Grace's Pov
Ho sempre pensato che la vita fosse nata non da un individuo, ma dal bocciolo di un fiore. Come se quest'ultimo fosse l'unica cosa che davvero conta.
Una vita, una vita che nasce e sboccia, e che porta con sé tutta la meraviglia che può donare.Quand'ero bambina, credevo fermamente in questa teoria: ero sicura che i fiori fossero i nostri antenati e che, col passare degli anni, questi ultimi si fossero evoluti, facendo trasformare lo stelo nel nostro corpo, la corolla -l'insieme di petali- nei nostri capelli e l'antera -dove sorge il polline- nel nostro viso.
Di conseguenza, tenevo ai fiori più degli esseri umani ma soprattutto, volevo che un giorno si regredisse; gli umani non mi piacevano per niente e pensavo che probabilmente queste discongruenze facessero in un qualche modo, parte di una sbagliata evoluzione. Doveva essere così.
E così, per cercare di ricreare un po' il vecchio mondo -quello dove abitavano i nostri cari antenati fiori-, proteggevo questi ultimi dall'ineguatezza dei passanti nelle terre. Ogni giorno infatti, uscivo dal castello per andare nei campi ad osservare ogni giorno, una tipologia di fiore diverso.
Ricordo che mi spostavo sempre con mamma, all'ora del tramonto. Le chiedevo spesso perché non potevo uscire prima, magari per passare più tempo li, ma la mamma si limitava a sorridermi e a dirmi che era meglio così.
All'inizio io e mamma eravamo sole. Ci sedevamo ai piedi delle querce ad osservare i fiori al tramonto. Rammento solo il dolce cinguettio degli uccellini, la pace nell'aria e quell'odore delle mille fragranze messe assieme.
Un giorno, mamma mi portò in un campo diverso, composto da mille fiori che sbocciavano tutti rivolti verso il sole, avevano un centro marroncino, simile al golfini che portava sempre la mamma e i petali gialli. Un giallo acceso.
Era sempre uno spettacolo vedere quei fiori li.
Erano ipnotici.
Ecco la parole giusta.Mamma mi spiegò, che si chiamavano "girasole", ed è per questo che erano devoti sempre al sole e di conseguenza alle persone solari. Da lì in poi ricordo solo che ci fu assegnata una guardia, che veniva con noi nei nostri momenti di relax. Non seppi il perché e neanche lo chiesi, temevo la risposta in realtà.
Crescendo, l'abitudine non è svanita. Vado ancora nei campi a rilassarmi e a scrivere, a scrivere tutto ciò che mi passa per la mente, la mamma dice che ho una sorta di talento, io però sono un po' scettica a riguardo. Alla fine, talento o no, il mio non sarà utile nella mia vita.
O meglio, nella vita che sono costretta a fare.Come ho sottolineato prima, la mia abitudine non è mai finita ma è finita la mia compagnia; la mamma non è più venuta con me dal mio quindicesimo compleanno, quando mi ha reputata "abbastanza matura da incamminarsi da sola". Diceva che l'indipendenza era fondamentale per una principessa, per la futura erede di Spagna ma io so che c'era altro sotto.
Era già da un po' di tempo, che mia madre trovava impegni per rimandare le nostre uscite e l'escamotage era solo uno: il Paese aveva bisogno della sua regina, una regina forte e presente, che passasse la sua vita ad essere devota al suo popolo e non a delle ore passate nei campi di fiori.
D'altronde non potevo giudicarla, lei era Isabella di Borbone, l'unica erede donna di uno dei paesi più potenti al mondo, già nel 1830 e il suo compito era amministrare il paese, nel migliore dei modi.
E un giorno io sarei diventata esattamente come lei.Sarei diventata la regina di Spagna, colei che avrebbe portato il Paese al suo massimo splendore.
Eppure tutto ciò mi terrorizzava da morire. Non ero pronta ad un ruolo simile e mia madre lo sapeva bene, l'ho sentita anche parlare con il suo consigliere, William, e ho scoperto che la causa della mia "insicurezza" sotto il punto di vista della stabilità, potrebbe riguardare la mancanza di una figura maschile, che sarebbe mio padre, morto prima che io nascessi.
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My Darkness Rose
ChickLit{"My Darkness Rose" è una storia totalmente frutto della mia immaginazione ma con spunti nella realtà storica (es. la presenza di alcuni sovrani come Isabella Di Borbone o Luigi Filippo). La maggior parte degli avvenimenti però, sarà inventata da me...