Le era sempre piaciuto smaterializzarsi a caso, senza pensare a una meta in particolare, in modo da poter restare più o meno stupita dalla destinazione stessa. L'unico vincolo a cui pensava era: posto deserto.
Ormai era ritornata in Inghilterra da più o meno due settimane, ma di certo non si era data da fare per conoscere qualche suo 'simile', anzi...
Intanto, appena aveva potuto se l'era svignata dal maniero che un tempo, alcuni anni prima, aveva chiamato casa, per non dover sopportare di dover stare sotto lo stesso tetto dei suoi genitori, i quali ovviamente disapprovavano in pieno il suo comportamento così infantile. Rincasava solo la sera: passava dall'ampia cucina per sgraffignare qualcosa da mangiare e si chiudeva in camera fino alla mattina seguente, per poi sparire nuovamente per tutta la giornata.
C'era stata una guerra, d'accordo, e Tu-Sai-Chi non era di certo qualcuno –o qualcosa- con cui avresti voluto avere a che fare, benissimo; ma Astoria non aveva mai perdonato i suoi genitori per averla trascinata via in America, così di punto in bianco, solo perché così sarebbe stata 'al sicuro'.
Dopotutto all'epoca aveva iniziato a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts relativamente da poco: aveva a mala pena avuto il tempo di farsi un paio di amici, darsi un'occhiata intorno, e subito era stata trascinata via, così, da un giorno all'altro.
Inutile dire che il suo orgoglio da Serpeverde ne aveva risentito non poco: non era una che si tirava indietro, lei.
E poi c'erano ovviamente altri motivi, ma al momento non è di nostro interesse conoscerli.
Quel pomeriggio il suo vagabondare l'aveva portata in un parco giochi babbano –ovviamente deserto- circondato da un buon numero di alberi e cespugli. Sembrava un luogo abbastanza isolato e tranquillo: le piaceva. L'unico rumore era il sussurrare del leggero venticello estivo che passava tra le fronde degli alberi facendole frusciare dolcemente.
Si sedette su un'altalena dondolando leggermente, lasciando il suo sguardo libero di vagare per il cielo sereno puntellato qua e là da nuvole che sembravano panna montata.
***
Da quando la guerra era finita, dopo la Battaglia Finale, Draco aveva deciso di mettere subito in chiaro le cose: lui con la sua famiglia, con suo padre in special modo, non voleva più avere niente a che fare.
Avrebbe ricostruito e ristabilito il suo nome e la sua reputazione, e l'avrebbe fatto da solo.
... Ma che fatica! E dopo due anni ancora non era riuscito a concludere niente, anzi.
Continuava sempre ad avere l'impressione che il 'tatuaggio' sul suo avambraccio sinistro bruciasse ancora come quando era stato marchiato, e la sgradevole sensazione aumentava quando qualcuno lo riconosceva e lo guardava male. Sembrava diventare più pesante ogni giorno che passava, e a volte sentiva l'impulso di grattarselo via a mani nude pur di non averlo sempre sotto gli occhi. Era sicuro che senza quella macchia sul braccio sarebbe stato tutto molto più facile.
Quando poi Harry Potter in persona gli si era presentato davanti, con tutta la sua allegra combriccola al seguito, offrendogli il suo appoggio, non avrebbe saputo dire se le cose sarebbero migliorate o se avrebbe definitivamente toccato il fondo.
Il Salvatore aveva infatti insistito affinchè lui si unisse a loro di tanto in tanto, per esempio per fare un 'giro tra amici', in modo da fare buona impressione sugli altri.
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Come un Babbano ignorante
Fanfiction"Certo che quel tatuaggio è proprio forte!" "E tu chi diavolo sei?" *** "E quindi pensi che io appaia agli altri come un bullo?" "Forse sì... forse no... [***] O forse potresti semplicemente sembrare un babbano ignorante..." ...