Ecco che la guerra le dava una possibilità insperata, uomini e donne della città e campagna erano infine fuggiti. O erano morti. Gli invasori giunti su grandi vascelli, da sud, avevano saccheggiato e distrutto, senza riuscire a demolire il maniero della sua famiglia - dove lei non era.
Lei, dal confine della foresta scura, osservava gli eventi. Quello che aveva cercato con gli occhi, lo aveva poi veduto con la mente, o sentito tramite i suoi stessi piedi a contatto con la terra.
Avvertiva i passi dei soldati come un terremoto, a diversi chilometri di distanza, insieme a quelli delle migliaia di profughi in fuga. E dopo molto tempo sentì i corsari arretrare, ritornare sulle loro navi, verso una nuova incursione in qualche altro luogo sfortunato.
I suoi erano stati pronti, ma non avevano avuto bisogno di combattere. I forestieri aguzzini non osavano spingersi oltre il confine tracciato dal perimetro della foresta: la forza della superstizione si era spinta lontano, nell'Oltremare. E a ragione.Intanto la città si era svuotata di vivi e riempita di morti, cosparsa di cadaveri d'uomo e d'animale. Attraverso la mente vagò per le strade, udendo qualche remota richiesta d'aiuto da vite che si stavano spegnendo. Non c'era nessuno a curarsi di loro, tutti quelli che potevano erano già fuggiti o erano stati fatti schiavi dai pirati. Se non ci fosse stata la guerra la città si sarebbe difesa, ma quegli scaltri corsari avevano colpito nel segno e nel momento giusto.
Nessuno era rimasto al castello di Leskarn, vivo. Nessuna baronessa perché l'ultima era morta anni fa e il barone era lontano e stava morendo in un'altra guerra degli uomini... riusciva ad avvertirlo per via del loro legame di sangue. Dopo quasi settant'anni, da quando se n'era andata, comprendeva che la sua casa era vuota e la stava aspettando. Perché lei era la vera baronessa di Leskarn e non c'era più una comunità di umani a poterla cacciare, o temere. O altri pretendenti rimasti ad ambire a quel titolo.
Così aveva lasciato la foresta buia, era partita verso l'odiata cerchia di protezione attorno al castello, eretta dai maghi della sua gioventù contro di lei. Ciò che aveva scrutato a lungo solo con gli occhi della mente ora l'attraversava. Ma oltrepassato il confine capì che l'incantesimo si era infranto, non essendo rimasto nessuno da proteggere.Rivedeva il sentiero sterrato che un tempo connetteva le campagne attorno al castello alle estremità delle Terre Franche, che lasciato senza cure era soggetto al crollo di pietre e invaso dalle piante infestanti. Camminava coi piedi nudi sul suolo che un tempo l'aveva vista correre e giocare. Rivedeva il giardino di tigli e gelsomini dove si era seduta tante volte a guardare il tramonto. Un vecchio era accasciato a terra e reggeva ancora la spada, trafitto a morte. Era tutto reale, ma le pareva che si stesse svolgendo solo nella sua mente.
Grazie al potere di preveggenza, che non dominava e che si acuiva per via della prossimità alla sua esistenza di umana, camminava sapendo già, e vedendo prima, cosa le sarebbe apparso a qualche metro, appena svoltato l'ingresso.Il grande portone di ferro battuto con iscritte le gesta della sua antica famiglia era lo stesso di duecento anni prima. Per la lunga assenza non riconosceva tutti i rilievi che vi erano impressi, alcuni erano nuovi e raccontavano di lei. Avvicinandosi avvertì una grande presenza di morte e, ferma, non ebbe difficoltà a fare spalancare la porta senza toccarla. Le si aprì un teatro fatto di corpi e sangue, insieme dalla ritrovata regalità.
Rivedeva i disegni del marmo sul pavimento, su cui giacevano molti servitori sconfitti, consoni alla nobiltà della sua famiglia, e sulle pareti gli arazzi e gli affreschi macchiati da schizzi di sangue. La sua coscienza di donna le disse che li avrebbe fatti tornare grandiosi come un tempo - ma come orco tutto quello non aveva nessun valore.
Ancora avanzava, sentiva il potere spezzato che era stato eretto contro di lei nei sentieri e nelle stanze, che ora non poteva più nuocerle.
Mano a mano che procedeva verso la sala grande, quella in cui ogni barone aveva preso posto sul suo trono e dato prova della sua legittimità, i corpi diminuivano, era come se la battaglia si fosse svolta ben lontano da essa.
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L'ascesa degli Orchi
FantasíaEcco che la guerra le dava una possibilità mai sperata prima. Uomini e donne erano infine fuggiti. O erano morti. Gli invasori erano giunti su grandi vascelli da sud inaspettatamente e avevano saccheggiato e distrutto, ma il suo castello era rimasto...