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Barcellona, anno 1912.
Ore 9:20
Un bellissimo sole regnava sovrano nell' limpido cielo azzurro, nessuna nuvola viaggiava nell' orizzonte. Solamente un leggero venticello primaverile disturbava gli abitanti della città.
Nei suoi cunicoli sporchi questa bella atmosfera primaverile non si percepiva.
"Lo sapevo! Ci siamo persi, è tutta colpa tua! Tu, architettito da baraccone... ti oddio!" Si lamento un giovane uomo di trent'anni, poi con fare scocciato continuo la sua lamentela lamentosa.
"Quanto mai sono venuto! Sono diventato stupido? ma come ho fatto a ridurmi in tale stato? Io, il grandissimo Giovan Lorenzo Bernini, il migliore scultore, pittore, scenografo, commediografo e architetto di tutta Europa, sono ora qua in una città calda e squallida con l'uomo peggiore del creato!"
"Sentite chi parla!" Gli urlo l'uomo che camminava al suo fianco, in linea di età sembravano coetanei.
"Il preferito e lecca sedere del papa! Mi dovreste solamente ringraziare, senza di me ora non sapreste neanche edificare una casa! Io vi ho formato, altro che vostro padre; se adesso siete onorato come "architetto" rammentatevi che sono stato io a farvici diventare!"
"Non osate parlare di mio padre, voi svizzero senza famiglia!" Gli urlò a pieni polmoni il più vecchio tra i due.
"Basta! state zitto, non sopporto più la vostra voce stridula".
"Tu, Francesco Castelli detto Borromini, sei soltanto un approfittatore; io ti ho protetto contro tutte le accuse e le calunnie che ti hanno scagliato, se non fosse stato per me tu adesso sarete stato accusato di s..."
Le urla isteriche del giovane Bernini furono messe a tacere da una veloce sberla.
"Taci! Stai zitto. Bernini ascolta, se venisse fuori la mia colpevolezza io potrei essere giustiziato; tu sei un' uomo inteligente, vero Gian Lorenzo? Quindi tu sicuramente non vuoi che l' accusa di cui mi aderisci la colpa ti si rivolti contro vero? Perché vorrei rammentarti che in tale peccato di solito c'è sempre un altro accusato."
"Mi stai minacciando? Non ti conviene" gli ghigno contro lo scultore.
"Ho ho, non oserei mai. Al contrario mi diverto a sbeeggiarti" gli sorride poi Borromini.
Poi con una veloce mossa del piede, salto giù dal marciapiede su qui si erano fermati e si avvicinò ad una giovane donna dai lisci capelli biondi.
"Mi scusi signora, la posso disturbare?" Chiese timidamente l'architetto, la ragazza si voltò a guardarlo e quando lui con carisma gli regaló un sorriso lei arrossì.
"Ditemi signore, come posso esserle utile?" Chiese con voce imbarazzata e con gli occhi ancora bassi.
Borromini annotò subito la situazione come imbarazzante e rispose immediatamente.
"Sapete per caso indicarmi dove posso trovare edificio chiamato: "la Casa Pedrara"?
"Svolti a sinistra e successivamente nuovamente a sinistra e alla sua destra nella via centrale della pizza la trovate" "Ok...la ringrazio, posso chiederle un altra cosa?"
"Certo, ditemi"
"Quanto tempo ci si impiega a trovarla?"
"Signore, Barcellona non è gigantesca, è opere cosí monumentali e importanti come "la Casa Pedrera" del grandissimo architetto Gaudí la trovate subito, la sua architettura salta subito all'occhio"
"Ma lui abitata li?"
"No...tutt'ora abita a vi..."
"Ho! Quanto ti ci vuole per chiedere delle indicazioni!? Aspettiamo ancora un po' diventa notte!" Gli urlo lo scultore dall'altra sponda del marciapiede.
"Ma chi è quello? Voi lo conoscete?" Chiese stranita la donna, mentre guardava l'uomo che urlava.
"Assolutamente no, non so chi sia!" Gli disse imbarazzato per la vergogna.
"Ho! Dai! Francesco muoviti!"
Gli urlò nuovamente e cominciando successivamente a camminare verso di lui.
"Temo che il vostro amico vi stia aspettando" gli disse sorridendo la giovane bionda.
"Non è mio amico"
Borromini dava le spalle a Bernini e non si accorse di lui fino a quando non gli tocco la spalla.
"Allora? avete terminato?" Gli chiese il napoletano e lo svizzero in tutta risposta gli disse: "arrivo Bernini, ora andiamo; signora le auguro una buona giornata" la saluto l'architetto.
"Arrivederci e vi auguro una buona giornata a lei e al suo amico" gli rispose di rimando la giovane donna catalana.
"Lui non è mio amico" disse sottovoce Borromini; Bernini che nel mentre non si era allontanato, rispose " ho non dite così! Io sono il vostro migliore amico, migliore collega e migliore aman..."
"Zitto! Stai zitto. Arrivederci signora, la ringrazio nuovamente per le indicazione"
Poi detto questo aerrò il Bernini da sotto il braccio e lo trascino via, verso la stradina che la donna aveva indicato per poi svoltare a sinistra; ma i due uomini non rimasero calmi e una volta che si allontanarono ricominciarono a litigare.
Poi dopo girarono e scomparirono dietro una curva.
"Hanno sbagliato strada dovevano girare a destra, che gente strana che c'è in giro" disse la catalana per poi tornare nella sua passeggiata mattutina.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 02, 2023 ⏰

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