Nel tardo inverno dei miei sedici anni, sono stata operata all'ospedale di
New - York. Sempre la stessa storia.
Mi sveglio, ho la vista ancora appagata e fisso la luce della lampada proprio davanti a me.
- Tesoro, tutto a posto? -.
Ero sdraiata sul lettino dell'ospedale e la voce di mia madre mi da sicurezza.
- Laila, Laila -.
Io continuavo a vedere appannato e non capisco cosa stà succedendo.
- Un dottore, presto un dottore! -. Prendo la mano di mia madre non la voglio fare preoccupare. Lei si gira verso di me.
- Oh Laila, amore mio, tutto a posto?- .
Io mi strofino gli occhi, ma nonostante tutto vedevo ancora sfocato. Il dottore entra in stanza, prende una delle sue lampadine e me la punta verso l'occhio.
- Dottore tutto apposto? - disse mia madre un pò preoccupata. Il dottore non rispose e mia madre non fece più domande. Poi prese un bastoncino e mi disse di aprire la bocca.
- Allora signora, sua figlia sembra stare bene, ora verranno a misurare il battito cardiaco, poi venga nel mio studio le devo parlare - .
Perché nel suo studio, cosa c'era che poteva dire a lei e non a me, dopo tutto io sono la paziente no lei, e poi stò bene lo ha detto lui stesso.
Entrarono nella mia stanza con la macchina, mi mettono una fascia al braccio che inizia a stringere.
- Cara torno subito, ok? - .Mia madre bussò alla porta del
dottor. Prinsivalli.
- Venga signora, venga! - .
Mia madre si siede sulla sedia difronte alla scrivania del dottore.
- Tutto a posto dottore? - .
- No in realtà no, signora, non va affatto bene - disse il dottore sistemandosi gli occhiali.
- Ma...Lei...Lei...Aveva detto -
- Si signora so che cosa ho detto, ma vede ora Laila sta bene, diciamo che la malattia è sotto controllo, ma le cose peggioreranno -
Mia madre si mise comoda sulla poltrona.
- Signora io le consiglio di portare sua figlia all'ospedale di Londra, loro gia anno affrontato situazioni simili, è per il bene di sua figlia dopo tutto. -
- All'ospedale di Londra ! - disse mia madre sconvolta
- Sì esattamente io conosco là dei dottori che lavorano per risolvere casi del genere. -
- Ma noi, noi Londra, no..no -
- Signora stiamo parlando della vita di sua figlia! Ora Laila sta bene, ma tra non molto le cose peggioreranno, e... -
Mia madre alzò lo sguardo.
- e.. cosa ? -
- Be forse Laila potrebbe, ecco, morire prima del previsto, circa ancora un annetto -
- Ma..Ma cioè avevate detto dodici anni? Io non capisco più niente! O mio Dio. Che Dio mi aiuti! -
- Signora tutto apposto! Vuole un bicchiere d'acqua! - Il dottor. Prinsivalli prese un bicchiere e lo riempì d'acqua. Mia madre lo afferrò e iniziò a bere, lasciando giusto un goccio d'acqua nel bicchiere.
Mia madre chinò lo sguardo, per nascondere le lacrime che cominciavano a scorrere sul suo viso.
- È tutto signora, a l'ufficio della Dottoressa Bozzolo le segnerà i nuovi medicinali che deve assumere Laila -
Mia madre non aggiunse altro e si alzò dalla comoda poltrona.
- Signora, io considererei veramente di andare a Londra, per il bene di Laila - Poi mia madre uscì dall'ufficio.- Eccomi tesoro - Mia madre rientrò nella mia stanza.
- No, non era niente di che una lista di altri medicinali da prendere - disse mamma
- Un giorno non morirò di cancro ma assumendo così tanti medicinali. -
- Tesoro purtroppo è per il tuo bene -.
Poi mi viene in mente quanti medicinali ho assunto da ieri a oggi è quindi quanti soldi spesi, quanti sacrifici per una ragazza sulla sedia a rotelle, mi viene un nodo in gola, ma non lo faccio notare, diciamo che anni di tetro non sono stati inutili.
- Senti Laila, c'è cui fuori Claudia che ti vole far visita, ti senti bene, la posso far entrare? - chiese mia madre, anche se la risposta era ovvia, avrei fatto di tutto per rivedere la mia migliore amica.
- Sì, sì sto bene - .
- Sicura che stai bene Laila? - .
- Stó bene- dissi un pò scoccita.
Mia madre esce dalla stanza e va a prendere Claudia che stà ancora aspettando nella sala d'attesa.- Buongiorno signora - disse Claudia a mia madre
- Buon giorno Claudia, tutto a posto te? -
- Sì, ma Laila sta bene signora? -
- Sì stà benissimo -
- Quindi oggi può uscire dall'ospedale? -
- Non si sa ora vieni è nella stanza B)25, seguimi - Mia madre la condusse nella mia stanza.- Ciao Laila - disse la mia amica tutta agitata.
- Ciao Claudietta - Era il soprannome che gli davo da quando avevo dodici anni.
- Ti ho portato questi - Claudia aprì una scatola con al suo interno qualche pastarella.
- Grazie, sei gentilissima - ringraziai. Poi posò la scatola sul comodino accanto al mio letto.
- Io esco mi vado a prendere un caffè al piano di sotto, bada tu a lei è! - disse mia madre mentre esce dalla stanza.
- Sai se oggi ti rilasciano? - chiese la mia amica.
- No non so niente -
- Ok, senti oggi voglio invitare un mio vecchio amico a casa Ron, e quindi ti volevo chiedere che se mai te lo potevo presentare, è molto simpatico e chissà magari fate amicizia e vi potete confidare, allora ti piacerebbe?-
- Sì mi farebbe piacere, ma non so quanto ancora devo restare cui. -
- Senti quando ti fanno sapere tu mi mandi un messaggio o mi chiami -
- Ok -
- Senti ora devo andare sennò farò tardi a scuola -
- Ciao Claudietta ti farò sapere -
- Ci conto, ciao - la mia amica esce dalla stanza tirandomi un bacio.CIAO QUESTO È IL MIO PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO "BE FREE" SPERO VI PIACCIA E NON VI PREOCUPATE ARRIVERANNO ANCHE I PROPSSIMI CAPITOLO.
BACIONE DA AAAAZZZZAZAZ123
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Be free
RomanceLaila ha sedici anni. Quest'ultima soffre di una grave malattia che le impedisce di camminare, una malattia che anni prima le hanno diagnosticato, grazie a farmaci e interventi, la malattia inizia a calmarsi, lasciando vive la giovane ragazza, come...