2 - a short nightie

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...era stato solo un sogno.

✽✽✽

I pancake di mia madre sono sempre i migliori

Mentre lavavo i piatti nel lavandino mi tornò in mente il sogno fatto poco prima, possibile lo fosse davvero? Sembrava tutto così reale che era difficile pensare fosse solo frutto della mia mente. Finiti i piatti mi incamminai di nuovo nella mia stanza per vestirmi. Mentre salivo le scale potevo sentire perfettamente il rumore che i miei piedi provocavano andando ad appoggiarsi sugli scalini, il silenzio era troppo ed in questa casa il silenzio non c'era mai, almeno che non ero da sola, ma mia madre lavora da casa quindi non può essere uscita per lavoro e sono le 6.00 del mattino quindi non credo sia uscita per fare nient'altro in generale, mio fratello non si sveglia mai prima delle 8 (solo se è un giorno scolastico altrimenti dorme pure fino alle 6 di sera) e mio padre russa peggio di un trattore. Nessun viaggio di lavoro, nessuna vacanza improvvisa, nessun campo scuola. Non potevo essere da sola a casa, nel caso lo avrei saputo.

Mentre i pensieri mi si frullavano nella testa continuavo a camminare per casa sperando si trovare qualcuno.

Sbattei un attimo le palpebre e quando le riaprii la casa era scomparsa, le scale, le stanze, i muri, il piccolo giardino, confinato da una siepe, che la circondava, tutto, tutto era diventato nulla.
No, non era stato un sogno.

✽✽✽

Mi girai a pancia in su. Mi trovavo su un letto a baldacchino con delle tende nere. Le coperte posate sul mio corpo erano di un bordeaux seducente. Mentre la testata del letto era di ferro nero.
Alzai il busto fino a ritrovarmi seduta. Non indossavo più i vestiti di prima, il mio corpo era coperto soltanto da una corta vestaglia da notte di seta nera con un leggero scollo definito da un leggero pizzo il quale si trovava anche sull'orlo finale. Guardai dritto davanti a me e vidi il ragazzo di prima, stava dormendo su di una poltrona. Aveva le gambe accavallate ed la testa era appoggiata sulla sua mano destra. Le guance mi si tinsero leggermente di rosso, era stato lui a cambiarmi? mi aveva visto con soltanto questa addosso?
Continuai a guardarlo imbarazzata. Lo avevo già notato ma non potevo far a meno di penare che fosse attraente; forse potevo avvicinarmi per poterlo vedere più da vicino, volevo veramente farlo. Lui stava dormendo quindi forse non se ne sarebbe accorto..

Appoggiai prima un piede poi l'altro sul tiepido pavimento di legno scuro. Poi mi alzai e guardai verso il basso,

è veramente corta...

Non continuai a pensarci e mi avvicinai sempre di più al ragazzo seduto di fronte a me. Mi fermai quando fui a pochi centimetri di distanza dalla poltrona. Da vicino era ancora più bello. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Quella pelle così candida che sembrava fatta di porcellana, le ciglia lunghe anche se non troppo, e quelle labbra così carnose anche se piccole.. volevo toccarlo.. era strano? Eppure è normale, tutti vogliono toccare ciò li attrae..
Allungai leggermente la mano fino a toccargli la guancia con un dito, poi le ciglia ed infine le labbra. In quel momento aprì gli occhi, li sentii penetrarmi l'anima, occhi così profondi, piene di dolore e sofferenza, ma forse era proprio quello che li rendeva così travolgenti.
Allontanai la mano quasi d'istinto ma lui me la blocco tirandomi poi a se. I nostri corpi erano perfettamente adiacenti. Mi trovavo a cavalcioni su di lui. Mi teneva stretto il polso mentre i suoi occhi continuavano a penetrarmi. Cercai di distogliere lo sguardo inclinando la testa da un'altra parte ma la sua mano mi afferrò le guance costringendomi a guardarlo dritto in faccia. Volevo chiudere gli occhi ma al tempo stesso non ci riuscivo, non riuscivo ad interrompere questo gioco di sguardi.

"Non era questo che volevi?"

Mi resi nuovamente conto della situazione ed inizia ad ardere come un pezzo di legna accesa. Si, è vero che ero stata io ad essermi avvicinata ed a toccarlo per prima, ma non pensavo sarebbe finita così... distolsi di nuovo lo sguardo presa dall'imbarazzo.

Lui mi prese in braccio ed in una frazione di secondo mi ritrovai stesa sul letto con entrambe le braccia bloccate fermamente dalla stretta delle sue mani ed con il suo ginocchio tra le mie gambe.

"Non distogliere lo sguardo"

Lo guardai. Feci come mi aveva chiesto.

Iniziò ad avvicinare sempre di più il suo volto al mio. Mi veniva da chiudere gli occhi in attesa di qualcosa, ma non lo feci, non distaccai il mio sguardo dal suo, continuai a seguire il suo ordine.

La distanza tra noi si era ridotta a pochi centimetri di distanza ma lui si fermò, soffiò delicatamente sul mio viso e poi si rialzò rimettendosi la cravatta che poco prima si era tolto.

"Avevi della polvere sul viso"

Il mio viso si rifece nuovamente rosso, cosa stavo pensando.. e di un completo sconosciuto.. anche se un fin troppo affascinante sconosciuto..

"Hel, Kali, prendetevi voi cura di lei"

In quel momento notai due ragazze comparse come dal nulla in fondo alla stanza. Muovendosi sembravano non porre un singolo millimetro di piede sul pavimento, non saprei dire se andavo lente o veloci, entrambi. Agli occhi i loro movimenti erano tali che persino una lumaca avrebbe potuto superarle, ma nella realtà.. non era così. Mi ritrovai all'interno di un lungo ed ampio abito vittoriano nero e rosso, abbinato al resto dopotutto, ma a dir la verità non mi ero nemmeno resa conto d'esser stata cambiata..

"Andiamo. La sta aspettando"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 05, 2023 ⏰

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