Capitolo primo

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C'era un motivo se quella mattina Maria Sofia, Mary per gli amici, imprecava contro la bicicletta che aveva deciso di abbandonarla a metà strada lungo una salita di montagna, ed era che il mondo ce l'aveva con lei. Almeno era questo quello che si ripeteva tra un'imprecazione e l'altra mentre scendeva dalla bicicletta e ripercorreva con gli occhi la strada che le sarebbe mancata per tornare nel cottage dove alloggiava dalla sera prima dove, per giunta, sarebbe dovuta rimanere per le successive due settimane. Ma partiamo dall'inizio

18 h prima...
"Avanti Mary non puoi startene tutto il giorno a deprimerti e a mangiare gelato, sembri mio zio Rudolf alcolizzato, certo  con il gelato al posto del vino" diceva Chloe guardando l'amica sdraiata o per meglio dire inglobata  dal divano su cui se ne stava a pancia all'aria "scommettiamo?" Disse Mary impugnando un'altra cucchiaiata di gelato, per giunta alla banana, un gusto che odiava e ironia della sorte adesso odiava anche le banane in generale, dopo che aveva trovato colui che le aveva chiesto di sposarlo, nemmeno un mese prima, nel loro letto con la sua segretaria.
Solo al pensiero una lacrima le sfiorò una guancia ma subito un sonoro schiaffo la fece rinvasare " ma dico ti sei impazzita cazzo?" disse Mary guardando l'amica ancora con la mano sollevata, accarezzandosi la guancia  rossa per il colpo "non ti lascerò a poltrire  su questo divano mentre versi lacrime per un verme che non sa nemmeno tenerselo nelle mutande, alzati ti ho prenotato una vacanza in montagna hai due ore per preparati prima che l'aereo decolli" e dopo aver visto che l'amica non sembrava reagire e rimaneva con una espressione da ebete in faccia, sbuffò dicendo " te ne serve un'altra? E muoviti su!"

Adesso
Così quella mattina si era svegliata in un bellissimo cottage in pieno stile montanaro, immerso nella natura o disperso nel nulla, dipende dai punti di vista. Era in pietra lavica e doveva essere lì da un bel po di anni insieme alle altre strutture che aveva visto lungo la strada dove aveva scorto anche tende da campeggio e una lunga serie dj canoe per cui aveva presupposto che lì vicino doveva trovarsi qualche lago. Per questo motivo, prima che i pensieri tristi potessero prendere il sopravvento, aveva indossato la sua amata salopette e attaccato i suoi lunghi capelli mogano in due trecce che più che una donna di ventisei anni la facevano apparire una liceale, armata di buona volontà si era diretta alla scoperta del posto . Aveva il cuore infranto si, ma non per questo sarebbe stata con le mani in mano, con questo proposito ed essendosi alzata presto, aveva deciso di prendere la bicicletta che il cottage offriva ai clienti per salire più in cima e godersi la vista dell'alba da un punto strategico in altura e da lì trovare l'agognato laghetto. Quello che non aveva calcolato è che la catena della bicicletta a metà strada si sarebbe rotta, mal sopportando la strada in salita, lasciandola a piedi con quaranta gradi all'ombra e senza nemmeno una bottiglia d'acqua per rinfrescarsi.
Una persona normale avrebbe deciso di continuare la strada a piedi oppure di tornarsene indietro, no non Mary che tra un "cazzo" e un "merda" si era seduta all'angolo sotto un albero con le braccia e le gambe incrociate sbuffando come un treno a vapore aspettando un segno dal cielo che le facesse capire come mai quest'ultimo ce l'avesse con lei.

Passati quindici minuti si trovava con gli occhi chiusi e la testa poggiata contro il tronco mentre il sudore le gocciolava sul naso e nel solco dei seni, se quella doveva essere la sua morte ben venga, stanca per com'era e come se non bastasse pure cornuta non aveva certo voglia di ribattere, quando ad un certo punto sembrava che il segno che aspettava fosse proprio arrivato un enorme cane, che più che un cane sembrava un grizzly, con folto pelo marrone e bava che scendeva dalla bocca a ogni falcata le si avvicinò alle caviglie, sbavandogliele "Shaggy! Torna subito qui" una voce rimbombò tra gli alberi, e che voce. Doveva appartenere sicuramente ad un uomo, il suo genere umano preferito pensò con sarcasmo, non solo aveva difronte un cane che sembrava non vedere l'ora di volerla mangiare con tutta quella bava che scendeva mentre la osservava, ma per giunta di lì a breve avrebbe fatto per forza conoscenza con qualcuno, sbuffò, non ne poteva più.



*spazio autrice*
Ciao in realtà ho questa bozza da un paio di mesi che non ho mai avuto il coraggio di pubblicare, mi piacerebbe continuare ma avrei bisogno di un parere, aspetto i vostri commenti
Con affetto Gio

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 16 ⏰

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