Erano passati quattro giorni,e Sienna non sapeva distinguere giorno e notte.
Dalla minuscola finestra sembrava non penetrare neanche un po'di luce.
Era affamata e sì nutriva di solo pane e acqua.
Il ragazzo intanto studiava il suo nascondiglio e pensava a come renderlo sempre più ospitale per le ragazze che sarebbero venute più in là.
Aveva accumulato diversi romanzi e storie,per lo più d'amore.
Strano a dirsi,ma un cuore lo aveva anche lui.
Quella notte sì sentiva più strano del solito,ma niente di grave.
Entrò nella stanza dove si trovava Sienna e la vide più bella del solito.
Indossava pantaloncini neri,una canottiera bianca e scarpe basse.
La caviglie sottili erano legate con un laccio di pelle e le mani imprigionate dietro la schiena,anch'esse con una striscia di cuoio.
Il ragazzo non riusciva a vederla così,in quelle condizioni.
Pian piano la slegò,e Sienna si sentì libera dalla presa stretta che le causava forti dolori ai polsi.
'Quando mi lascerai andare?'
Nessuna riposta,nella stanza minuscola c'era assoluto silenzio.
Le prese la mano e pensò alle loro conversazioni e all' ineffabile tristezza sempre presente nei suoi occhi marroni.
La sua espressioni lo raggelo'.
'Per ora starai qui con me'
La stanza aveva l'aspetto innaturale e claustrofobico di una veglia funebre,e Sienna cerco di trattenere le lacrime.
Il ragazzo voleva vederla felice,con quel suo sorriso diabolico,capace di spezzare dei cuori.
Non sapeva per quale assurdo motivo si comportava così,Sienna doveva essere una delle tante ragazze a stare nel suo nascondiglio,e la prossima ad essere uccisa.
Uscì dalla stanza,incapace di dire qualcosa,e lasciò alle sue spalle la ragazza triste e sconsolata,che riempiva la stanza con le sue urla strazianti.
Ma lui non l'avrebbe lasciata libera.
Non per ora.