La corsa

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Correvo e correvo come a scappare, battevo i piedi sul terreno, a volte sentivo i talloni bruciare al contatto.
Mi stavo sporcando i calzini bianchi e candidi sulla terra scura e bagnata, l'erba veniva schiacciata sotto il mio peso con passi sempre più vigorosi.
Non so quanto andai avanti, ma finchè il mio corpo me l'avrebbe permesso avrei corso e cors-

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. .

. . .

Mi catapultai a terra, e rotolai per un bel po giù dalla collina, ce l'avevo quasi fatta, ero così vicina.
O così credevo prima di venir spiaccicata dal peso del mio inseguitore, quello che aveva fatto la mia stessa fine.

Potei annusare l'erba e sentire le goccie di rugiada che mi bagnavano leggermente la maglia candida quasi quanto il mio stesso viso, aveva di certo piovuto a lungo il giorno precedente.
Mi misi a sedere sul letto di erba e foglie, aggiungevano un po più di colore, oltre al verde potevo vedere del leggero marroncino e del rosso, meno rossastro dei miei capelli color rubino. Di fronte a me l'inseguitore dai capelli color pece si sedette di fronte a me, faccia rossastra e accartocciata, probabilmente dal dolore della caduta.
Prima che potesse farmi sentire in colpa, parlai per prima.
<<Ma quanto pesi?!>> Esclamai sbraitandogli contro, mi scostai i capelli dal viso per guardarlo negli occhi smeraldati.
<<Ehy! Sono perfettamente in forma, e, a differenza tua, non cado come una pera cotta giu da una collina!>> Ribattè, facendo comparire delle flebili macchie rossastre sul mio viso.
Prima che potessi ribattere dai cespugli comparve un ragazzo dal corpo esile e i capelli bianchi come la neve, mi toccò con gentilezza la spalla quasi sfiorandola.
<<Presa>> Disse con voce pacata, nonostante tale voce era rassicurante io divenni furiosa.
<<Non vale!!>> Esclamai incredibilmente adirata.
<<Le regole sono queste>> Ribattè il corvino con un sorrissino che mi faceva aver voglia di tirargli un pugno fra i denti.
<<Rimane il fatto che era due contro uno e poi...>> Iniziai a spiegare come fosse completamente sbilanciata questa partita finchè non sentimmo una campana in lontananza.
<<È ora di pranzo>> Fece notare il ragazzo dai capelli candidi.
Dopo un sospiro da parte di tutti noi ci alzammo da terra.
<<Chi arriva per ultimo è un pollo>> Esclamò fugacemente il corvino per poi mettersi a correre in una maniera quasi ridicola.
<<EHY ASPETTA!>> Risposi prendendo a correre.
Giurai di sentir sbuffare William, ci guardava con i suoi occhi azzurri e freddi come il ghiaccio. Forse è meglio dire che ci scrutava.








nota d'autore

bho non lo so- ve gusta? se si forse lo continuerò, sennò morirà. se ci sono errori grammaticali fatemeli notare please che li correggo.
Autore out.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 14, 2023 ⏰

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