Immemore era il tempo che Bryan aspettava fermo davanti quella porta, in attesa che Elisa arrivasse.
Talmente tante era il numero delle volte che aveva letto il nome della ragazza sopra la targhetta dorata, quest'ultima posta accanto alla maniglia della porta, che dovette chiudere gli occhi qundo cominciava a vedere le lettere quasi che sembrava si accavallassero l'una con l'altra.
Non si era preparato un discorso, nell'atto di parlarle non aveva ben chiaro neppure il modo con cui cominciare, ma sapeva che era la successiva mossa da compiere: dopo che Lorenzo gliene aveva parlato a riguardo, c'aveva pensato se fosse effettivamente la cosa giusta da fare o se, per il meglio di entrambi, sarebbe stato da non intervenire più in nessun modo sul passato e su quello che con fatica si erano lasciati alle spalle.
Ma il numero sette, forse implicitamente o forse meno, gli aveva fatto capire che potesse esserci dall'altra parte ancora qualche dubbio o domanda non risolta, così raccolse le forze per affrontare il passato e decise che avrebbe dovuto parlarle quella mattina stessa. Indugiare avrebbe solo portato a una perdita di forza di volontà e, forse forse, per quel che sperava sarebbe diventato eccessivamente troppo tardi.
Proprio quando si stava perdendo nuovamente nel suo via e vai di pensieri, il numero quattro sentì riecheggiare nel corridoio, ora non più solo dotato della sua presenza, un ritmo di tacchi scandito, che s'arrestò di colpo a una decina di metri da lui.
<< Possiamo parlare? >> fu il suo flebile tentativo d'approccio.
Elisa lo squadrò malamente, non aspettandosi di trovarlo lì e reprimendo con fatica la felicità, nonostante tutto, di vederlo di nuovo da vicino dopo anni che non succedeva. In un ipotetico caso d'allontanamento allora non s'era immaginata così il loro ritrovo: s'era divertita nel fantasticare che gli sarebbe saltato in braccio e facendolo cadere, oppure che lui l'avesse presa al volo e avrebbe girato un paio di volte sul posto come si fa con i bambini, giusto per il piacere di sentirla ridere.
Quel gelo improvviso le era quasi nuovo pure a lei, ma sapeva che doveva perseguire in queste mosse per evitare di ricadere in qualcosa che l'aveva ferita e dalla quale s'era sempre a fatica tirata su in un lungo tempo lontano. Da sola, aggiungiamo.
Quindi fu questo il motivo che la portò ad ignorare inzialmente il giocatore davanti lei, tirando fuori dalla tasca del tailleur blu che indossava quel giorno un modico mazzo di chiavi e usandone una per permettere alla serratura di scattare e di aprire la porta del suo ufficio, per incominciare l'ennesima giornata lavorativa.
Fu un << per favore >> sussurato tra i denti — udito a malapena ché coincise con il rumore metallico della serratura abbassandosi in un attimo — che però la fece tentennare.
Lo guardò negli occhi, cercando di non tornare a provare quello che provava due anni fa, eppure a malincuore sentì che non tutto dentro di lei era svanito come avrebbe voluto e come s'era imposto; un familiare senso di calore s'impadronì per un secondo di lei e, se non fosse stata svelta a ripristinare la maschera di freddezza, probabilmente quel freddo << entra >> che gli rivolse sarebbe stato accompagnato da un leggero sorriso.
Che è quello che vide apparire sul volto di Bryan, il quale sembrava non premurarsi troppo di nascondere i reali sentimenti, accostando la porta per poi chiuderla eseguendo il comando vocale che gli era stato dettato.
Per evitare di prendersi troppe ravvicinazioni — e per non creare troppo disagio alla ragazza — declinò l'invito di sedersi sulla sedia davanti a lei e le rimase all'incirca a cinque passi di distanza in piedi, appoggiandosi con la schiena a un freddo mobile d'acciaio alle sue spalle, e per un po' a occupare la scena ci fu solo il silenzio e il leggero ronzio del portatile che Elisa accese per poter iniziare successivamente il lavoro.
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E ritrovarsi qui
ФанфикElisa torna a Roma dopo due anni dalla sua partenza: tra vecchi ricordi e nuove scoperte, si rende conto che il passato che l'ha portata ad allontanarsi rischia di mettere a repentaglio il suo futuro