Capitolo 10

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Aprì la porta con facilità e nessun'arma le fu puntata contro. La prima cosa che notò erano gli sguardi allarmati dei presenti.
Riconobbe subito il senatore e iniziò a ridere. «È qui che si comprano le armi?» chiese. A quel punto gli uomini si alzarono irritati. «Se vuole signor senatore lo traduco per il suo amico giapponese» «Chi sei?» «Nono. Non mi deve chiedere chi sono ma che cosa ho intenzione di fare» «Chiamo la sicurezza» «Va bene. Allora aspetto qua». Si sedette su una delle poltroncine di pelle e mentre aspettava che l'uomo chiamasse la sicurezza estrasse la stessa arma silenziata per sparare a uno dei tre bodyguard causandogli una ferita sul petto. «Scusi, mi è scivolato il dito». Si avvicinò poi ad una vetrina dall'aria molto costosa che conteneva diversi liquori. «Non le dispiace se intanto mi intrattengo? Suppongo di no». Aprì una bottiglia di whiskey e se ne versò un bicchiere ma accidentalmente le cadde la bottiglia a terra, macchiando tutto il tappeto. «Mi scusi. Non volevo».
Nel frattempo il finto marito aveva rinchiuso l'uomo ferito nel ripostiglio e aveva dato fuoco al posto. «Tae, sto staccando tutte le comunicazioni all'interno della villa compresi i vostri auricolari. Raggiungi Chae al piano di sopra. Il senatore pensa di star aspettando la sicurezza... sapete cosa fare» «Va bene». Purtroppo il tragitto verso lo studio richiese il doppio del tempo. Fu fermato da una domestica con un carrello delle pulizie. «Mi scusi signore, l'asta è al piano di sotto. Questa è una zona per gli amici stretti del padrone di casa». Ma il ragazzo era furbo e trovò subito una giustificazione. «Lo so e mi dispiace molto ma uno di questi "amici stretti" ha portato qui mia moglie mentre io ero in bagno e non so cosa abbia intenzione di fare» disse con tono preoccupato «Farebbe meglio a sbrigarsi. Questi uomini sono viscidi ma in lei vedo qualcosa di diverso. Vada a salvare sua moglie» «La ringrazio molto. Posso prendere questo? Una ragazza del catering mi aveva chiesto di portarglielo se l'avessi visto da qualche parte» «Ma certo giovanotto. Ora si sbrighi» «Grazie mille».
Le disavventure però non finirono là. Mentre cercava di raggiungere il punto d'incontro fu bloccato da uno dei bodyguard che aveva visto Chaeyoung. «Questi spuntano ovunque» sbuffò sottovoce il ragazzo mentre si nascondeva dietro ad un pilastro. Lasciò il flacone di spirito a terra e tirò fuori dalla giacca un pezzo di stoffa e una boccetta contenente un liquido colorato: un sonnifero.

Non appena l'uomo gli passò davanti, Taehyung gli diede un calcio dietro alle gambe, facendogli perdere l'equilibrio. Una volta a terra lo immobilizzò e spinse il pezzo di stoffa sporco di sonnifero sul viso dell'uomo. Quando il corvino si convinse del fatto che fosse addormentato, mise il fazzoletto nella giacca e recuperò il flacone a terra. A quel punto si diresse verso lo studio.
Giunto davanti al luogo spalancò la porta con in mano un flacone di alcool per pulire. «Qualcuno ha chiamato la sicurezza?» scherzò. Vide un uomo a terra ed uno che stava mettendo la mano sotto la giacca ma la ragazza fu più veloce e gli sparò. «Possibile che vendete armi ma non le sapete usare?» sbottò. «Siete poliziotti?» chiese l'uomo giapponese iniziando a capire la situazione «Non lo so. Tae, siamo poliziotti?» «Non mi sembra, cara».
«Signor Fuji, abbiamo saputo che si diverte a trafficare armi, soprattutto con i giapponesi» «Non è vero» negò l'uomo iniziando a sentire la pressione salire nella stanza. «Beh, ma questi documenti ci stanno dimostrando il contrario» disse Tae prendendo la cartella che era sulla scrivania. Mentre si avvicinava a quest'ultima, però, nessuno si era accorto che stava rilasciando lo spirito sul pavimento, tranne Chae, che stava continuando a bere indisturbata il suo whiskey.
Uno dei bodyguard, stanco di essere preso in giro da due ragazzi così giovani, spinse Chaeyoung a terra e rubò dalle mani del ragazzo la cartella. Il piano sarebbe fallito se Lisa non fosse intervenuta.
Vista Chae a terra si concentrò sull'uomo intento a scappare «Non così velocemente» sussurrò. In pochi secondi il vetro dello studio era completamente frantumato e l'uomo era a terra senza vita. «È fatta» rise Lisa tra sé.
Il colpo fece sussultare i presenti, che cercavano di capire da dove provenisse senza grande successo. «Ora che avete capito che facciamo sul serio è il momento di salutarci, signor senatore» disse Chae dopo essersi alzata.
Tae, nel frattempo, recuperò la cartella e si avvicinò alla finestra ormai a pezzi. Controllò l'altezza, legò una corda intorno alla vita e fissò l'altra estremità al camino in attesa della ragazza. Quest'ultima accese una sigaretta e si diresse verso la finestra. Poco prima di raggiungere Tae, avvicinò l'accendino al pavimento dando fuoco alla stanza. «Ma guardi che sbadata che sono oggi. Mi dispiace molto per i suoi tappeti persiani, dovevano essere davvero costosi...». Arrivata accanto al ragazzo, osservò con soddisfazione il fuoco propagarsi e, dopo essersi assicurata che gli uomini non riuscissero a scappare, abbracciò il ragazzo e si calarono giù dalla finestra. Arrivati nel giardino scavalcarono le alte sbarre di ferro e corsero verso il retro.
Arrivati in una strada secondaria trovarono il mezzo della fuga. «La mia bambina!» esclamò il corvino quando vide la sua moto. «Questa è stata sicuramente un'idea di Jungkook...» aggiunse mentre si sistemava il casco. «Tieniti forte perché non ho intenzione di rallentare nemmeno per un secondo» sussurrò Tae. «Come desideri» rispose la ragazza mentre stringeva la presa sulla vita del ragazzo.
Lisa, dopo essersi accertata della buona riuscita della missione, sistemò velocemente tutte le sue cose e si calò giù dal palazzo: successivamente raggiunse Jin che la stava aspettando in macchina. «Com'è stato?» chiese il ragazzo appena la vide entrare. «È stato emozionante, mi è mancato...» rispose con aria ancora sognante. Nella sua testa la scena si ripeteva all'infinito e ogni volta che la visualizzava si sentiva più soddisfatta. «A casa ci racconterete tutto. Speriamo che Hobi abbia preparato qualcosa, sto morendo di fame» «Non penso proprio. Sarà impegnato ad abbinare tutti i vestiti che ha comprato oggi. Dovevi vederlo: sembrava un bambino!» disse la ragazza coinvolgendo nella risata anche Jin.

I due si avviarono verso casa a tutta velocità e il rumore del motore interruppe i discorsi che avrebbero voluto avere.
Dopo aver sentito le rassicurazioni di Tae e Chae, i ragazzi si tranquillizzarono e con Jisoo alla guida tornarono a casa in un viaggio particolarmente silenzioso. «Ad un certo punto ho pensato che non ce l'avremmo fatta...» confessò Jennie di punto in bianco. «Dovresti avere più fiducia in quei due. Saranno anche tuo fratello e la tua migliore amica, ma lo sai quante volte hanno fatto una cosa del genere? Troppe per essere contate» rispose Namjoon «Lo sappiamo hyung, ma non è così facile non pensare al peggio» intervenne Jungkook. «Io l'ho sempre detto che le emozioni offuscano il giudizio» sussurrò Yoongi in disparte. La conversazione fu però interrotta da una sbandata del veicolo. «Ma che ti è preso?!» urlò Jennie alla ragazza al volante. «Questi delinquenti! Hanno tanto spazio e devono tagliarmi la strada!» sbottò Jisoo riprendendo il controllo del van. «Che è successo?» domandò confuso il fratello sporgendosi in avanti. «Quei criminali di Chae e Tae sono comparsi dal nulla sulla moto. Mi hanno tagliato la strada, e ora sono scomparsi. A casa mi sentiranno!» spiegò stizzita la ragazza provocando scambi di occhiate divertite dai suoi amici.

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