La Guerra degli Americani

IL FÜHRER PARLA

Sono in piedi vicino a Lukas, siamo disposti in file, schierati davanti a un gigantesco palco. Sullo sfondo una gigantesca aquila sfavilla su uno schermo grigio, mentre i riflettori si accendono. Lui sale sul palco, e tutti urliamo - Heil Hitler, Heil mein Führer- alzando il braccio destro nella direzione del Führer. - Heute ist Krieg, morgen werden wir siegen. Das deutsche Reich wird die Welt beherrschen.- Lui crede di poter conquistare il mondo, che presto vinceremo la guerra. Ma ci siamo noi pochi che opponiamo resistenza alla dittatura hitleriana. Io, Lukas, Georg, Hans, Peter, e il resto. Siamo un centinaio per ogni città, a Berlino siamo duecento. - Die Amerikaner sind unterwegs, doch wir werden nicht aufgeben. Ich sende jeden Tag die SS- Gruppen aus. Wir werden siegen-, dice lui mentre stiamo tutti zitti. Poi vedo Chris, che si morde le unghie delle dita e mormora bestemmie contro il Führer. Ho paura, anche lui ne ha, ma io non la mostro. Molti di noi hanno famiglie, moglie e figli che non vogliamo perdere. E sappiamo che presto arriveranno gli americani e invaderanno tutta Berlino. Quel giorno le nostre urla di vittoria si leveranno come un rombo, ci sentiranno gli ebrei che hanno perso la speranza e che saranno presto liberati. Noi, pochi, resistiamo contro un nemico che ci sembra impossibile da sconfiggere. Mentre Hitler parla, sento le voci dei fanatici che lo adorano, la svastica che rilascia un lieve bagliore nella luce dei riflettori. Sento come la rabbia dentro di me cresce a mano a mano, mentre fondo il mio sguardo con quello di Chris, che mi guarda disperato. - Hilf mir.- Sono le sue ultime parole, visto che poco dopo crolla a terra, il petto trapassato da una pallottola. Vedo Lukas con la pistola ancora fumante, mentre il Führer lo fulmina con uno sguardo. Poi il tempo si ferma.