TELECAMERE (pt.1)

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Haerin era una diciassettenne che viveva in Corea del Sud con suo padre, Taeyang. A lei piaceva molto ballare ed era una fan sfegatata del kpop. Un pensiero che purtroppo la affliggeva era il fatto che pensava che suo padre la spiasse quando ballava (e non solo). Aveva visto che piazzava delle telecamere quando "non era in casa" in camera sua e nel bagno. Suo padre le aveva raccomandato più e più volte di non entrare per nessun motivo nel suo studio. Taeyang portava sempre la chiave con se quindi per lei era impossibile entrare o sapere cosa ci fosse all'interno.

IL GIORNO DOPO

Durante la ricreazione, i suoi amici le dissero delle cose che la sorpresero:
Hikaru: andiamo Haerin, come fai a non essere sicura del fatto che tuo padre ti fissa praticamente sempre?!?!
Haerin: non ne ho idea, ho solo paura di quell'uomo, ormai per me è difficile anche solo definirlo mio padre. Ho visto che piazzava delle telecamere, ma quando le cerco per casa non le trovo mai, ho paura che siamo quelle minuscole che usano li agenti segreti nei film americani.
Doyoung: sai Haerin... ho sentito una storia alquanto carina, ma a voi risulterà inquietante...
Le due amiche lo guardarono in modo totalmente confuso, che quasi mise in soggezione il ragazzo.
Doyoung: ho sentito di una leggenda. Questa racconta che colei che richiamerá un'anima del passato, l'aiuterá in tutto e per tutto. Se si è fortunati, riuscirete a far innamorare il fantasma di voi e riportarlo in vita sennò... sará la sua fine, PER SEMPRE.
Haerin lo guardava perplessa.
Doyoung: molte volte, gli umani, tendono a innamorarsi di queste strane presenze, e molto spesso queste ultime scompaiono, non tornando mai, e se intendo mai, intendo mai più.
Le due rabbrividirono. Non pensavano che il loro migliore amico fosse un fan sfegatato di riti o storie di fantasmi e la cosa le fece sorridere.

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