-Non ricordo nulla Jay. - Sospirai con la testa tra le mani.
Diceva di avermi trovata svenuta sul pavimento con la porta di casa ancora aperta.
-Felix. - Disse a se stesso colpendo con un pugno la superficie del tavolo.
Lo fissavo cercando di capire i suoi pensieri.
-Non capisco.- Alzai le braccia per poi farle ricadere lungo i fianchi.
-Quel bastardo di Felix è stato qui. Ha bussato alla porta svegliandoti e sei andata ad aprire. Pensaci! Tu stessa hai detto che alla riunione avevi avuto la sensazione che scgliesse te.
Ormai il suo tono di voce non era calmo come al solito. Nei suoi occhi si leggeva rabbia e frustrazione. Non volevo ammetterlo,ma forse aveva ragione.
Ricordavo di essermi alzata e di aver aperto la porta,ma dopo non ricordavo nient'altro. Era come se ci fosse un vuoto nella mia mente,uno spazio bianco,mancava un pezzo al puzzle.
-Mi ha iniettato qualcosa Jay.
-È probabile ed è l'unica cosa che può essere successa anche se spero di sbagliarmi. Andò in salotto e lo seguii.
Cosa mi sarebbe successo adesso? Che ruolo avrei avuto nel suo gioco? Quando sarebbe finita? Anzi,sarebbe mai finita?
Alcuni della Cerchia, sotto l'effetto di qualche sostanza che Felix gli aveva iniettato,avevano commesso cose orribili. Ma a loro non importava,erano soddisfatti, si sentivano persino privilegiati. Eccetto lui,Jay.
Il suo turno era arrivato poco dopo che entrano a far parte della Cerchia,circa due anni fa.
Non parlava mai di quanto era accaduto,come biasimarlo? A lui non era stato iniettato nulla, Felix aveva scelto di minacciarlo. Lo aveva posto di fronte ad una scelta: salvare le persone che amava e sporcarsi le mani di sangue? Oppure non diventare un assassino ma perdere me,mio padre e mia madre che ora eravamo la sua famiglia?
Fu così che Jay ammazzó un uomo con cui Veleno,ovvero Felix aveva avuto dei problemi in passato. Dopo aver ammazzato quell'uomo aveva attraversato un periodo duro. Ogni volta che vedeva il suo riflesso nello specchio non poteva evitare di vedere il volto di un assassino,anche se lui sapeva che era l'unica cosa da fare. Sapeva che rifiutandosi a quest'ora saremmo tutti morti e lui non poteva vivere con questo senso di colpa,non poteva perdere le uniche persone al mondo che lo amavano. Ribellarsi lo avrebbe portato alla morte e qualcun'altra sarebbe stato punito. Io probabilmente.-Magari non ti è andata così male. - Disse poggiandomi una mano sulla spalla.
-Cercherò di essere ottimista. - Sospirai.
La sera uscimmo e Jay cercava in tutti i modi di distrarmi e alleggerire le mie preoccupazioni e devo dire che riuscì ad alleggerire un pò il peso delle emozioni che avevo provato durante quella giornata. Il mio sonno fu animato dagli incubi,quel pò di tranquillità con cui ero andata a dormire era svanita. Nei miei sogni vedevo me stessa uccidere una persona alle spalle, ma qualcosa era andato storto. Vidi la mia immagine riflessa nella lama del coltello e vidi il volto di un assassino. Comparve Jay ormai senza una mano e con la faccia piena di graffi e fu a quel punto che gridai con tutto il fiato che avevo in gola. Cercavo di svegliarmi ma era come se mi trovassi in uno stai di trance. Urali e urlai ancora finché tutta la mia famiglia entrò in camera.
-Luce che succede? - Disse mia madre con tono preoccupato.
Cercai subito lo sguardo di Jay.
-È stato solo un brutto sogno mamma. giornata. Ansia,paura,tristezza...
Quando andai a coricarmi capii che l'unica cosa che contava era che la mia famiglia fosse al sicuro. Avrei fatto qualunque cosa per proteggerli. -Resto io a farle compagnia.
-Sicuro Jay? Insistette mia madre preoccupata. Lui annuì e i miei genitori tornarono a dormire.Spazio autrice
Eccomi qui con un nuovo capitolo :)
Spero che vi sia piaciuto. Vi chiedo solo di commentare la storia e sapere cosa ne pensate. Grazie. Un bacio xx