- Non allontanarti da qui, resta seduto e aspettami, appena torno andremo a pranzo. E rimani all'ombra, altrimenti ti becchi una bella insolazione. Mi raccomando non ti muovere, che poi ti perdi e non sai più come tornare. D'accordo? Torno presto.
Non rispose. La donna indossò una camicetta leggera e si allontanò. Il vecchio rimase immobile ai piedi del suo ombrellone verde e giallo, fissava il mare davanti ai suoi occhi. Era a dieci metri dalla riva, ma il suo sguardo pareva fissare un punto ben più lontano, ben più al di là, un punto che nessun altro poteva vedere. La testa roteava in modo impercettibile, scrutando attorno a sé. Dove si trovava in quel momento? Non lo capiva, non riusciva a dirlo, eppure, poteva giurarlo, lui lo sapeva. Buttò fuori dai polmoni più aria di quanta ne avesse inspirata e si ingobbì ancora di più sulla sedia.
Il vento soffiava da ovest, e le voci intorno a lui si alternavano disperdendosi nel traffico di parole che stentava a riconoscere. La pelle pallida piena di nei come costellazioni aveva allentato la sua stretta con l'età, e si era lasciata cadere stanca. In certi momenti gli capitava di non riuscire a tenere fermo un solo pensiero, tutto gli cascava dalla mente come calzoni troppo larghi per la sua taglia, e il tempo non era più in grado di coglierlo da solo, c'era sempre qualcuno che gli ricordava se fosse ora di dormire, di alzarsi, di mangiare, di tornare a casa.
Il vecchio sentì l'impulso di tirarsi su. Doveva andare, era stata sua moglie a dirgli di farlo, a chiamarlo, erano ormai vent'anni che non la vedeva, non voleva mancare. Con le mani puntò i braccioli della sedia e si spinse in alto cigolante, con le ginocchia che oscillavano da destra a manca. Si tenne poggiandosi al palo bianco dell'ombrellone. Avanzò trascinando un piede in avanti, poi l'altro, formando delle orme lunghe. Il sole gli colpì la fronte. Stava forse piangendo un po', non aveva idea del perché.
Non capiva dove si trovasse in quel momento, non riusciva a dirlo, eppure, poteva giurarlo, lui lo sapeva.
Ripensò a sua moglie mentre avanzava verso la riva con tragica lentezza. Pensava al suo lavoro, ma che lavoro faceva? E ai suoi figli, li aveva amati così tanto eppure non sapeva dire se fossero due o tre. I ricordi e i pensieri gli arrivavano a intermittenza, come diapositive fuori controllo che si affacciavano alla finestra della sua memoria senza che lui avesse mai concesso loro il permesso di farlo; disubbidienti come orfani nascosti sotto il tavolo che non si facevano mai trovare quando era lui a cercarli.Le unghie ingiallite e ricurve dei piedi si bagnarono, l'acqua gli arrivò fino ai polpacci. Si sentì piccolo, smarrito, i bambini e le persone gli passavano davanti, dietro, dappertutto, nessuno era bravo a vederlo quanto ad evitarlo. Si chinò a raccogliere l'acqua e si bagnò le braccia per sentire qualcosa, ruotò poi nella direzione dalla quale era venuto, lento come una lancetta che completa il suo giro e, in quell'istante, l'unica cosa che sentì fu la paura. Vide un'infinità di ombrelloni verdi e gialli, tutti uguali, davanti ai suoi occhi, un solo uomo contro un esercito schierato. Poi la paura scomparve, non si ricordava nemmeno cosa significasse quel termine, lo ripeté più volte tra sé e sé, "paura, paura", ma non ne ricordò la definizione e si scoraggiò. Tra tutti i dolori quello era il peggiore e non ne aveva neanche consapevolezza.
Rimase fermo, immobile, per un tempo che non seppe calcolare, erano passati pochi secondi o svariati minuti, forse addirittura ore, la sua vita era ormai una fune sospesa che non toccava terra e non portava a
nessuna finestra. Si svegliava, poi si riperdeva, poi di nuovo si svegliava. Dove si trovava in quel momento?
Non lo ricordava. Pensò che fosse una buona idea scrivere a sua moglie quella poesia che lei tanto desiderava le scrivesse, così gliela poteva regalare.Era tutta la vita che glielo chiedeva, avrebbe voluto incorniciarla e leggerla tutte le notti prima di dormire. Era la sola poesia che avesse mai scritto in vita sua, su un muretto sotto casa. Quindi si incamminò verso la costa, non doveva fare tardi. Non c'era più tempo, doveva scriverla e spedirla. L'indirizzo di lei: l'unica àncora rimasta salda. Mancava poco.
- Papà? Papà! Dove stai andando?
La donna accelerò il passo e gli mise una mano sotto il braccio. Lui la guardò confuso.
- Papà? Dovevi rimanere sotto l'ombrellone, dove stai andando?
- La lettera, devo spedire la lettera.
- Quale lettera, papà? Dai su, andiamo all'ombrellone, prendiamo la roba che dobbiamo andare a pranzo,
oggi arrivano Francesco ed Elisa con i bambini. Raccogliamo le tue robe, ci torniamo domani mattina
in spiaggia.Ecco dove si trovava, finalmente lo capiva, ma certo era in spiaggia, era al mare, era con sua figlia e aspettava i suoi nipoti. Ma perché gli serviva sapere questa cosa, perché si era ossessionato tanto? Si chiese
incamminandosi con sua figlia. Eppure, proprio non riusciva a ricordarlo.
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Tempo di ogni cosa
Short StoryNon capiva dove si trovasse in quel momento, non riusciva a dirlo, eppure, poteva giurarlo, lui lo sapeva.