4. Il peso di una goccia

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- Io non scendo là dentro! - disse Hilde.

I suoi capelli biondi si mossero coordinati con i movimenti laterali della testa.

- Questa è la sede della nostra associazione. - disse la donna col vestito bianco mentre indicava una scala che svaniva nel sottosuolo. Notando gli sguardi dubbiosi sfiorò l'omero di Hilde e si rivolse agli altri due ragazzi spiegando che a nessuno era permesso di costruire all'interno della foresta. L'unico modo di non essere scoperti, quindi, era farlo sotto la superficie.

Il tono della donna era sereno ma si scontrava con la segretezza che Hilde aveva percepito fino a quel momento.

- Di quale associazione sta parlando? - la interruppe Haruki.

- Io sono Dara Van Nirken. La nostra associazione è conosciuta con molti nomi. E ne ha cambiati tanti altri nei secoli.

I ragazzi si presentarono e la donna strinse le loro mani con energia.

- Nei secoli? - Hilde balbettò le sillabe della sua risposta mentre lasciava la mano da quella della donna.

- Esistiamo da talmente tanto tempo che molti ci considerano una leggenda.

Dara pronunciò quella frase senza curarsi dell'incredulità che poteva generare. Le ultime parole rimbombarono tra le rocce perché era ormai scomparsa all'interno del terreno.

Asami lanciò uno sguardo al suo ragazzo. I suoi occhi erano pieni della determinazione necessaria per ritrovare sua sorella. Haruki le rispose con un sorriso, le diede la mano e la precedette lungo la scala tirandola con sé.

Hilde rimase a bocca aperta mentre scendevano nel terreno. Con una mano sfiorò la tasca e la sua mente le fece affiorare il ricordo della sua vita comune di qualche giorno prima. Si scrollò le spalle e decise di seguirli senza, però, smettere di scuotere la testa. Dietro di lei entrò uno degli uomini vestiti con abiti tradizionali che portava in braccio il corpo trovato poco prima avvolto in un telo scuro. Un suo compagno, dopo che furono entrati tutti, sigillò la botola.

La scala terminava in un'ampia camera con il soffitto retto da numerose colonne. Su ognuna da due a quattro lampade illuminavano l'ambiente facendo dimenticare di trovarsi sotto terra.

Al centro, la statua di un drago che avvolgeva una sfera e aveva tra le fauci una fiamma dominava l'ambiente. Un uomo occidentale dai capelli bianchi sembrava attenderli con una mano poggiata sulla coda del rettile.

- Benvenuti. Sono Luis Gaspard. - disse in un inglese perfetto. - Vi chiedo scusa se non ci trovate pronti a ricevervi ma non abbiamo molte visite.

Hilde si rese conto di essere turbata da quell'uomo. Non riusciva a fidarsi della sua gentilezza per quanto non le avesse dato alcun motivo di dubitarne.

- Come Dara vi avrà accennato. - continuò. - Siete nella sede di uno dei rami giapponesi dei Custodi dell'entropia.

Hilde soffocò una risata con le mani. Luis Gaspard fece finta di non notarlo e si rivolse ai due ragazzi giapponesi.

- Possiamo fare qualcosa per voi?

Asami stava per rispondere quando Dara le rubò la risposta.

- La ragazza sta cercando sua sorella. E noi possiamo aiutarla.

Luis la guardò dall'altro in basso diverse volte mentre si mordeva le labbra e annuiva.

- Temo proprio di sì. - disse e le chiese di seguirlo.

La sala presentava una nicchia quasi invisibile dalla loro posizione. Sul muro che la delimitava c'erano alcune teche di vetro. Erano tutte vuote tranne quella che conteneva il corpo di Makiko. Il colorito pallido della pelle, i lividi all'altezza del collo e le labbra viola erano gli unici segni che facevano capire che non stesse dormendo.

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