Spreco d'ombre.

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Io non riesco mai a guardarti
E dirti quello che vorrei
Mentre annego nei tuoi occhi
Non ho più pensieri miei. [...]
Tutta la luce che non cade su di te
È uno spreco d'ombre, ecco che cos'è.

In quattro anni che frequentiamo questa scuola io non credo di aver mai visto quest'aula così luminosa. È sempre stata piena di colori, è sempre stata animata dal chiasso della nostra classe ogniqualvolta la professoressa di italiano decideva di portarci qui, ma mai era stata così luminosa.

E non so se la colpa è della luce che entra dai finestroni a ridosso dell'estate o della tua risata scatenata da una battuta di Chicca che non ho nemmeno ascoltato, fatto sta che sono sicuro di avere gli occhi che brillano mentre i tuoi sono stretti in due fessure e delle fossette spuntano sulle tue guance.

Se mi chiedessero quando ho iniziato a guardarti così, a far caso ad ogni tuo particolare e a sentire lo stomaco in subbuglio quando i nostri sguardi si incrociavano, la mia risposta varierebbe da "la prima volta che ci siamo menati" a "questo preciso istante" anche se non è realmente così, ma a me ogni volta sembra un'emozione nuova.

È l'ennesima emozione nuova quella di adesso, quando giri la testa verso di me ed aggrotti la fronte senza smettere di sorridere. È un tentativo di chiedermi cosa mi passa per la testa, il tuo. Di sapere perché sono così silenzioso ma soprattutto perché ti stia guardando senza partecipare veramente a quella conversazione di gruppo. Scrollo le spalle e ti sorrido appena per indicarti che va tutto bene, perché effettivamente così è se ti ho intorno.

«pronti per l'ultima lezione dell'anno?» la voce della professoressa mi costringe a portare gli occhi lontani da te per guardarla posizionarsi in mezzo a quel cerchio formato da noi e dalle tele bianche che abbiamo davanti. Nessuno risponde ma il chiacchiericcio si ferma e lei continua il suo discorso. «per quest'ultima lezione voglio che vi divertiate, senza troppe cose elaborate» continua sistemandosi gli occhiali sul naso e con la coda dell'occhio ti vedo inclinare la testa come fai sempre quando ti concentri. «vi chiedo solo di chiudere un attimo gli occhi, pensare alla cosa che vi piace di più in assoluto e disegnarla»

E non credo sia necessario chiudere gli occhi, mi basta girarmi in po' verso destra per guardarti qualche posto più lontano da me. Spesso mi sono ritrovato a chiedermi come fosse possibile un cambiamento così radicale dei miei sentimenti, che prima a stento mi importava di cosa provassero gli altri verso di me, figuriamoci se a provare qualcosa ero io. Ma ora è diventato semplicemente impossibile da gestire, non ho la forza di non guardarti e non ho la voglia di pensare a qualcosa che mi piace che non sia tu.

Vedo tutti i nostri compagni chiudere gli occhi e vedo i tuoi alzarsi verso di me, si spostano velocemente non appena ti accorgi che già ti stavo guardando ed anche da questa distanza posso vedere le tue guance farsi rosse.

Gli occhi.

È questa la realizzazione che mi colpisce, di te mi piace tutto ma la cosa che più amo sono i tuoi occhi, che la maggior parte delle volte mi parlano quando a farlo non è la tua voce. Ed è questo punto che devo per forza chiudere i miei, per riuscire a focalizzare bene i tuoi anche se mai gli renderò giustizia.

Quando metto di nuovo a fuoco la tela davanti a me noto che tutti gli altri hanno già iniziato a dipingere e che anche tu sembri abbastanza concentrato nel tuo disegno, con le rughette tra le sopracciglia e le labbra leggermente dischiuse. Gli occhi hanno il riflesso della finestra ad illuminarli ed io penso di essere il più fortunato qui, perché posso disegnare il mio soggetto dal vivo e perché non credo che qualcuno possa disegnare qualcosa di più bello.

Ho giusto il tempo di tracciare qualche linea prima di alzare di nuovo la testa verso di te e trovare i protagonisti della mia tela già occupati a guardarmi. Ti sorrido e tu ricambi, anche se in modo un po' timido. Tu che timido, con me, non lo sei stato quasi mai.

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