capitolo 1

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La verità arriva come l'inverno: dopo l'estate, stagione calda che emana libertà, arriva lui... Arriva all'improvviso raggelando tutto, costringe le sue vittime a ripararsi in casa, come si scappa da un qualunque serial killer. Gli immensi campi del Wyoming si tingono di bianco, un colore vuoto...che colore è il bianco? È privo di emozioni, nel bianco non c'è nulla...è una luce accecante. Qualsiasi cosa bianca è sicuramente qualcosa di vuoto.
Ho iniziato a scappare dal bianco, quando arriva vado via, vado dove c'è colore, dove c'è calore...il bianco mi ricorda quanto la solitudine sia parte di me...ecco se dovessi dire cosa rappresenta il bianco direi la solitudine, un colore che non puoi creare mischiandone altri, un colore che schiarisce tutti i colori e riesce ad inghiottirli e lentamente li trasforma in se stesso... assorbe tutto.
"Dove andrai quest'anno?" Janette, la mia sorellina piccola non accetta il fatto che io me ne vada dala nostra casetta ogni anno, appena cade il primo fiocco di neve...spera nel surriscaldamento globale al contrario della maggior parte delle persone, così da poter stare un po' con sua sorella "ti scriverò e vedrai dove sarò" negli ultimi anni non ho cambiato meta a dire il vero, ma dopo gli "incidenti" dello scorso anno sarebbe opportuno farlo. Il viso di Janette si rabbuia "Jen sta' tranquilla, non mi accadrà niente questa volta" i suoi occhi si spalancarono "promettilo Eloise, prometti che tornerai da me" non mi chiamava mai col mio nome di battesimo, mi sentii in dovere di prometterglielo, non dev'essere stato facile passare 6 mesi in terapia intensiva con una sorella inerme nel letto d'ospedale...bianco "te lo prometto, di' a Charls di badare alla mamma" presi la valigia e me ne andai, non salutavo mai nessuno oltre Jen, mio fratello Charls odiava vedermi partire, anche se al mio ritorno era sempre pronto ad accogliermi con un abbraccio rompi costole, per quanto riguarda mia madre dubito che alle 11 del mattino possa ricordarsi chi sono...solitamente a quest'ora la bottiglia di vodka è già finita e lei sta già facendo da tappezzeria insieme al vecchio divano.
Carico la macchina e mi incammino, la cosa più bella era vedere quelle distese di neve sparire alle mie spalle e ricevere la chiamata di Ann che mi avvertiva di essere in ritardo "perderemo il volo, vuoi muoverti?" La mia amica ansiosa era assolutamente necessaria, io non sarei sopravvissuta con la mia sbadataggine, forse è per questo che sono finita in coma lo scorso anno "sto arrivando Ann dammi mezz'ora" le dissi tirando dalla sigaretta per riempirmi i polmoni "mezz'ora? Il volo parte tra un'ora El" le spiego che ho già fatto il check-in online e che devo solo effettuare il controllo "tra un'ora avremo il culo seduto in prima classe dirette a Tokyo" io non avevo una famiglia ricca, tutt'altro, ma Ann si e non le dispiaceva affatto rendere parte della famiglia anche me, era una mia cara amica, non mi approfittavo di lei, ma sapeva che non potevo darle altro che la mia amicizia e di conseguenza ospitarmi in una delle sue numerose case in giro per il mondo non era affatto un problema. Per vivere la quotidianità ovunque andassi trovavo in tempo zero un lavoro, per quanto umile mi permetteva di godermi la vacanza e non pesare troppo sulle spalle di Ann, non approvava minimamente questa cosa ma io non la ascoltavo mai...forse avrei dovuto ascoltarla l'ultima volta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 26, 2023 ⏰

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