Trilli (1)

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Si, sto piangendo tra braccia del, ormai ex ragazzo della mia, ormai ex migliore amica...
Ero finalmente ritornata dal mio lungo viaggio di lavoro.
Ero stanca, ma il mio unico pensiero era solo rivedere Elia, il mio ragazzo.
Non lo vedevo da circa 4 mesi, quindi appena ritornai a casa da Los Angeles, posai le valige all'ingresso di casa mia, e mi recai da Elia.
Lui non era accorrete del mio arrivo a casa, in verità non era quasi mai accorrete di ciò che facevo, però anche se le cose negli ultimi tempi tra noi non andavano a gonfie vele, io ci speravo nel salvare i rapporti, e riprovare l'amore della prima volta, gli sguardi, le risate, le emozioni, i pianti della prima volta.
Mi recai a casa sua, ero sicura che fosse lì poiché lavora da casa e quindi la maggior parte del proprio tempo lo passa nel suo così detto covo.
Aprii la grande porta con la copia delle chiavi di casa sua che possiedo ormai da quando ci siamo messi insieme, circa 4 anni, ma di lui nessuna traccia.
La sua macchina però era parcheggiata nel parco isolato distante pochi metri da casa sua.
Tutto ciò era molto strano, perché Elia dovrebbe parcheggiare la sua costosa auto in un parco in cui nessuno mette piede? E perché accanto alla sua c'era un'altra macchina,bianca e più piccola, che mi sembrava al dir poco famigliare?
Ovviamente, perché era di Megan, la mia migliore amica.
Mi recai lì, curiosa di capirà cosa stesse succedendo.
Mi avvicinai alle due auto, e più mi dirigevo verso di loro, avevo paura, sentivo che stesse succedendo qualcosa che non mi avrebbe fatto assolutamente piacere.
Infatti...
Erano loro due, Elia e Megan, insieme lui dentro di lei, sul sedile del passeggero della fottutissima Mercedes che aveva comprato appositamente grande per una nostra futura famiglia.
Ma invece di noi due felici con due bambini c'erano loro due, che ancora non consapevoli della mia presenza continuavano a darsi da fare.Erano felici... erano felici di frantumare il mio cuore, come una tazza che ti cade accidentalmente a terra, dopo averla lavata, ma il mio cuore non si era frantumato accidentalmente, e di esso ne rimanevano solo tantissimi pazzi che difficilmente riusciranno a riattaccarsi.
Rimasi senza parole, così li lasciai fare e me ne andai.
Non ero pronta ad affrontare quella situazione, lo ammetto, non ero abbastanza forte per sopportare tutto quel dolore. In più ero sola, ora che ci penso sono sempre stata sola, nessuno si è mai comportato come meritassi nei mie confronti, soprattutto le persone più importanti della mia vita, colui che sarebbe diventato mio marito, e colei che era come una sorella per me, l'ho sempre aiutata in tutto e per tutto.
Mi sedetti sul vialetto di casa di Elia, provavo schifo solo nel ripensare a loro due insieme in quella cazzo di macchina.
Iniziai a piangere, versavo lacrime su lacrime, senza smettere mai, e ripensavo a quei due minuti precedenti, perché non riuscivo a pensare ad altro.
Piansi per circa 5-10 minuti, è così avrei continuato a fare se non avessi sentito una voce, che si rivolgeva a me, profonda e allo stesso tempo triste, che mi diceva: "Trilli, tieni" e mi ritrovai tra le mani un fazzoletto, "Pulisciti quelle cazzo di lacrime" continuò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 22, 2023 ⏰

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