CAPITOLO 7

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POV MICHELLE

Mi risveglio su un sedile dell'aereo con il collo dolorante per la posizione in cui ho dormito, subito mi accorgo di avere Ivan di fianco che beve un caffè mentre è impegnato con il suo telefono, non penso si sia accordo che mi sono svegliata, così apro la piccola tapparella del finestrino e quando le bellissime nuvole.

 "Ti sei svegliata, eh? Sai i tuoi genitori non potevano trovare un nome più adatto, hai dormito per tutto il viaggio"

"Beh si mia mamma mi ha dato questo nome perché quando ero nella sua pancia non mi muovevo mai e lei pensava sempre che stessi dormendo" dico ricordando il momento in cui me lo disse, era una notte in cui mi ero svegliata visto che mio padre ancora una volta era tornato a casa ubriaco e urlava contro mia mamma, così sono andata in cucina e l'ho visto mentre tirava uno schiaffo a mia mamma, così quando lei si accorse della mia presenza si asciugò le lacrime e mi prese portandomi in camera mia, ci distendemmo nel letto e lei mi accarezzava i capelli dolcemente mentre mi raccontava la storia di Biancaneve con la voce spezzata dal pianto. Io però non volevo propio dormire, così mi raccontò l'origine del mio nome. E' uno degli unici ricordi che ho con mia madre poiché lei doveva sempre lavorare almeno comprare del cibo con i soldi che non prendeva mio padre per andare ubriacarsi.

"Tu cosa vuoi da mangiare?" dice Ivan risvegliandomi dai miei pensieri.

"Ah no niente, grazie"

"Devi mangiare qualcosa sono le nove di sera"

"Non ho molta fame"

"Sicura?"io annuisco ritornando a guardare le bellissime nuvole dal finestrino.

"Tra quanto atterreremo?"

"Un'ora circa"

"Cazzo ho dormito così tanto?"penso.

Vorrei solo rilassarmi un'altro po' e appena cerco di guardare le nuvole sento una mano toccarmi la coscia, subito cerco di levarla ma con scarsi risultati, anzi, mi becco solo un'occhiataccia da Ivan. 

"Ma che voui fare?"

"Ti dei già dimenticata della scommessa di prima?" dice guardandomi negli occhi, con i suoi, così immensamente belli, magnetici e attraenti ma così freddi e privi di qualsiasi emozione, mi chiedo se dietro quella corazza di pietra c'è qualcosa anche solo piccolissima.

La sua mano è salita molto vicina alla mia intimità, gli prendo subito il polso e mi guardo in giro per controllare che nessuno ci abbia visti.

"Smettila"

"E perché dovrei?"

"Perché di si" lui fa un sorrisetto e con il pollice tocca la mia entrata facendo dei cerchietti immaginari. Cerco di avere il controllo del mio corpo ma quando il suo pollice entra dentro di me non riesco a controllare un gemito di piacere, mi rilasso sullo schienale godendomi le sensazioni che stanno avvenendo dentro di me cercando di non farci sentire.

"Cazzo, è propio bravo con le dita"penso.

Continuo a gemere, ma quando sono al picco del piacere lui toglie il dito, io faccio una faccia arrabbiata.

"Ti sta bene, stronza" dice con un sorrisetto che mette il mostra le sue magnifiche fossette contornate da un po' di barba. Gli tiro un pugnetto ridendo.

"Comunque siamo al terzo sorriso della giornata"

"Zitta"

"E' un record"

"Zitta"

"Antipatico"sussurro.

"Guarda che ti ho sentito" alzo le spalle.

IL MIO PRINCIPE AZZURRO\\MAFIA LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora