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Hannah non sapeva se a svegliarla era stato il crepitio del fuoco o il bagliore delle fiamme gialloarancio. Si mise seduta sul letto, paralizzata dal terrore, gli occhi incollati sul fuoco che la stava circondando.

Le fiamme avvolsero la toilette e aggredirono la carta da parati, che si accartocciò tutta e divenne cenere. Lo sportello dell'armadio era stato praticamente mangiato dal fuoco e Hannah poteva vedere le fiamme lambire i cassetti e i ripiani.
Anche lo specchio aveva preso fuoco. Hannah intravide la sua immagine riflessa, dietro il muro di fiamme che emanava bagliori sinistri.

In breve, il fuoco avvolse tutta la stanza. Il fumo denso e acre la stava soffocando.
Troppo tardi per gridare! Tuttavia Hannah chiamò urgentemente aiuto.

Che sollievo svegliarsi all'improvviso e scoprire che si è trattato di un brutto sogno!

Hannah si mise seduta sul letto, con il cuore che le batteva forte e la gola secca.

Le fiamme erano sconparse e con loro le lingue di fuoco gialloarancio. Scomparso anche il fumo soffocante.
Era stato un sogno, solo un sogno. Un sogno terribilmente realistico. Comunque, pur sempre un sogno.

-Uau, che spavento!- disse Hannah.

Sprofondò nel cuscino, in attesa che il cuore cessasse di batterle all'impazzata. Alzò gli occhi azzuri al soffitto verniciato di bianco, gelido, quasi asettico.

Aveva ancora davanti a sé l'immagine del soffitto annerito dal fumo, dalla carta da parati accartocciata, dalle fiamme che lambivano lo specchio della toilette.

"Beh, per lo meno i miei sogni non sono noiosi!" pensò.

Diede un calcio alla coperta leggera e lanciò un'occhiata alla sveglia sul comodino. Erano soltanto le otto e un quarto!

"Com'è possibile?" si chiese. "Mi sembra di aver dormito per cento anni di seguito. E poi, che giorno è?"

Era molto difficile tenere il conto dei giorni che passavano, quell'estate. Sembravano tutti così uguali!

Purtroppo, Hannah stava trascorrendo un'estate terribilmente solitaria. La maggior parte dei suoi amici era andata in vacanza con i genitori, oppure in campeggio.

C'era ben poco da fare per una ragazzina di dodici anni in una cittadina come Greenwoods Falls.

Hannah ingannava il tempo leggendo pile di libri, incollata davanti al televisore, oppure in sella alla sua bici, alla ricerca di qualcuno con cui giocare.

Che noia!

Ma quella mattina Hannah si alzò con il sorriso sulle labbra.
Era viva!
La casa non aveva preso fuoco e lei non era rimasta intrappolata tra le fiamme.

Indossò un paio di pantaloncini arancioni e un top bianco. I suoi genitori la prendevano in giro perché amava i colori accesi.

-Lasciatemi in pace, almeno una volta!- ripeteva sempre -Cosa c'è di male se mi piacciono i colori brillanti?-

Già, i colori brillanti. Come le fiamme che nel sogno l'avevano circondata.

-Ehi, brutto sogno, vattene subito! Sparisci!- borbottò.

Balzò giù dal letto, si diede una rapida sistematina ai capelli e scese in cucina. La accolse un buon profumino di uova e pancetta.

-Buongiorno a tutti- cinguettò allegra.

Quella mattina era perfino contenta di vedere Bill e Herb, i suoi fratelli gemelli, che avevano da poco compiuto sei anni.
Erano delle vere pesti. Le pesti più... pesti di tutta Greenwoods Falls.

Quando Hannah fece il suo ingresso in cucina, i gemelli si stavano divertendo a lanciare una pallina di gomma da una parte all'altra della tavola.

-Quante volte ve lo devo dire che non voglio che giochiate a palla in casa?!- li sgridò la signora Fairchild, impegnata a friggere le uova.

-Almeno un milione di volte- rispose Bill.

Herb scoppiò a ridere alla battuta di Bill. Evidentemente l'aveva trovata molto divertente. Tutti e due, comunque, erano convinti di essere una vera forza.

Hannah si avvicinò alla mamma e abbracciandola la strinse forte forte.

-Hannah, smettila!- gridò la mamma -Mi fai cadere nella pentola, sciocchina!-

-Hannah, smettila! Hannah, smettila!- ripresero in coro i gemelli, facendole il verso.

La palla cadde nel piatto di Herb, rimpalzò sulla parete e andò a finire sul fornello, a pochi centimetri dalla padella dove stavano sfrigolando le uova e la pancetta.

-Bel colpo, campione!- esclamò Hannah prendendo in giro il fratello.

I gemelli si esibirono in una delle loro colossali risate.

-Se la palla va a finire nella padella, giuro che ve la faccio mangiare insieme alle uova- li minacciò la mamma, agitando la forchetta.
Il che provocò l'ennesimo scoppio di risa da parte dei due gemelli.

-Io, invece, sono sull'allegro andante, questa mattina- annunciò Hannah.

Guardò fuori dalla finestra, tutta soddisfatta, il cielo azzurro e senza nuvole.

-Come mai?- le chiese la madre con una punta di sospetto.

-Sono allegra e basta- ridacchiò Hannah scrollando le spalle. Non se la sentiva di raccontare alla mamma dell'incubo di quella notte e di come si fosse sentita sollevata quando aveva scoperto di essere ancora viva.

-Dov'è papà?-

-È andato presto a lavorare- disse la signora Fairchild, girando la pancetta nella padella -C'è chi le vacanze non le farà per niente, quest'anno- sospirò -A proposito, come passerai la giornata, Hannah?-

Hannah aprì il frigorifero e tirò fuori un cartone di succo d'arancia.

-Niente di speciale, come al solito. Farò un giretto nei dintorni-

-Tesoro, lo so che ti annoi molto, e mi dispiace, credimi. Purtroppo non avevamo abbastanza denaro per mandarti al campeggio. Forse l'estate prossima...-

Dopo la colazione Hannah aiutò la mamma a riordinare la cucina.

-Che bella giornata!- esclamò la signora Fairchild affacciandosi alla finestra -Non c'è una nuvola! Il termometro salirà almeno a quaranta gradi, ci puoi scommettere-

Hannah scoppiò a ridere. La mamma doveva essere una grande appassionata di meteorologia, visto che sapeva sempre a memoria il bollettino del tempo.

-Sai che ti dico? Faccio un giro in bici, prima che diventi troppo caldo- annunciò Hannah alla mamma.

Uscì dalla porta sul retro e trasse un profondo respiro. L'aria era fesca e profumata. Hannah guardò divertita due farfalle gialle e rosse che svolazzavano fianco a fianco in giardino. Si stava avvicinando al garage quando udì il brusio ovattato di un tagliaerba.

Sollevò gli occhi al cielo azzurro e i raggi tiepidi del sole le accarezzarono le guancie.

-Ehi, attenta!- la mise in guardia una voce.
Hannah sentì un dolore lancinante alla schiena. Prima di cadere a terra, si lasciò sfuggire un grido di terrore.

Just A Nightmare?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora