zampe. Come un animale. I capelli le cadevano davanti al viso. Le ossa uscivano fuori dal petto.  Il viso pallido. Un fantasma. Quanto lo distruggeva sapere che quella era sua sorella. No. Non era sua sorella. Lei non l'avrebbe perseguitato. Quella era solo la sua punizione. Il suo giro infernale. Il suo loop eterno di senso di colpa. E non c'era modo di uscirne.

Tara: Theo....

Sussurrò. E alla chimera su gelò il sangue. Ogni volta che la vedeva sembrava sempre più spaventosa.

Tara: Theo....

Continuava a ripetere quel nome. Quanto lo odiava. Quando odiava sentirlo. Quanto odiava sentirlo da lei.

Theo: siamo di nuovo qui eh? Non mi lascerai mai in pace..

La ragazza si alzò in piedi e lo fissò negli occhi.
Lui sentì un vuoto nel petto. E sbarrò gli occhi. Alla vista della sorella che gli si avvicinava sempre di più. Finché non gli fu davanti.
Theo chiuse gli occhi. E aspettò la sorte.

Tara: l'unico modo,per farmi sparire. È smettere di sentirti in colpa. O dimenticarmi. Ma sei troppo codardo per farlo.

Fu l'ultima cosa che disse. Prima di puntargli il braccio sul petto. All'altezza del cuore. E poi...

POV:LIAM

Quando aprì gli occhi. Non ricordo subito dov'era. Vedeva tutto buio. A parte una fioca luce su un tavolino. Sentiva odore di morto. Era probabilmente molto vicino all'obitorio. Ma questo significava che era all'ospedale. Se era all'ospedale. E nella testa di Theo. Era nel suo incubo. Tara. Si incamminò lentamente verso un corridoio. Sentiva dei rumori ai piani inferiori. Non sapeva decifrarli. Così si spostò nelle varie stanze. Tutte vuote. E non c'era neanche una minima traccia della chimera. Niente odori. Niente sangue. Nulla. Continuò a camminare. E arrivò davanti ad un ascensore. Lo ricordava bene. Anche se erano anni che non tornava in quel posto. Ricordavano quante volte quelle 2 porte avevano dato un senso di sicurezza e protezione. Si ricordò di quella volta in cui c'erano i Ghost Riders. Almeno una decina. Forse di più. E vide Theo accanto a lui correre indietro. Pensava sarebbe scappato. E invece aveva aperto le porte. Per buttarcelo dentro. E correre contro i nemici completamente da solo. Non si era preoccupato di morire. Voleva che lui fosse al sicuro. Non aveva mai pensato a quante cose. Avesse fatto di buono. Per lui. Ci pensava sempre nei momenti meno opportuni. Come questo. Infatti si risvegliò da suoi pensieri e chiamò l'ascensore.

"Siamo Parabatai~Thiam"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora