CAPITOLO 2: L'ARRIVO

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Il sole di quel cocente pomeriggio di settembre trapassava dalla finestra della piccola cabina del treno in cui Emily aveva deciso di sedersi e il paesaggio, composto tra piccole e quieti campagne e colline verdi e rigogliose, diventava man mano sempre più bello. Nonostante, però, il viaggio sembrasse abbastanza noioso e soprattutto non avesse qualcuno vicino con cui poter parlare, la giovane maga non stava più nella pelle per il suo arrivo alla Scuola di Magia di Kingston, che si trovava in quel di Glasgow.

Si chiedeva con chi sarebbe stata in camera e se avrebbe fatto nuove amicizie, siccome l'unica amica che aveva mai avuto era stata una sua compagna di classe di nome Carol, con cui aveva legato solamente durante il secondo anno di medie e che purtroppo, nel giugno di quello stesso anno, a causa del lavoro del padre, dovette trasferirsi nei lontani Stati Uniti. Si era anche decisa a tenere nascosto il suo passato e tutto quello che riguardasse la sua famiglia a chiunque avrebbe incontrato alla Kingston., in modo da non mettere in pericolo nessuno e per non iniziare a far girare voci sul suo conto. Questi pensieri vennero interrotti dal rumore della porta della cabina che si apriva piano piano, da cui fece capolino un ragazzo di media altezza coi capelli ricci e mori, che probabilmente cercava disperatamente posto.

«Ciao» disse, in modo particolarmente goffo «sei per caso sola qui? Mio fratello mi ha gentilmente cacciato dalla sua cabina per stare coi suoi amici, e sono dieci minuti che vago disperatamente per tutte le cabine cercando posto.»

«Certo che sì, accomodati pure qui vicino a me» rispose la giovane maga sorridendo e facendo cenno al ragazzo di sedersi vicino a lei. Il ragazzo, felice come una Pasqua, posò delicatamente i suoi bagagli sotto i due sedili di fronte e, dopo essersi finalmente accomodato, si presentò gentilmente.

«Comunque piacere, mi chiamo Caleb Carter. E tu sei?»

«Emily Smith, il piacere è tutto mio»

Caleb restò a guardarla per un po', squadrandola attentamente. Emily guardò attentamente la felpa e i jeans che stava indossando che non erano sicuramente degli abiti particolarmente consoni per una scuola prestigiosa come la Kingston e che erano completamente diversi dall'eleganza e dalla compostezza che lui stesso riusciva a dimostrare o che, almeno, era riuscito a far intendere in quei pochi secondi. Entrambi notarono il contatto visivo che andava a prolungarsi in una maniera quasi imbarazzante, perciò distogliendo lo sguardo smisero immediatamente, voltandosi da un'altra parte per non far vedere il rossore che era improvvisamente apparso sulle loro guance. «Sei emozionato allora?» rispose la ragazza, sorridendo imbarazzatamente. «Voglio dire...stiamo entrambi per iniziare una nuova avventura»

«Moltissimo» rispose Caleb, con gli occhi che cominciarono ad illuminarsi all'improvviso «mio fratello e i miei genitori mi hanno sempre parlato bene di questa scuola, di tutte le attività aggiuntive, i corsi che propone e son sempre stato, come tutt'ora, davvero curioso di sapere cosa mi aspetterà. Anzi, cosa ci aspetterà». La ragazza sorrise, voltandosi nuovamente per squadrare Caleb più attentamene, ritrovandosi davanti un ragazzo della sua età, probabilmente più alto di lei, con una grande massa di capelli ricci castani, decisamente incontrollabili. Indossava una camicia bianca con sopra un gilet nero, pantaloni ben stirati che gli calzavano a pennello e delle semplici scarpe da ginnastica. In aggiunta, notò qualche braccialetto sui suoi polsi che rendevano il suo look ancora più elegante di quanto già non lo fosse.

Il suo sguardo viaggiò poi sull'intera cabina, osservando ogni dettaglio di quella piccola specie di stanzetta, a partire del brillante giallo ocra delle tende che coprivano i paesaggi fino ai sedili di colore bordeaux, che erano completamente coperti dalle valigie dei due ragazzi. In particolare da quella di Caleb che occupava quasi metà del sedile e dal quale fuoriusciva già qualche foglio.

EMILY: PRIMO LIBRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora