Un silenzio assordante risuona nella stanza. Siamo terrorizzati. Io e Frank ci guardiamo negli occhi e deglutiamo pesantemente, stiamo morendo, lentamente, per la paura. Cosa possiamo fare? Un rumore, come quello di scatole che cadono, risuona nel corridoio davanti a noi. Siamo terrorizzati, potrebbe essere qualcuno che è sopravvissuto, qualcuno che ha visto tutto o, magari, è ilbqualcuno che ha fatto tutto ciò. Potrebbe essere quest'ultima opzione quella esatta. Io e Frank ci guardiamo negli occhi, non sappiamo cosa fare, se andare o meno incontro a quel rumore. Non abbiamo il coraggio di fiatare così, capendoci a segni e sguardi che sembrano, più che altro, convulsioni, ci facciamo coraggio ed iniziamo a camminare verso quel rumore. Stiamo camminando in punta di piedi su quel lago di sangue e non so se per paura di sporcarci o per "rispetto" nei confronti di quello scempio. Ho una strana sensazione allo stomaco. Adesso alla paura si è sostituita la curiosità, la curiosità di sapere chi o cosa abbia provocato quel rumore. Così la mia camminata si trasforma in una trottata su quel lago per poi, alla fine, iniziare a correre, più veloce del vento, su questo lago di sangue, fregandomene di sporcarmi, del rispetto o di lasciare indietro Frank, impaurito come un cucciolo bagnato. Ad un certo punto un dolore allucinante mi assale. Correndo sono scivolato sul sangue e ho sbattuto con la faccia sul pavimento. Sono ricoperto di sangue!! Cerco di rialzarmi ma scivolo ancora. Mi sono rotto il sopracciglio e il naso. Merda!
"Michael?! Michael stai bene amico?" - Frank, con una voce soffocata, mi "corre" incontro - "Alzati fratello!" - mi prende da sotto un braccio e cerca di pulirmi, con la manica della sua camicia, il viso che, ormai, è imbrattato da almeno 2 tipi di sangue differenti, il mio compreso. Cola il sangue dal mio viso come il gelato che si scioglie da un cono. Non pronuncio una parola, forse non ne ho il coraggio o forse non mi va, non lo so. So solo che ricomincio a correre, incurante di poter cadere di nuovo e incurante di ciò che potrei trovare una volta arrivato nel luogo dal quale proviene quel rumore. Finalmente riesco ad arrivare dall'altra parte della pista ma, di fronte a me, c'è solo un lungo corridoio nero. Mi raggiunge Frank, gli faccio segno di fare silenzio posandomi l'indice sulle labbra facendolo andare avanti e indietro per un po. Poi, senza fiatare, gli faccio segno di controllare le stanze sulla destra ed io controllo quelle sulla sinstra. Mi ritrovo in uno spogliatoio, è tutto buio. Non vi è nulla solo un forte odore di sudore e di scarpe. Esco da la dentro e vado da Frank. Cammino silenziosamente ma non so se per paura di essere scoperto dalla cosa che ha fatto quel rumore o se per paura di farla scappare come un gatto che scappa da dietro dei bidoni in un vicolo buio. Senza far rumore con il respiro perso, con la tachicardia e con un'ansia da ricovero, mi ritrovo nella stessa stanza di Frank. Non lo vedo subito, non è uno spogliatoio, è un'altra ala della palestra. Ci sono sacchi appesi, tappetini ed una gabbia per lottatori. È buio riesco ad intravedere queste poche cose dalla fioca luce di luna che entra dalla finestra. Qui evidentemente si allenano per la lotta. Questa stanza è pulita e silenziosa... Troppo silenziosa. Quel sangue deve provenire da un sacco di corpi, un numero di corpi impensabile da trasportare quindi.. Dove sono questi corpi ma, soprattutto, dov'è Frank? Inizio a vagare per quest'atrio finché in fondo, al buio, illuminato dalla luce della luna, vedo Frank in lontananza, ha la bocca e gli occhi sbarrati, come dallo stupore. Gli vado incontro chiamando sottovoce il suo nome. "Frank?!"- dico con voce sommessa -" Frank che stai facendo?"- "Frank?!"- non risponde, non si muove. Mi avvicino a lui. È, evidentemente, sotto shock. La sua lampadina tascabile è a terra ed illumina il pavimento. Egli non favella ma, inizia a piangere e singhiozzare come un bambino. Sto cercando di calmarlo, magari ha una paura repressa del buio, non saprei, so solo che continua a guardare nel buio di fronte a lui ma io non vedo niente. Tutto ad un tratto mi accorgo di non avere ne più paura ne ansia, è come se quella situazione fosse una delle più naturali per me. Questo mio lato mi crea una paura fottuta di me stesso. Non conoscersi del tutto fa paura. Continuo a parlargli - "Frank! Insomma si può sapere che hai ! Frank!" - non dice niente ma... inizia ad alzare il braccio come fosse il più pesante dei manubri e con il dito indica il vuoto di fronte a lui. Io non vedo niente ma, di sicuro, non è un pazzo qualcosa avrà visto. Prendo la torcia tascabile da terra e vado alla ricerca dell'interruttore. Lo trovo, vado a schiacciare il bottone e... CAZZO una mano mi sfiora - "Michael sono io.. Sono Jane" - "Cristo santo che spavento" - è sconvolta, con la torcia vedo che ha i jeans macchiati di sangue, mi guarda - "mentre ci camminavo sopra il sangue schizzava"- inizia a piangere anche lei. Accendo, finalmente la luce.
******************************Oh. Mio. Dio. Un'opera degna del figlio più affamato di Hannibal Lecter.
Ci sono.. Corpi.. Appesi.. Con un gancio che gli esce dalla bocca come tanti pesci.. Sono appesi al soffitto.. Gocciolano.. Nudi.. Sono minimo 50.. Ma non vi è puzza.. Dio.. Lo shock mi assale.. Jane si ammutolisce.. Frank cade in ginocchio.
Ma una cosa mi salta immediatamente alla testa... Teresa!
Ti prego fa che non sia tra loro! Dio ti prego fa che non sia tra loro. Cammino da sinistra a destra sotto quei corpi appesi, la cerco nel modo più raccapricciante col quale si possa cercare una persona.. La cerco come si cerca il pezzo di carne più prelibato in un supermercato.
Tutto ciò sembra surreale!
Uno di quei momenti che vorresti fossero solo brutti sogni dai quali ti risvegli! Il suo corpo non c'è. Non so se esserne sollevato o spaventato. Torno indietro dai ragazzi. Un fischio assordante risuona nella stanza per pochi secondi. Poi una voce metallica inizia a ridere. Ecco la paura che ritorna a pervadermi.
" AHAHAHAHAHAHAHA " - risuona per tutta la stanza. Jane è svenuta e Frank dondola avanti indietro sotto shock. "Chi sei?!"- urlo io - spaventato/incuriosito - "CHI SEI?!" - la risata si affievolisce sempre di più - "Ciao Michael" - continua quella voce metallica- "Come stai Michael? Sono Bellator. Ti ricordi di me?".
Si spengono le luci. Mi parte un attacco di panico assurdo. Bellator.. Questo nome mi ricorda qualcosa ma non ricordo cosa. Cado supino. Ho il respiro affannato. Non mi sto sentendo bene. Si accende uno schermo in fondo la stanza, dietro i corpi. Non ho la forza di alzarmi, inizio a strisciare verso quella luce con quelle parole e quella voce che mi risuonano in testa. Più mi avvicino più quella luce mi sembra uno schermo. Tutto è talmente surreale. Mi sento male. Riesco ad avvicinarmici, è uno schermo.
Un uomo.. Incappucciato.. Un uomo incappucciato cammina.. Mi fa " ciao" con la mano, apre una porta ed esce.
Lui esce e la porta della palestra viene chiusa. Ne ho sentito il rumore. Mi è passato di fianco e non l'ho visto.. Bellator.. Chi sei?
******
Ssssalveee ragazzi!
Eccomi che ritorno!
Scusate l'assenza ma purtroppo resettando il telefono ho perso wattpad e password al seguito e insieme anche la voglia di continuare la storia. Ma ora sono qua! E so che non importa a molti ma chiedo scusa se questo capitolo non era all'altezza degli altri o delle vostre aspettative. Vi prometto però che il prossimo capitolo non vi deluderà.. O almeno spero o.o Quindi.. Al prossimo capitolooo!
Ciao!
P.s commentate che la curiosità mi mangia!