Eva's Pov
Ph:"Te l'avevo detto che dovevamo svegliarci prima."
Mi sgridava Philip mentre ci affrettavamo ad attraversare la strada.
E:"Io mi preparo in un attimo, sei tu che sei lento."
Ribattei e lui scosse la testa. Stavamo per fare tardi al nostro primo giorno di scuola. O meglio, per me era proprio la prima volta che avrei messo piede in quel posto, Philip già la frequentava da un pezzo. Io e Philip siamo fratelli, o meglio fratellastri, stesso padre, madre diversa,(padre giallo fa gli impicci) quindi non eravamo cresciuti insieme come con Diego. Lui è cresciuto all'estero nel paese di origine di sua madre ed io in Italia, varie volte lo avevo incontrato ai cenoni di famiglia quando veniva a Roma per rivedere papà ed avevamo legato molto. Adesso però le cose sono diverse, in Italia l'istruzione va uno schifo e di conseguenza i miei genitori mi hanno mandata all'estero per non farmi perdere anni inutilmente. Quindi ora io avrei dovuto frequentare la sua stessa scuola ma anche vivere con lui. La casa era abbastanza grande ed avevo una camera tutta per me quindi nulla da lamentarmi. Certo essendo lui il batterista di una band mi aspettavo di trovare una bella sala prove dove potermi esercitare col basso ma è uscito fuori che loro suonano in garage. A convivere convivevamo bene però Philip era di una lentezza unica a prepararsi e i prof non sarebbero stati felici di un ritardo già a settembre. Da casa nostra si arrivava a piedi a scuola ma in realtà il tragitto non era poi così breve, sei minuti buoni ci volevano.
Ph:"Ti senti agitata?"
E:"Abbastanza."
Risposi sospirando, i nuovi inizi non erano mai semplici per me. Nuove persone. Nuovi standard. Tutto nuovo.
E:"Hai qualche dritta da darmi?"
Ph:"Riguardo cosa?"
Philip non collaborava.
E:"Come comportarmi con gli altri, se sono gentili o tutti cattivi."
Lo incitai.
Ph:"E io che ne so, ti sembro il tipo che socializza?"
Onesto.
Ph:"Però credo che ti piacerà come scuola, vi sono un sacco di band tra gli studenti e spesso organizzano concerti nell' auditorium. Verrai a sentire i miei concerti vero?"
E:"Ovvio, vengo a fischiarti."
Philip fece il finto offeso e io ridacchiai. Eravamo arrivati. Attraversammo di nuovo la strada davanti la fermata del pullman e ci dirigemmo verso l'entrata centrale. Mi guardai intorno. Era pieno di ragazzi vestiti da rockettari, in particolare ne vidi uno molto attraente con i capelli biondi ricci e un bel sorriso. Una volta entrati attiro la mia attenzione un ragazzo gotico dal rossetto rosso. Aveva la matita messa a cazzo ma sembrava molto carino. Lo misi mentalmente nelle persone da provare ad approcciare, anche se probabilmente non lo avrei mai fatto.
Ph:"Tieni Eva, questo è il tuo foglio"
Philip richiamò la mia attenzione.
Ph:"Qui c'è il tuo orario, il mio armadietto sta al piano di sopra, il tuo è qui, vuoi che ti ci accompagni?"
Philip era molto dolce con me ma a volte un po' iperprotettivo.
E:"No tranquillo me la cavo."
Presi il foglio e lessi il numero. 248.
Ph:"Bene allora, buon primo giorno Eva, qualunque cosa raggiungimi."
Mi diede un abbraccio veloce e poi salì al piano di sopra. Presi un respiro profondo. Passai per il corridoio di sinistra cercando l'armadietto in ordine decrescente. Passando vidi un ragazzo dai capelli marroni e gli occhi dolci far cadere i suoi libri per sbaglio dall'armadietto.
X:"Cavoli."
Aveva altri quaderni in mano e non riusciva a raccoglierli. Vedendolo in difficoltà mi avvicinai e ne raccolsi uno porgendoglielo. Lui era così impegnato che manco se ne era accorto.
E:"Il tuo libro.."
Si girò di botto e fece un sorriso dolcissimo.
X:"Oddio grazie mille, sono un po' sbadato."
Sorrisi. Sembrava un ragazzo innocente. Continuai a camminare e passai davanti a un macho dalla pelle olivastra r capelli ricci lunghi che tutto impegnato con il suo armadietto non mi aveva neanche notata. Che fregno. Finalmente arrivati al mio armadietto e lo aprii per metterci dentro le mie cose. Subito ci appiccai una foto con spillo ed una della mia famiglia. Mi mancavano. Piano piano però avevo intenzione di riempire quell'armadietto con foto di qualche band o cantante. Lo chiusi soddisfatta già all'idea e notai che bella mia parte del corridoio non c'era nessuno. Tutti ritardatari o impegnati a sniffare? Lo chiusi a chiave ed andai nella prima aula che c'era scritta nell'orario. Matematica di schifo. Non l'avevo scelta io ma mio padre e Philip praticamente. Inutile dire che non ci capii niente e passai il resto del tempo a farmi qualche film mentale. Finite le ore tornai al mio armadietto. La giornata sembrava così lenta e non ero neanche a metà. Stavo sistemando le mie cose quando sentii qualcuno arrivare all'armadietto precedente al mio. Lanciai un occhiata ed era un ragazzo di media statura con i capelli neri e la matita sotto agli occhi. Mi stava mandando una tale puzza di spinello che Philip avrebbe pensato me lo fossi fatta io. Dopo un po' mi sentii osservata e mi accorsi di avere il suo sguardo addosso. Lui mi sorrise.
Bj:"Benvenuta."
E:"Come sai che sono nuova?"
Mi venne spontaneo dire. Era una scuola enorme come se ne era accorto?
Bj:"Io conosco tutti e a te non conosco."
Affermò e poi chiuse l'armadietto girandosi verso di me.
Bj:"Di dove sei?"
Il suo sguardo mi metteva serenità ma allo stesso tempo mi sentivo come sedotta.
E:"Sono italiana."
Bj:"Amo le italiane."
Mi sorrise di nuovo.
Bj:"Io sono billiejoe, ma puoi chiamarmi Billie."
E:"Io sono Eva."
Bj:"Ma io ti posso chiamare stasera?"
Le sue battute erano stupide ma era come se in qualche modo mi stessero seducendo davvero.
E:"Sei spavaldo."
Bj:"Lo so. Che hai avuto le prime due ore?"
E:"Matematica."
Lui fece una faccia stupita.
Bj:"Bella ed intelligente?"
E:"Forzata da mio padre."
Feci il gesto di spararmi con le dita. Billie sorrise.
Bj:"Ora cosa hai?"
Controllai il mio foglio.
E:"Educazione sessuale."
Bj:"Beh io non ho bisogno di quello."
Tiro fuori delle sigarette credo dalla tasca.
Bj:"Se ti annoi raggiungici in cortile, io e la mia band ci facciamo uno spinello."
Disse con non chalance.
E:"Dipende, a quanto li vendi?"
Bj:"Due dollari, ma per te uno."
Mi fece L'occhiolino.
Bj:"Buona giornata bambola."
Se ne andò via. Rimasi un po' a realizzare. Io solitamente ci mettevo anno a socializzare e comunque non lo facevo mai bene. Eppure ero appena arrivata a scuola ed un ragazzo mi aveva già abbordata. E non sembrava neanche un caso umano. E aveva una band. Dopo poco mi ripresi ed andai in palestra a seguire il corso di educazione sessuale ma in realtà passai tutto il tempo a pensare a Billie. Era così carino. Il corso era tenuto da il professore di motoria che non spiegava le cose tanto bene.
X:"Non fate sesso oppure resterete incinta e morirete."
Aveva iniziato così il corso. Scoprii che il prof si chiamava Peter Steele e che aveva avuto delle avventure con delle studentesse molte volte. Tutto questo lo avevo sentito dire da un ragazzo dai capelli neri davanti a me che parlava con un suo amico con i capelli in aria e un'espressione strana. Dopo un po' i due se ne erano andati via in cortile. Anche io sarei voluta andare ma non mi sentivo pronta a rivedere billiejoe. Per le ultime due ore frequentai il corso di biologia, molto interessante, dove avevo rivisto il ragazzo riccio dalla pelle olivastra e i capelli ricci del corridoio. C'erano troppi fighi in questa scuola. L'ultima ora ebbi filosofia, io frequentavo il secondo gruppo, e non avvistai nessuno di interessante perché ero stremata. All'uscita stavo raggiungendo le scale per ritornare da Philip quando qualcuno mi fermo.
X:"Hey, ciao, sono il ragazzo di sta mattina, non so se ricordi, quello che ha fatto cadere i libri."
Il ragazzo mi sorrideva timidamente.
E:"Oh si certo che mi ricordo."
Lo rassicurai e lui sembro contento.
X:"Volevo ringraziarti ancora per la gentilezza, io sono Jeff piacere."
Mi strinse la mano euforicamente ed anche io mi presentai. Mi raccontò della sua mattinata e poi mi chiese come fosse andata la mia. A quanto pare aveva deciso di essere amici. La cosa non mi dispiacque, sembrava un ragazzo tranquillo ed era anche interessante ascoltarlo nonostante sembrasse un po' stupido. Mi aveva raccontato che la prof di francese lo aveva sgridato per i suoi continui apprezzamenti per la lingua. Che tipo. Arrivò Philip a interromperci.
Ph:"Eccomi Eva...ciao Jeff."
Je:"Ciao batterista dei Radiohead, ciao Eva, buon rientro ci vediamo domani."
Jeff mi saluto andando via e io lo salutai con la mano. Philip mi guardò un po' stranito.
Ph:"Gia hai fatto amicizia?"
Difficile da credere.
E:"A quanto pare si."
Ph:"Wow, io ci ho messo tre anni a farmi quattro amici. Tu solo un giorno."
Philip era incredulo. Deciso di non raccontargli di Billie o si sarebbe preoccupato e poi lo avrebbe detto ai miei. Durante la strada di ritorno vidi in lontananza degli altri ragazzi gotici prendere la nostra stessa via. Non avevo molta fiducia in questa nuova vita eppure le cose si stavano rivelando interessanti.