...in un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità/ a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa...F. De Andrè
Capitava sempre così: dopo il mio compleanno, quando il paese si colorava di verde tenero sfoggiando fiori turgidi di ogni tinta e sul fiume apparivano sipari di canne lacustri, noi bambini correvamo verso l'argine. Ci arrampicavamo sulla cresta e poi, giù, con le gambe che scomparivano nella sabbia bianca scivolando tra gli arbusti, nel caldo umido dell'aria, tra zanzare festanti. Di nulla ci accorgevamo: solo risate, ruzzoloni, urla di gioia e tuffi nel fiume. Ero l'ultima di tre fratelli e quando Adele e Giovanni tornavano da Mantova per le vacanze, il fiume era il nostro divertimento, il nostro patto di alleanza, la nostra vita. La mamma ci metteva sempre in guardia: attenti, il fiume chiama ma dove le correnti si incontrano, iniziano un ballo. Se questa danza vi prende, vi trascina giù.In un giorno d'estate Giovanni danzò: un vortice di piccole bolle, il mulinello dell'acqua, il suo ballo a braccia alzate, le sue grida. A me e ad Adele divertiva: pareva preso dalla follia della danza, dall'estasi della musica, dall'ebbrezza della felicità. E, mentre ridevamo, la corrente si ricompose, l'acqua riprese il suo viaggio verso il delta e trascinò con sé Giovanni e le nostre vite.
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IN UN VORTICE
Short StoryGiovanni, finito il primo anno di liceo in città, torna dalla famiglia per le vacanze estive. Appena arrivato a casa, corre con le sorelle, come tutte le estati della loro infanzia, a fare il bagno nel Po.