XLII. La terza declinazione

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Domani abbiamo una verifica di greco sulla terza declinazione e quindi sto facendo un bel ripassone.

E vorrei spararmi.

La cosa divertente? Siamo arrivati solo ai temi in nasale e sto già sclerando - quando aggiungeremo i temi in sibilante, in vocale e in dittongo mi butterò dalla finestra, a questo punto.

Che poi di per sé non è poi così tanto difficile. Ai temi in gutturale e labiale c'ero, quelli in dentale semplice pure, a quelli in -ντ- ho iniziato a sclerare ma sono ancora qui, quelli in nasale si riescono a fare, quelli in liquida un po' meno ma ok.

Più o meno ti guardi la tua tabella e dici: ok, dai, è strano ma ha un senso e me lo dovrei ricordare.

Solo che poi guardi loro. I riquadri con le ✨osservazioni✨, che in pratica sono le eccezioni.

Che sono tipo 394.

Per esempio, come può il genitivo di ύδωρ essere ύδατος? Da dove è saltato fuori?

Perché i sostantivi col tema in dentale che al nominativo sono in -υς oppure -ις all'accusativo fanno -υν e -ιν? Non potevano essere normali?

Cosa cavolo sono l'allungamento organico e quello di compenso? L'organico per me è il cestino dove butto le bucce della frutta.

Perché il femminile di χαρίεις è χαρίεσσα? Da dove spuntano quei due sigma? 'Sti aggettivi col tema in -ντ- non li ho capiti.

Ma poi, stavo guardando i temi in liquida e la situazione era tipo:

Libro: C'è un solo sostantivo in -λ, che è άλς, αλός, e ha il nominativo sigmatico. Gli altri sono in -ρ e hanno il nominativo asigmatico.

Io: Okay. Ci sono.

Libro: Però visto che non c'è sigma c'è l'allungamento organico al nominativo.

Io: ... Okay?

Libro: Però c'è μάρτυς, μάρτυρος, che ha il nominativo sigmatico perché sì.

Io: Ma... Okay.

Libro: Poi πυρ, πυρός al plurale segue la seconda declinazione.

Io: Ma perché bro?

Libro: Poi ci sono i sostantivi soggetti ad apofonia.

Io: NO, L'APOFONIA NO.

Libro: SÌ. Comunque sono questi: μήτηρ, πατήρ, [altre parole]. Al nominativo singolare hanno il grado allungato; al genitivo e dativo singolari e al dativo plurale hanno il grado zero; nel resto della declinazione il grado normale. Anche se al dativo plurale si caccia in mezzo una α.

Io: Okay. *Ripete sta cosa*

Libro: Ma c'è ανήρ, ανδρός. Lui è storto e ha il grado allungato al nominativo singolare, il grado normale al vocativo singolare e nel resto il grado zero. Solo che col grado zero si mette in mezzo un δ perché sì.

Io: E CHE PALLE.

Libro: Poi c'è Δημήτηρ, la nostra cara Demetra, che è un composto di μήτηρ.

Io: Mh. Ok.

Libro: Ma, a parte il nominativo, ha sempre il grado zero.

Io: MA ALLORA, SE SEI UN COMPOSTO DI μήτηρ COMPORTATI COME QUELLA MALEDETTISSIMA PAROLA! NON FARE LA STORTA!

E questa è solo una piccola parte del mio sclero.

Scusate se vi ho tediati, ma mi dovevo sfogare.



~Sof

# scleri da classicistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora