6.

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La prima scuderia che avrei dovuto esaminare fu proprio la Ferrari, entrai timidamente, quasi in punta di piedi, avrei voluto essere il più possibile invisibile, ma così non fu. Il team Principal venne verso di me a passo sicuro, mi strinse la mano e si presentò; mi disse alcune informazioni utili in merito alla gestione, alle gomme ecc e poi mi lasciò osservare liberamente. Iniziai dal box di Carlos, guardai lavorare la squadra, la coesione, la coordinazione di ogni movimento, era incredibile, come si spostava un meccanico ne subentrava un altro, sembrava quasi una danza.
Parlai un po' con Carlos e presi degli appunti su alcuni aspetti che secondo lui erano migliorabili e poi passai al box di Charles; feci la stessa identica cosa, cercai il monegasco in lungo e in largo, nemmeno il suo preparatore atletico sapeva dove fosse. Bussai alla porta dello stanzino e sentii una voce che mi dava il permesso ad entrare; una volta aperta la porta, mi trovai Leclerc a torso nudo, intento a rinfrescarsi. Le goccioline che scivolavano sul suo torace, sugli addominali iniziarono a far fantasticare la mia mente per pochi secondi, poi mi voltai di scatto dandogli le spalle

< Avevo bisogno di farti delle domande, passo dopo..> balbettai

<Non credevo ti emozionassi tanto Chérie> rispose maliziosamente lui

<Non sono emozionata, sai si tratta di rispetto. Lo conosci?> mi giustificai cercando di non perdere la mia sfrontatezza

Charles avanzò verso di me con fare felino, mi accorsi che si trovava a pochi centimetri da me quando il suo profumo riecheggiò nelle mie narici. Il pilota si chinò all'altezza del mio orecchio e mi sussurrò 

<Chiedimi tutto quello che vuoi> per poi lasciarmi un delicato bacio sul collo.

<Signorino, mantenga un atteggia professionale e rispettoso, verso la sua ragazza> dissi, dopo essere tornata in me

<Ora mi dai anche del lei?> sghignazzò lui

<Si! Ti diverte non è vero? Cazzo, puoi metterti una dannata maglietta?> affermai al limite di ogni mia forma di controllo, prima di uscire da lì

Mi appoggiai una parete e iniziai a sventolare il quaderno dinanzi alla mia faccia, mamma mia che caldo che fa. Quel ragazzo mi faceva provare emozioni nuove, contrastanti e incontrollabili, la classica situazione in cui odio stare; io devo avere sempre il controllo, ma lui me lo fa perdere ogni volta, anche solo con uno sguardo.
Mentre ero persa nei miei pensieri, un colpo di tosse mi fece risvegliare

<Sono vestito, chiedimi pure ciò che dovevi> affermò Charles con fare beffardo.

L'intervista fu rapida e poco dopo iniziarono le prove libere, domani ci sarebbe stata la qualifica e non avrei potuto girovagare tra i box, in quanto sarei stata di intralcio.
Vasseur mi diede la possibilità di osservare le prove libere dal muretto box Ferrari, mi diede delle cuffie per ascoltare i team radio e poi mi fece accomodare vicino a lui. Era incredibile quanto lavoro, impegno e dedizione ci fosse dietro una corsa, non erano solo 20 pazzi che correvano per mediamente sessanta giri, nell'incertezza, era molto di più. Ero così intenta ad osservare tutto ciò che mi circondava che non mi resi conto che alle mie spalle era comparso Charles, ancora con il casco in testa. Il monegasco si confrontò con il suo capo e appena finì, agganciò i suoi occhi nei miei; quando mi guardava così, il mondo esterno sembrava fermarsi, tirai fuori il cappellino che mi diede Max per ripararmi dal sole e vidi Leclerc indurire lo sguardo; lo guardai confusa 

 <Che c'è?> gli chiesi

<Dove lo hai preso quello?> mi domandò indicando il copricapo


<Me lo ha dato Max stamani perché?> continuai, non collegando subito i tasselli

Cross The Line //Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora