Prolgo

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Se qualcuno vi dirà che i superpoteri sono solo fantasia, non credetegli. Io, Charlotte Wilson, sono invisibile. Completamente. Quando è successo? Difficile dirlo. Forse quel giorno in cui, invece di giocare all'Allegro Chirurgo con le mie sorelle, ho scelto i Lego Architecture. Ho venticinque anni, quindi direi che ormai è parecchio tempo che godo di questo "dono".

Provengo da una famiglia di medici. E non una famiglia qualsiasi: i miei genitori sono tra i medici più famosi e influenti d'America, e le mie tre sorelle ne hanno seguito le orme. Tutti le chiamano "le figlie d'arte Wilson," un'etichetta che mi fa sempre storcere il naso. Chiamatemi scettica, ma non credo esistano i "figli d'arte." Esistono persone che studiano, che si impegnano. Certo, ci sono i fuoriclasse, i talenti eccezionali, ma nessuno nasce "imparato." Tranne, a quanto pare, le mie sorelle. Bridget, Caroline e Ava sono nate praticamente con il camice addosso. Quando sono state ammesse, una dopo l'altra, alla facoltà di Medicina di Stanford, i miei hanno fatto festa come se avessero vinto alla lotteria: bottiglie di champagne stappate e brindisi in tutta la costa ovest. "Le mie ragazze, tutte future brillanti dottoresse!" ripeteva mia madre raggiante, seguita da mio padre, altrettanto entusiasta.

Per me, invece, non c'è stato nessun brindisi. Nonostante fossi stata ammessa a Cornell, una delle migliori università di architettura e design del Paese, e nonostante mi sia laureata con il massimo dei voti. Ma questo, per loro, non conta. Sono una Wilson che non è un medico. Posso anche essere una delle designer più richieste d'America, e lo sono, ma non sono un medico. Questo è il nocciolo della questione. E questo è il motivo per cui sono diventata invisibile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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